“Il perché della mia costosa campagna elettorale”

01/06/2009

Tiziano Motti, imprenditore reggiano, editore del quotidiano “Il Giornale di Reggio”, del settimanale “Il Giornale dell’Emilia Romagna”, Presidente dell’associazione senza fini di lucro “Europa dei Diritti”, partecipa alla pubblicazione di libri diffusi gratuitamente a milioni di famiglie, è candidato alle elezioni europee 2009 nella circoscrizione Nord-Est nella lista dell’UDC.

Presidente, diciamo che dopo la campagna elettorale che ha fatto, anche a Parma il suo volto è piuttosto conosciuto…
Su questo non avevo dubbi…

Sì, da noi Motti è noto soprattutto per i cartelloni… Perché questa scelta di una campagna pubblicitaria così massiccia in tutto il nord-est, forse senza precedenti per imponenza, partita tra l’altro mesi prima del voto?
Rispondo molo volentieri a questa domanda. In politica si possono intraprendere due percorsi: quello interno ai partiti e quindi della carriera costruita negli anni nel consiglio di quartiere, poi comunale, poi provinciale, poi regionale… oppure quello del salto diretto dall’attività imprenditoriale a quella politica che presuppone il doversi farsi conoscere in pochissimo tempo, diventare da sconosciuto a conosciuto per poter poi interessare la gente ed esprimere dei contenuti.
A Parma, ad esempio, pur avendo il mio movimento “Europa dei Diritti”, non ero certo popolare e radicato.
Così l’unico modo era quello di attivare una campagna massiccia che chiaramente è stata costosa; se si vuole evitare di investire denaro per farsi conoscere dalla gente inevitabilmente non si è conosciuti dalla gente.

Certo che il periodo di crisi economica che stiamo vivendo stride un po’ con queste spese pubblicitarie…
La mia è stata una scelta obbligata; mi rendo conto che molti manifesti e molta presenza sui giornali possono dare l’idea di opulenza e di esagerazione ma di fatto questo era l’unico modo che avevo a disposizione per farmi conoscere in breve tempo, prima che le affissioni fossero vietate dalla legge elettorale. Volevo entrare anche nei grandi circuiti televisivi e nei grandi media perché questi prediligono i nomi noti e non avrebbero mai dato spazio ad uno sconosciuto. Come vede erano tappe necessarie.
Per quanto riguarda le spese, tre anni fa ho investito 300.000 euro (e non eravamo in un periodo di crisi ma comunque si trattava di una somma importante) per produrre un programma televisivo condotto da Antonio Lubrano (che è stato trasmesso anche da TV Parma) che non ha raccolto un euro di pubblicità e che quindi è stato un investimento a fondo perduto. L’ho fatto perché volevo creare dieci puntate che promuovessero la difesa dei diritti del cittadino al numero massimo di persone possibile. Quella trasmissione poi diede grande impulso alla nostra associazione Europa dei Diritti. A volte ci sono investimenti che danno la loro utilità nel corso del tempo: nel mio caso svolgere un’attività utile ai cittadini che di fatto è quello che mi interessa e che ho cercato di fare. .

Perché la scelta di passare dal PDL all’UDC?
Io sono stato percepito fin dall’inizio come uomo legato al PDL perché l’associazione di cui sono Presidente, l’Europa dei Diritti, ha nel proprio Comitato senatori ed onorevoli del Popolo delle Libertà. L’accostamento tra me e il PDL, pertanto, viene normale; tra l’altro conosco tanti candidati del PDL che a Reggio Emilia, ad esempio, mi hanno addirittura invitato ad un comizio in piazza con Giovanardi.
Ma io non ho mai espresso la mia candidatura come targata del PDL poiché avevo delle relazioni con l’UDC. Quindi non esiste nessun mio passaggio dal PDL all’UDC.
Tra l’altro all’inizio ho fatto una campagna elettorale a tappeto sui manifesti senza simboli di partito proprio perché non ero un uomo di partito. Non provengo né dal PDL né dall’UDC, non sono un politico nel senso stretto del termine ma un imprenditore che ad un certo punto della propria vita si è interessato alla politica avendo due referenti ma che alla fine ha deciso di correre con l’UDC.

Cosa l’ha convinta dell’UDC?
Ho trovato un partito a misura d’uomo oltre che la condivisione di tutta una serie di interessi e di valori. Nell’UDC non c’è solo un leader ma anche una struttura che viene dal territorio che poteva accogliermi dandomi anche maggiore possibilità per esprimermi.

Che idea ha di Parma?
Io a Parma ho studiato perché ho frequentato l’istituto tecnico industriale Leonardo Da Vinci in via Toscana. Parma è una città bellissima di cui sono innamorato.
Mi sono fatto l’idea che i parmigiani, al pari degli altri cittadini della regione, meritino di più dalla politica. La politica ha bisogno di valori veri, mente oggi purtroppo c’è in giro troppa gente che la fa solo per lo stipendio. Penso che i cittadini meritino una persona che vada in Europa per lavorare. Questa è una garanzia che io do.
Lei ha giustamente individuato un volto della mia campagna elettorale, quella dell’investimento economico… bene, è chiaro che io non vado in Europa perché mi interessa il guadagno, perché altrimenti mi sarei tenuto i soldi che ho speso in questi mesi e mi sarei dedicato ad altro.

lombatti_mar24