“Per centrare il nostro obiettivo non ci devono essere personalismi”

03/02/2009

(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)

Francesco Guidolin, la vittoria di sabato può essere vista come una svolta della squadra sotto l’aspetto psicologico?
“Quando sento parlare di svolte, di segnali, io sto sempre molto attento. Abbiamo vinto la nostra partita con difficoltà e sofferenza, ma penso che questa sia una costante per tutti e lo sarà per tutta la durata del campionato.
Diciamo spesso che dobbiamo migliorare, che dobbiamo stare più tranquilli, che dobbiamo credere di più in noi stessi, che dobbiamo giocare senza ansia tenendo anche conto che questo non è facile.
Quello che succede a Quaresma, che è un giocatore pagato cinquanta miliardi di vecchie lire e che sembra uno che non è più capace di giocare, succede a cinque o sei giocatori nostri, ovvero sentono la pressione e la tensione non riuscendo ad esprimersi per quello che sono in grado di fare.
È vero che dobbiamo fare bene noi però anche questa è una realtà, succede a giocatori di fama internazionale, ma anche a calciatori che giocano nel Parma.
Io ringrazio sempre tutte le persone che vengono alla stadio a sostenerci, a loro va il mio ringraziamento, ma continuo a sostenere che io ho una squadra di bravi ragazzi, di gente che ci tiene, in alcuni casi anche un po’ troppo, non di menefreghisti, di scalzacani o di ragazzi che sanno buttare il problema alle spalle.
Quando i miei ragazzi si sciolgono fanno sicuramente meglio, come nel secondo tempo sabato, quando hanno portato a casa una vittoria meritata.
Queste sono alcune delle nostre difficoltà, poi anche l’allenatore deve migliorare l’aspetto tattico, l’aspetto del gioco, però la squadra sente l’impegno, a volte anche in maniera eccessiva, e sotto questo punto di vista, i miei giocatori sanno che il loro allenatore sarà sempre davanti a loro e mostrerà sempre la faccia.
Poi, sappiamo che dobbiamo essere più bravi e migliorarci, sappiamo che questo campionato è difficilissimo.”

L’idea di riportare la squadra in Cittadella è dovuta a questa problematica?
“Sì, mi piace l’idea di far conoscere di più alla città i ragazzi e viceversa, di poter scambiare qualche battuta con il pubblico, insomma far sì che la conoscenza e la comunicazione si sviluppi di più e, alla luce di questo, magari, chi vorrà potrà vederci con un occhio un po’ diverso.”

Sabato ha dovuto fare delle scelte tecniche lasciando in panchina o addirittura in tribuna giocatori fino all’ultimo turno titolari: ha spiegato loro le sue scelte?
“La chiarezza di fronte a tutti è d’obbligo, poi caso per caso decido se sia il caso di dire una parola ad un calciatore o ad un altro.
Quando un allenatore si esprime con chiarezza nei confronti del gruppo penso sia già sufficiente. Non ci sono bocciature, ma solo avvicendamenti, chi non gioca una partita deve essere comunque pronto, perché potrebbe giocare quella dopo e chi gioca deve sempre sfruttare l’occasione per dimostrare il proprio valore.
Se siamo un gruppo e pensiamo che, come realmente è, l’importante è il raggiungimento dell’obiettivo, il personalismo e l’egoismo non dovrebbero esistere.
Non ci sono state bocciature per nessuno, magari qualcuno potrà non giocare qualche partita, poi prendere il posto di un altro dando il suo contributo, così deve essere.
La cosa più facile da fare per un allenatore al mio posto sarebbe stata quella di escludere i giocatori più giovani o quelli che si sa non protesterebbero, invece io devo pensare a chi può fare bene in campo in quella partita ed in quel momento per il lavoro che stiamo facendo, senza dimenticare nessuno e senza chiudere la porta in faccia a nessuno.”

Sabato si è visto in campo un 3-4-3 molto offensivo: pensa che questo sistema di gioco si possa usare anche in trasferta?
“Certamente: a Salerno abbiamo giocato così. Occorre crederci, preparare la partita sempre come se fosse una finale ed occorre la mentalità della squadra che va in trasferta per fare gol, perché questa è l’essenza del calcio.”

Quanto incide la condizione di pesantezza dei campi di allenamento sulla preparazione settimanale alle partite?
“Provo lo stesso alcune soluzioni tattiche, per forza di cosa, solo che, un conto è stare sul campo mezz’ora con una buona temperatura, potendosi fermare e guardare certe cose ed un conto è prepararsi con questo clima da due mesi a questa parte.
Sotto questo punto di vista, non ho mai sentito una lamentela dai miei giocatori, anche se li tengo fuori fino a quando fa buio con zero gradi.
È la consistenza dei campi che dà più fastidio, non si può stare troppo su un campo fangoso, si rischia alla lunga di incappare in degli infortuni e, quando si lavora per troppo tempo in queste condizioni, si rischi di addormentare le fibre muscolari veloci.
Non essendoci la risposta di un campo buono. Speriamo che il tempo cambi, anche se di solito non vivo sperando, nessuno dei miei giocatori deve vivere sperando e ogni uomo deve cercare di non vivere sperando, ma in questo caso non possiamo far altro che sperare che termini questa situazione meteo.”

Tra poche ore chiuderà il mercato e come da lei affermato in passato sarà difficile vedere grandi colpi…
“Voci ne ho sentite e lette tante, anche cose messe prima in piedi e poi rovesciate, il mercato di gennaio è sempre stato così. Non penso ci saranno sconvolgimenti, ora vediamo. Commenteremo a bocce ferme, è inutile commentare ora per poi magari essere smentiti domani.”

Domani quindi si avranno dei dati certi: è sicuro che nessun giocatore del Parma abbia in questo periodo subito l’evolversi del mercato?
“Non posso entrare nella testa di tutti, tra di noi non si è mai parlato di mercato e mai si è sentito mancare la fiducia sotto questo punto di vista, nessuno ha mai avvertito l’intenzione dell’allenatore di voler fare una rivoluzione cambiando mezza squadra, senza che io l’abbia mai detto, in quanto sono sempre stato unicamente concentrato su di loro, perché loro sono stati i protagonisti di una grande rimonta e loro dovranno essere i protagonisti della stragrande maggioranza nelle nostre fortune o sfortune.
Abbiamo sempre evitato certi argomenti per concentrarci sul lavoro. Questo non toglie che per qualcuno questo periodo possa essere delicato: da domani, comunque, si lavora con il gruppo che sarà.”

Se il gruppo rimanesse questo, ci sarebbero da recuperare due giocatori, Cristiano Lucarelli e Leon…
“Chiunque farà parte da domani del gruppo è considerato, io non ho mai dimenticato nessuno, perché ritengo che debba essere un lavoro collettivo quello di una squadra di calcio.
Considerate le difficoltà di questo campionato e la sua lunghezza, chi non sta giocando adesso non è detto che non giochi tra quindici giorni. Questo lo dico senza la paura di dover essere smentito, io non chiudo la porta a nessuno ma i fatti li voglio vedere sul campo, le parole non mi bastano.”

Si può già parlare di fuga per il Bari?
“Sicuramente sì, quando vinci sei partite di fila, gli altri posso inseguirti quanto vogliono, o mantengono quel ritmo o tu ti allontani un po’.
Il Bari è una grandissima realtà, è inutile negarlo anzi bisogna far loro i complimenti perché lo meritano. Speriamo che inciampi ma soprattutto speriamo di essere noi a tenere un ritmo alto per costruirci una classifica sempre migliore.”

lombatti_mar24