“Ricominciamo in emergenza”

10/01/2009
h.13.00

(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)

Francesco Guidolin, qual è la condizione della squadra alla partenza per Vicenza?
“Nel giro di due giorni siamo ripiombati nell’emergenza perché ai due squalificati si è aggiunto anche l’infortunio di Mariga ed il fatto che Pisanu non è ancora al top, quindi ci ritroviamo con dei problemi.
D’altro canto, abbiamo terminato il 2008 con dei problemi e, ora iniziamo l’anno nuovo ancora con dei problemi, speravamo che la sosta ci potesse dare una mano da questo punto di vista ma, alla fine, abbiamo recuperato solo Zenoni e Leon, quest’ultimo sì a mia disposizione per la partita di domani, ma senza ancora la possibilità di disputare l’intera gara.”

Che atteggiamento tattico avrà il Parma?
“Avevo provato diverse situazioni questa settimana: proprio con Mariga avevo fatto delle prove e mi ero fatto una convinzione su un determinato schema di gioco. Poi, abbiamo perso Mariga, che in questo momento sta crescendo, è un giocatore di forza e di qualità, quindi ho dovuto ripiegare su un assetto in campo diverso. tra l’altro il forfait di Pisanu l’ho saputo poco fa, alla fine dell’allenamento, quindi dovrò inventarmi qualcosa anche perché in rosa abbiamo solo tre centrocampisti.
Con il mio arrivo ho scelto di adottare questo sistema di gioco con tre centrocampisti, ma avendone a disposizione solo tre se se ne fa male uno o viene squalificato, bisogna inventarsi un giocatore che ricopra quel ruolo. Parlo di centrocampisti puri, in quanto Pisanu, Leon e Kutuzov fanno anche i centrocampisti, ma puri in quel ruolo ne abbiamo solo tre, Budel, Morrone e Mariga, considerando che Parravicini è in attesa di sistemazione, oltre al giovane Galli.”

Molte squadre avversarie si sono buttate sul mercato per cercare rinforzi: qui a Parma bisognerà aspettare la fine del mese per vedere delle novità?
“Non lo so, il mio compito è quello di pensare alle partite e ho già detto più volte, su questo argomento, quali sono le mie idee con chiarezza su cosa servirebbe a questa squadra. Ora bisogna solo attendere e vedere.”

I nomi fatti sui giornali sono di giocatori più di categoria, in controtendenza a quanto fatto in estate pescando dalla serie A: a questo proposito, lei cerca delle motivazioni particolari nella testa di chi deve arrivare?
“Io ho dato poche indicazioni al riguardo perché penso che non ci sia da sconvolgere troppo questo gruppo, che merita di essere considerato dall’allenatore. Visto che ci sono un paio di casi di giocatori in partenza in quanto non soddisfatti, queste partenze devono essere reintegrate: in questo senso, le mie indicazioni sono state precisissime, ma non so se ci arriveremo, perché le variabili sono tante.”

Lei alla guida del Vicenza raggiunse anche la vetta della classifica in serie A…
“Io ho una fotografia a casa, scattata a Coverciano durante una riunione di tecnici, nella quale ci sono Lippi, Eriksson ed il sottoscritto: in quel periodo eravamo tutti e tre primi in classifica, la cosa mi sembra strana, ma è proprio successo così, era la diciassettesima giornata del campionato a trentaquattro partite, quindi al giro di boa, e ricordo che alla dodicesima giornata eravamo primi, poi avevamo avuto la fortuna che la Juventus non aveva giocato una partita e quindi non ci aveva superato, quindi eravamo rimasti primi per quindici giorni con una partita in più, ovviamente.
A Palermo, invece mi è capitato di essere primo più volte. Essere primi in serie A galvanizza, eccome !, vuol dire molto, anche perché si sa che è temporaneo quindi uno se li gode bene quei momenti…”

Bisognerebbe recuperare quella mentalità…
“L’entusiasmo va messo sempre, perché sappiamo che qualsiasi cosa faremo sarà considerata nell’ordine delle cose, ma in realtà non è proprio così, in quanto il campionato di serie B è difficile, complicato e non si vince solo perché si ha un passato importante. Siamo consapevoli di questo e dobbiamo guardare con entusiasmo tutte le partite, tentando di realizzare quello che tutti si aspettano da noi.”

Il Vicenza è la squadra che ha subito meno reti e che è andata in gol principalmente con due giocatori…
“Questo sembrerebbe poter dire che ci sia poca coralità nel gioco del Vicenza, invece non è vero, è una squadra con un bel gioco, che viene finalizzato in particolare da due giocatori, ma tutta la squadra si muove con armonia. Li ho visti giocare dal vero ed in videocassetta, e devo dire che Gregucci sta facendo un buon lavoro, ha trovato la quadratura del cerchio, la squadra è consapevole della propria forza.
Il Vicenza viene da anni nei quali ha stentato anche in B, ma, adesso che sono in alta classifica, si sente che l’umore e la convinzione sono cambiati. So cosa vuol dire questo in un ambiente come quello di Vicenza.”

Nei giorni scorsi, un suo collega di A, Giampaolo, ha affermato che tornare sui campi dopo questa lunga pausa è come giocare la prima partita della stagione, nel senso che i pronostici non sono scontati: lei è d’accordo?
“Sì, occorre cercare di reclutare tutte le energie nervose, in questo caso, affinché la squadra sia pronta al clima campionato, preparata alla ripartenza, perché non credo che una buona prestazione dipenda tanto dal punto di vista fisico, anche se il tempo non è stato clemente, ma da quello nervoso che può condizionare la giornata, sia in A che in B,e quindi può succedere di tutto.
Dal punto di vista nervoso, non tutti sono allo stesso livello, invece noi del Parma dobbiamo ricordare che qualsiasi squadra incontriamo, proprio perché noi siamo il Parma, sotto questo aspetto è pronta, e noi non dobbiamo sbagliare.”

