“Il Parma deve far meglio di quello che sta facendo”

27/01/2009
h.10.50

(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)

Francesco Guidolin, alla luce delle polemiche di sabato e domenica, si può parlare di una questione “arbitrale”?
“Lunedì scorso, a quest’ora circa, ero in riunione con gli arbitri, con i miei colleghi ed i capitani delle squadre, e durante l’incontro ho fatto alcuni interventi, ho sollevato alcuni problemi che riguardavano soprattutto il rapporto assistenti-direttori di gara, pur restando fedeli ad uno stile di fair play, di lealtà e di “non pianto”, cosa che mi ha sempre contraddistinto.
L’ho fatto con educazione, senza accendere i toni, ma le esperienze che ho vissuto sulla mia pelle, ma anche su quella degli altri, mi hanno fatto pensare che qualche problema ci sia, fermo restando che tutto è fatto in buona fede.
Io, però, sono stato forse l’unico che ha messo sul tavolo la questione, e devo dire che il Presidente degli arbitri, il signor Gussoni, mi ha anche dato un po’ ragione, ma mi sono sentito solo, perché è parso che per le altre persone presenti alla riunione tutto andasse bene, o meglio, non è emerso nulla. Poi, però, quando le bocce si rimettono in moto, le cose si vedono.
Credo che più parliamo di questi errori e più mettiamo sotto pressione i direttori di gara e non voglio partecipare a questo coro.
Credo che le cose vadano dette con chiarezza e franchezza nei momenti istituzionali, le proteste non mi piacciono, soprattutto quelle sul campo, tant’è che da oggi, se fosse possibile, preferirei andare sempre in tribuna, avendo comunque la possibilità di comunicare con la squadra, anche se non sono stato squalificato, proprio per evitare episodi come quello di Rimini, dove, come si è visto sono stato vittima di una svista…”

Cosa è successo prima dell’espulsione?
“Ho urlato un paio di volte che quello era rigore. Non credo che questo sia sufficiente per meritare un’espulsione, è vero, ho gridato e poi basta, mi sono rivolto, quando ero già più calmo, al guardalinee per chiedergli se non avrebbe potuto aiutare in quella situazione il direttore di gara.
Al di là di questo, ora non ci voglio più pensare, sono dell’idea che meno se ne parla e meglio è, cerchiamo di tenere i direttori e i loro guardalinee fuori dalla pressione.
Questo è l’impegno che dobbiamo metterci tutti quanti, perché protestare sempre, a mio parere, è troppo facile, bisogna scegliere la strada più difficile che è quella di tacere e, magari, fare meglio le cose, entrando in un altro argomento: il Parma deve far meglio di quello che sta facendo perché, giocando così, al massimo potremmo pensare ad una posizione da play off ma non di alta classifica.
Riprendendo il discorso, abbiamo avuto degli episodi sfavorevoli, può darsi che qualcuno possa venirci a favore, ed in quel caso dovremmo essere bravi nel riconoscerlo, ma soprattutto dobbiamo migliorare il nostro modo di giocare e le nostre prestazioni individuali e collettive, dobbiamo prendere sette in pagella tutti.
Così non basta, me ne rendo conto e accetto la critica perché in questo senso è giusta.”

Come mai il Parma nelle ultime partite non riesce ad andare al tiro in porta?
“Perché non stiamo facendo bene, partiamo troppo timidi, lasciamo all’avversario l’iniziativa e sbagliamo dei passaggi semplici. Questo fa cresce un po’ di nervosismo, l’insicurezza anche se nel secondo tempo migliorano le nostre prestazioni.
Dobbiamo cercare di iniziare bene già dal primo tempo, non dare coraggio agli avversari. Il fatto di andare poco al tiro non dipende quindi da un solo giocatore o da un reparto, ma dall’intera squadra.”

È un problema di atteggiamento o di schemi?
“Io ho delle mie idee e questo problema dipende da una mentalità che ancora non ha messo radici in questa mia filosofia. Questo Parma non rispecchia il mio calcio, il modo di giocare delle mie squadre.”

