“Nella città vetrina si proibisce il dissenso”

19/01/2009
h.11.00

Nel corso della pomposa celebrazione del conferimento dei premi Sant’Ilario, tenutasi il 13 gennaio scorso, si sono verificati alcuni fatti che dovrebbero far riflettere.
Ad alcuni attivisti della Rete di Lotta per la Casa è stato fisicamente impedito di distribuire alcuni volantini all’interno del Municipio che denunciavano l’immobilismo dell’Amministrazione Comunale di fronte all’emergenza abitativa che colpisce una fascia sempre più ampia della popolazione.
Questa grave limitazione della libertà di espressione è solo l’ultimo di una serie di eventi simili: in occasione dei Consigli Comunali viene sistematicamente espulso chiunque dal pubblico esponga striscioni, cosa che non è assolutamente vietata dal regolamento del funzionamento del Consiglio Comunale. E’ una esplicita negazione del diritto dei cittadini a partecipare alla vita pubblica della propria città, cosa che non accade dappertutto e soprattutto non accade in Europa, dove le assemblee dei Consigli Comunali sono un ambito che prevede, in base a regole ben definite, un confronto tra i politici e i cittadini.
Nella nostra città che di europeo ha veramente poco non esiste la volontà di dialogo, di fronte ad una civile protesta la reazione è quella della censura se non peggio: ricordiamo alcune riunioni del Consiglio Comunale in cui una parte del pubblico, inizialmente silenzioso, ha risposto in modo rumoroso alle provocazioni del Presidente del Consiglio Comunale di turno o di alcuni Consiglieri Comunali ed è stata allontanata dall’aula.
A sancire l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di limitare l’espressione del dissenso in città, va ricordato che il regolamento comunale (il Piano generale degli impianti pubblicitari approvato con deliberazione n.219/54 del 03.11.2005), all’articolo 51, vieta in città la diffusione dei volantini. In diverse occasioni i vigili urbani hanno vietato volantinaggi facendo riferimento alla violazione del suddetto articolo di regolamento!
Si tratta di una chiara e grave limitazione del diritto di espressione garantito dall’art.21 della Costituzione che dovrebbe essere immediatamente corretta abrogando l’articolo di regolamento suddetto.
Tutto ciò non è casuale: è chiara l’intenzione di nascondere il disagio reale, derivante da una grave crisi produttiva e finanziaria diffusa che ha un forte impatto anche sul nostro territorio (vedi le prime ampie applicazioni della cassa integrazione, gli sfratti per morosità o il mancato accesso ad un alloggio adeguato per diverse categorie sociali). L’Amministrazione Comunale continua a caratterizzarsi per l’impegno nella costruzione di opere faraoniche che servono solo a chi le costruisce e ad agitare paure diffuse tra la popolazione con l’allarme per la sicurezza, investendo in Polizia Municipale invece che in servizi sociali. E limitare la libertà di espressione del dissenso serve a rafforzare queste politi.che.

Rete diritti in casa, ass. Le giraffe, Comitato cittadino antirazzista, ass. Ya basta, Collettivo s.p.a.m, Gruppo Anarchico “A.Cieri”-FAI, Coordinamento pace e solidarietà, CIAC, Rete Dormire fuori, Unione Sindacale Italiana/AIT sez. di Parma, Partito della Rifondazione comunista, Ass. Partecipazione pubblica Comune di Busseto, Partito dei Comunisti italiani-Parma, ass. Liberacittadinanza

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