Questa sarà anche una giornata particolare per gli incontri di alta classifica…
“Sì, quindi è fondamentale, per l’esito della gara, essere pronti, come dicevo, da un punto di vista nervoso. Questa gara non è decisiva, ma ripartire bene è sicuramente meglio che ripartire male.”

Il primato in classifica ha dato più sicurezza alla squadra sotto l’aspetto nervoso?
“Non ne abbiamo mai parlato e questo mi ha fatto piacere perché, prima di tutto, bisogna considerare che siamo in sei al comando, metto dentro anche il Bari che è poco dietro, e poi perché per noi non può significare granché, sappiamo che adesso ripartiamo alla pari con gli altri dopo una lunga rincorsa ma niente di più.”


A Vicenza è rimasto vivo il ricordo delle sue imprese alla guida dei biancorossi…
“Saluto tutte le persone, tutti coloro che hanno partecipato a quel meraviglioso viaggio con altrettanto affetto e stima. Quando si avvera un miracolo, una favola, vuol dire che tutte le componenti hanno funzionato all’unisono. Ai tempi, società, allenatore, squadra e tifosi, eravamo tutti dentro la favola, ora ci godiamo tutti insieme il ricordo. Quando vincemmo la Coppa Italia dissi che avevamo costruito un ricordo, e questo è vero, più tempo passa e più i ricordi diventano come medaglie, luccicano sempre di più.
Del mio periodo a Vicenza rimangono questi ricordi belli, oltre a qualche brutto ricordo come la semifinale di Coppa delle Coppe persa con il Chelsea, tra l’altro con un gol nostro valido annullato clamorosamente che ci avrebbe portato sullo 0-2 a Londra, dopo aver vinto 1-0 a Vicenza. Anche questa semifinale rimane comunque un ricordo positivo, come la finale di Supercoppa Italiana persa contro la Juventus, perché almeno possiamo dire di averla disputata.”

L’ex Presidente del Vicenza, Pieraldo Dalle Carbonare, ricorda spesso che il suo Vicenza riuscì a battere due volte la Juventus…
“Nelle mie tra stagioni in A con il Vicenza, contro la Juventus abbiamo vinto due volte e pareggiato una, mettendola veramente in grande difficoltà, non vincendo con un colpo di fortuna. Questa è una delle pagine più belle di quella favola che è composta da tante pagine.
Ricordo che anche il Parma soffrì molto contro di noi, Ancelotti salvò la sua panchina con un gol di Benarrivo che, secondo me, ha fatto una sola volta nella vita, comprese le partitelle del giovedì. Tante squadre hanno sofferto a Vicenza…”

Un ex dirigente, Gasparin, ricorda uno striscione con la scritta “i migliori anni della nostra vita”: si ricorda quello striscione?
“Sì, fu il momento del commiato, perché dopo quattro anni decisi di prendere un’altra strada, e allo stadio c’erano 20.000 persone, mi hanno fatto fare il giro d’onore ed è stato straordinario.”

Non si starà emozionando?
“I ricordi sono così, poi forse è l’età che si fa sentire… Comunque, nel ricordo, mi emoziono ancora.”

Sempre Gasparin ha fatto riferimento ad un suo, all’epoca, trasferimento all’Inter che poi non avvenne…
“Ai tempi ero sulla bocca di tutti e tutti mi accostavano alle più grandi squadre italiane. In effetti, c’era stato un momento nel quale avevo puntato su di me l’interesse sia della Lazio di Cragnotti che dell’Inter di Moratti, i contatti erano concreti, ricordo molti messaggi sul telefonino da parte di entrambi. Alla fine, non so perché, hanno scelto altri. In quei momenti, quando si hanno gli occhi addosso di una grande, bisogna avere l’aggancio per poter fare l’ultimo gradino; io quell’aggancio non l’avevo.”

Lo ebbe però quando lei stava facendo carriera in C e Gasparin lo portò a Vicenza…
“Quello fu un aggancio meraviglioso, il Presidente Dalle Carbonare e Gasparin mi diedero la possibilità di ripartire subito dopo tre mesi nell’Atalanta in A, errore che feci nell’accettare quella proposta al posto di fare un anno di B avendo vinto il campionato di C.
Il Vicenza ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di ripartire subito, di questo ne sarò sempre grato. Gasparin mi fece un po’ arrabbiare in seguito, quando sarei potuto andare alla Fiorentina, in un periodo nel quale il Vicenza era commissariato, ma anche il commissario non mi diede la possibilità di andar via avendo un contratto in essere perché per loro era importante, in quella situazione, che ci fosse stabilità almeno nella guida tecnica. Anche se mi si chiuse quella porta, alla fine voglio bene lo stesso a Gasparin…”

Quando lei vinse la Coppa Italia, il Presidente Delle Carbonare vide la partita da una cella di San Vittore…
“Abbiamo parlato spesso di questo argomento: ancora ogni tanto ci vediamo per qualche cena. Io ricordo che lui disse, all’inizio dell’avventura in Coppa Italia per le squadre di serie A: “Mister, se eliminiamo il Genoa, vinciamo la Coppa.” Noi battemmo il Genoa, il Milan, il Bologna ed, in finale il Napoli.
Mentre preparavamo queste partite, tutti eravamo a conoscenza che il Presidente non avrebbe potuto stare al nostro fianco in quell’impresa, ma tutti eravamo consci del fatto che sarebbe stata una favola speciale per lui che non avrebbe potuto seguirci, ed è stato così.”

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