Una firma per il made in Italy

12/02/2009

La Federazione Moda di Confartigianato, da anni, cerca di ottenere una legge che tuteli i prodotti d’abbigliamento fabbricati in Italia.
In questo caso lo fa con una raccolta di firme che ha lo scopo di coinvolgere anche i consumatori rendendoli consapevoli che oggi, con l’attuale normativa, il marchio italiano non è in grado di fornire garanzie sulla qualità del capo, né sulla sua sicurezza, perché la merce può essere prodotta in paesi con normative diverse da quella europea che salvaguardia la salute e l’ambiente ed essere realizzato con sostanze nocive.
Confartigianato Imprese Apla Parma, proprio per queste ragioni aderisce alla campagna nazionale e invita tutti a partecipare attivamente recandosi alla segreteria di Sportello Imprese, al secondo piano della sede centrale dell’associazione di viale Mentana 139\a oppure in uno dei 20 uffici nei principali centri della provincia.
“Oggi, a livello europeo – spiega Manuela Pollari, responsabile Federazione Moda di Confartigianato Imprese Apla di Parma – non vige l’obbligo di indicare la provenienza di un capo, ma solo la sua composizione, così molti articoli realizzati all’estero utilizzano in maniera scorretta l’etichetta ‘made in Italy’ a discapito di chi opera onestamente e depauperando così il valore intrinseco che questo marchio possiede sui mercati internazionali. La raccolta firme ha come obiettivo di spingere il Parlamento a varare provvedimenti precisi a sostegno del ‘made in Italy”.
Per questo Confartigianato appoggia due proposte di legge: a livello nazionale, l’introduzione di un’etichetta che introduca il marchio “100% Italia”, mentre a livello europeo l’azione è finalizzata all’istituzione dell’obbligo di indicazione della provenienza per i prodotti extra europei.
Accanto a questi due provvedimenti legislativi, l’associazione chiede inoltre che venga rafforzata la lotta alla contraffazione, con la distruzione immediata delle merci scorrettamente etichettate o contraffatte. 
 

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