“Esultare dopo i gol vuol dire ricambiare l’amore dei tifosi”

20/03/2009

(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)

Alberto Paloschi, oggi è arrivata un’altra convocazione in Nazionale Under 21,la terza per lei…
“Mi hanno comunicato poco fa che sono stato convocato con l’Under 21 con la quale mercoledì faremo un’amichevole in Austria con i nostri pari età e sono molto contento di questa convocazione, la terza chiamata di Casiraghi Finora conto solo una presenza nell’esordio contro la Germania.”

Per la sua carriera, sono tutti piccoli passi che stanno creando un cammino ben preciso ed importante…
“Spero di continuare a fare questi passi in avanti in carriera, ma l’importante ora è riuscire a finire nel miglior modo possibile la stagione centrando l’obiettivo, cioè la promozione in serie A con il Parma.”

Purtroppo ha potuto vivere solo da spettatore la partita con il Mantova, causa la squalifica…
“Vedendo la gara da fuori si patisce molto, infatti non capisco come facciano gli allenatori a mantenere la calma quando sono in panchina: io non ce la farei perché, bene o male, quando si gioca tutto quello che si ha dentro lo si sfoga in campo, mentre questo non è possibile quando si è solo spettatori.”

Come l’ha vista questa gara?
“E’ stata una partita nella quale si è visto, fino alla fine, la voglia di vincere del Parma: da qui alla fine saranno tutte finali e bisognerà cercare di portare a casa il miglior risultato possibile sempre.”

Anche la prossima partita con la Triestina sarà una finale…
“Certo, d’ora in avanti abbiamo partite durissime nelle quali dobbiamo cercare di riuscire a portare a casa il miglior risultato possibile. Come succede nel calcio, gli episodi potrebbero decidere la partita.”

Che Triestina si aspetta?
“Sabato mi aspetto una Triestina che ha sì perso le ultime due partite, ma che ha vinto prima quattro gare consecutive.
Ho visto anche uno spezzone di Triestina-Brescia e la squadra di casa ha giocato bene contro una delle favorite alla promozione.
Dobbiamo andare là e giocarcela, poi potrebbero esserci degli episodi che favoriscono una o l’altra squadra. Andiamo a Trieste per fare la partita.”

Inzaghi l’ha eletta suo erede: cosa vuol dire per lei questo? Spera di ripercorrere la sua carriera nel Milan?
“Sono delle dichiarazioni che fanno indubbiamente piacere perché dette da un calciatore che ha fatto 300 gol e che ha scritto e sta tutt’ora scrivendo la storia del Milan.
Io ho ancora molto da migliorare, allenamento dopo allenamento, e se continuerò su questa strada magari un giorno potrei diventare come lui.”

Tra i gol che ha segnato con la maglia del Parma finora, a quale è più legato?
“Sono più legato al gol realizzato contro il Brescia, è quello che mi è rimasto più impresso perché ci tenevo molto a fare bene in quella gara, ma anche il primo che ho fatto contro l’Ancona è un ricordo molto importante per me.”

Quando lei è in campo come terminale offensivo del tridente sembra che la squadra riesca a salire meglio e a trovare più profondità: è d’accordo su quest’analisi?
“Non sono d’accordo su questo: in rosa ci sono degli attaccanti che hanno caratteristiche diverse, io magari offro più profondità, Reginaldo e Vantaggiato danno il meglio negli spazi stretti e Cristiano Lucarelli ha caratteristiche più da boa centrale eccetera, quindi siamo tutti attaccanti con qualità diverse che però assemblati bene insieme possono dare molto a questa squadra.”

In questi mesi al Parma cosa crede di aver migliorato in particolar modo?
“Questa è la mia prima stagione importante da professionista, anche se l’anno scorso ho fatto gli ultimi quattro mesi in prima squadra al Milan, promosso dalla primavera.
Quest’anno per la prima volta ho iniziato la stagione ad agosto in una prima squadra e per me è stata un’esperienza molto positiva, ma i conti andranno tirati solo alla fine.
Tutti i compagni mi hanno aiutato parecchio nella crescita, il mister mi ha fatto conoscere molti movimenti indispensabili per il mio ruolo, come attaccare bene sul primo palo o andare in profondità e venire incontro al portatore di palla, tutti movimenti che però devo migliorare ancora.”

Lei in poco tempo è diventato l’idolo dei tifosi e martedì sera è andato anche a salutarli in curva: come è andata?
“Penso che i tifosi nel calcio siano molto importanti – dice Alberto Paloschi – anche io da piccolo ero un grande tifoso e mi piaceva andare allo stadio a vedere le partite.
Ai tifosi piace quando un giocatore dà in campo tutto per la squadra, e ad ogni gol vorrebbero che i calciatori, con le loro esultanze, riconoscessero l’apporto, il calore e l’amore dei tifosi verso la propria squadra. Questo è quello che volevo vedere anche io quando andavo allo stadio a vedere i miei idoli.”

Si dice che la squadra soffra a volte i fischi del pubblico: lei come vive queste situazioni? Ne avete parlato all’interno dello spogliatoio?
“La mia considerazione è che la squadra, in questo momento, avrebbe bisogno più di applausi che di fischi, perché da qui alla fine, c’è bisogno di tutti i tifosi che vengono allo stadio, tutti dobbiamo remare dalla stessa parte per riuscire nell’obiettivo prefissato.
Saranno fondamentali le partite casalinghe nelle quali dovremmo ottenere sempre il massimo ed in questo ci deve dare una mano anche il pubblico.”

Anche lei sente la pressione quando deve fare una giocata?
“Quando sono in campo non sento quello che succede all’esterno perché concentrato sulla partita però, se dovessi scegliere, è meglio sentire un applauso piuttosto che un fischio.”

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