Come ha visto il debutto dei due neo acquisti?
“Penso che i ragazzi abbiano fatto bene: Vantaggiato ha fatto una buona gara nel primo tempo, vanno rivisti ovviamente, e Lunardini è stato costante in un rendimento sufficiente per tutta la partita. Dopo quattro giorni di lavoro non è semplice pretendere di più, ma sono convinto che ci possono dare una mano.”

Pensa di puntare sempre sulla coppia Lucarelli-Vantaggiato o l’attacco del Parma può subire modifiche?
“Io l’ho già detto la settimana scorsa, quando tutti si chiedevano se Vantaggiato sarebbe stato compatibile con Lucarelli: noi abbiamo sei attaccanti, quindi bisognerà vedere se Vantaggiato potrà giocare bene con Reginaldo o se quest’ultimo potrà giocare con Paloschi, se Leon e Pisanu potranno fare le due mezze punte dietro ad un centravanti e così via.
Le soluzioni sono tante, non mancano sulla carta, noi le stiamo provando. L’unico piccolo alibi che mi do e do alla squadra è che è un mese e mezzo che non riusciamo a fare un allenamento come si deve per colpa dei campi pesanti, questa stagione è una cosa incredibile, giochiamo sempre nel fango e a volte bisogna fermarsi sulle fasi tattiche per evitare infortuni o stanchezza che si accumula, tolgono brillantezza per cui provi delle cose in allenamento che poi in partita non vengono.
Questo è relativo solo a questo periodo, tra quindici giorni spero che questa emergenza finisca, quindi non cerchiamo alibi dove non ce ne sono.”

Pisanu e Mariga erano in panchina a Rimini: pensa che siano totalmente recuperati?
“Sì, sono a piena disposizione. Ho portato loro in panchina perché il medico li ha messi a disposizione, ma non li ho voluti rischiare, soprattutto Pisanu che stiamo aspettando da tanto tempo e che avrebbe potuto farsi male per dieci minuti di partita su un campo così.”

Visto il terreno pesante, come mai ha deciso di fare solo un cambio?
“Non avevo grandissime scelte da poter fare: avevo i difensori, tra i quali Falcone che veniva da una settimana così così, Mariga e Pisanu li ho voluti risparmiare per i motivi di cui sopra, e Paloschi l’ho fatto entrare. Avrei potuto mettere in campo Leon o Antonelli, ma ho deciso così.
Ad ogni modo, nel secondo tempo abbiamo preso in mano la partita, almeno dal punto di vista della prestanza fisica, del recupero di palloni, del giocare più alti. Questo l’abbiamo fatto, anche se con molta imprecisione e senza costruire molto, ma l’abbiamo fatto.
Se questo lavoro si iniziasse a fare dalla prime battute della partita, cambierebbero di certo le nostre prestazioni, ma purtroppo ci mettiamo un po’ di tempo a carburare. Così non è sufficiente, devo ingegnarmi, lavorare, studiare, provare a cambiare sia sistemi che uomini, perché andando avanti così, il massimo al quale possiamo aspirare è entrare nei primi sei, non nei primi due.”

Sperimentando adesso nuovi sistemi di gioco, non si rischia di perdere ancor più terreno dalla vetta della classifica?
“Quando ti accorgi che la squadra stenta, bisogna rischiare provando anche soluzioni diverse. Un allenatore deve saper dosare il rischio vantaggio, il rischio svantaggio, e lo deve fare rischiando sulla sua pelle, ovviamente.
Io mi metto in discussione prima di tutti, la mia squadra è quella che ha giocato con l’Empoli e a sprazzi in alcune partite, ma purtroppo sto vedendo che quel tipo di atteggiamento l’abbiamo sempre meno; quella mentalità, quella capacità, invece di sedimentarsi sembra proprio che ad ogni mezzo passo falso spariscano e si debba tornare indietro e ricominciare tutto.
Comunque, sono io il responsabile della squadra e i rimedi li devo trovare io.”

perlavalbaganza