“La Provincia scippa gli acquedotti”

17/03/2009
h.17.10

Il Consigliere Regionale della Lega Nord ha presentato un’interrogazione alla Giunta, con la quale chiede chiarimenti sul bando della Provincia di Parma per l’assegnazione delle risorse comunitarie destinate al miglioramento della rete acquedottistica rurale.
A seguito di indicazioni della Regione, anche la Provincia di Parma ha emanato l’Avviso Pubblico per finanziare (con risorse comunitarie del Piano di Sviluppo Rurale) la rete acquedottistica rurale per uso umano e zootecnico.
Paradossalmente il “bando” della Provincia di Parma è stato “strutturato” in modo da escludere dai finanziamenti proprio i Consorzi acquedottistici rurali, i quali possono accedere alle risorse per la “rete acquedottistica rurale”, solo se accettano di cedere (GRATUITAMENTE) gli impianti al Servizio Idrico, che poi, cosa pressoché scontata, ne affiderà la gestione ad operatori economici (es. ENIA).
Per il Consigliere leghista: “Siamo in presenza di un esproprio a danno dei cittadini della montagna parmense, infatti, non solo le risorse comunitarie per gli acquedotti rurali sono state assegnate dalla Provincia di Parma ad ENIA, Emilia Ambiente ed a Montagna 2000, ma si è arrivati a formulare un vero e proprio “ricatto” a danno di chi doveva essere il vero destinatario di tali risorse, ossia i Consorzi acquedottistici rurali, i quali potranno accedere ai finanziamenti SOLO se accettano di cedere gratuitamente la proprietà degli impianti.
Nelle zone montane del parmense sono tanti i Consorzi acquedottistici rurali che servono migliaia di soci-utenti, fornendo servizi a costi molto più bassi rispetto a quelli praticati dai gestori economici quali ENIA ed Emilia Ambiente.
E’ ovvio che qualcuno vuole espropriare gli acquedotti consortili della montagna per poi affidarli a gestori che praticheranno tariffe ben più alte, il tutto con un doppio danno per i nostri montanari: I° la perdita di un patrimonio di loro proprietà (gli impianti acquedottistici); II° bollette dell’acqua più care.”
Il Consorzio Acquedotto Rurale di Monte Farneto – Monte Castello e quello di Cozzano (che servono oltre 1000 famiglie nei comuni di Neviano degli Arduini e Langhirano), non avendo accettato l’esproprio, si sono visti respingere la domanda, mentre altri Consorzi, per la stessa ragione, non l’hanno neppure presentata.
Con l’interrogazione Corradi ha chiesto se è conforme allo spirito della normativa comunitaria, ed al buon senso, la formulazione dell’Avviso Pubblico della Provincia di Parma, volta di fatto ad escludere i Consorzi acquedottistici rurali dalla possibilità di accedere ai fondi stanziati per “ottimizzare la rete acquedottistica rurale” ed anche se la scelta di subordinare i finanziamenti alla rete idrica rurale al fatto che i Consorzi Rurali cedano la proprietà dei loro impianti, non configuri un indebito “esproprio” ai danni delle popolazioni della montagna parmense.

Gruppo Lega Nord
Ufficio Stampa

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