“Vincere al primo turno sarebbe il massimo”

01/06/2009
h.14.00

Presidente, che differenze sta notando tra la campagna elettorale del 2004 e quella di oggi? In particolare dal suo punto di vista, che nel 2004 la vedeva successore designato di Andrea Borri, oggi Presidente uscente che chiede agli elettori un giudizio sul proprio operato.
Ci sono due aspetti diversi. Per quel che riguarda la mia campagna, la gestione della mia agenda, insomma quello che faccio durante il giorno non ci sono grandi differenze. Vado in giro dalle nove a mezzanotte, su e giù per la provincia, al ritmo di dieci-dodici incontri al giorno.
E durante questi incontri vedo – anche solo da come mi accolgono le persone, le associazioni, i comuni – che il lavoro che abbiamo fatto in questi cinque anni è stato riconosciuto e i risultati apprezzati. Ed è un consenso che spesso salta i confini di parte, così come in questi anni ho cercato di lavorare con tutti, a prescindere dal colore dell’amministrazione locale.
Per quel che riguarda invece il confronto con gli altri candidati le cose, rispetto a cinque anni fa, sono peggiorate parecchio: confrontarsi sui progetti, sulle cose fatte e su quelle da fare, è ancora più difficile di allora. C’è una tendenza all’attacco personale e alla polemica a prescindere che non credo né serva al territorio né appassioni particolarmente i cittadini e a cui mi rifiuto comunque di partecipare.

Mi pare che lei abbia impostato la campagna elettorale del 2009 molto sulla sua persona e sulle cose realizzate dall’Amministrazione uscente e su quelle da realizzare. La politica, intesa come schieramento politico e partiti, mi pare molto sotto traccia. Essere il candidato del Partito Democratico è oggi un valore aggiunto o una palla al piede?
I partiti sono un valore aggiunto fondamentale. Sono al lavoro e senza il loro contributo non avrei potuto realizzare tutti gli incontri che hanno caratterizzato in queste settimane la mia campagna elettorale. I partiti non sono in primo piano, è vero, per le elezioni provinciali, ma solo perché si tratta di una consultazione amministrativa. Per cui è normale che al centro ci siano le cose fatte, i progetti per il futuro e soprattutto le persone che si candidano per realizzarli, evoluzione favorita tra l’altro dall’introduzione dell’elezione diretta.
Vorrei che ci confrontassimo – lo ripeto – sulle cose da fare, non sulle appartenenze ideologiche o partitiche.

Quanto crede abbiano inciso e incideranno le divisioni dentro il centrodestra sull’esito della campagna elettorale, e quanto quelle del centrosinistra in alcuni importanti comuni della provincia quali, ad esempio, Fidenza, Fontevivo, Fornovo, Sorbolo?
Per le elezioni provinciali spero che le divisioni del centrodestra influiscano poco. Spero, infatti, di vincere per il lavoro che abbiamo realizzato in questi cinque anni e non per i problemi altrui. Ovviamente spero che – per le comunali – influiscano poco anche le divisioni che hanno attraversato il centrosinistra, ma soprattutto spero che quel che è successo contribuisca a rendere possibile una nuova unità, che nasca dal lavoro comune, in mezzo alla gente, e dalla volontà di trovare insieme soluzioni adeguate ai problemi reali di tutti.

Quali sono le cose fatte nell’ultimo quinquiennio di cui è più orgoglioso?
Almeno tre. Innanzitutto il fatto che – al contrario di quel che continua a dire Lavagetto – abbiamo saputo contenere le spese correnti, liberando risorse per il territorio, fino a diventare la quinta Provincia in Italia per quota del proprio bilancio utilizzata in investimenti.
Poi il fatto che tutto ciò ha sostenuto un’azione diffusa dal Po al crinale, per tutte le comunità, a partire da quelle più piccole e soprattutto a prescindere dal colore politico delle amministrazioni. L’obiettivo di tutto questo lavoro era dotare le nostre comunità delle infrastrutture necessarie – dalle scuole alle strade, dai centri di ricerca ai poliambulatori – a garantire il loro sviluppo futuro. Era il nostro programma e l’abbiamo realizzato, pagando anche dei prezzi, ma siamo stati coerenti e di questo sono soddisfatto.

In cosa si distinguerà il secondo mandato di Bernazzoli rispetto al primo?
Ora, avviate e in parte già realizzate le infrastrutture di cui il territorio ha bisogno, vogliamo utilizzarle per valorizzare tutte le nostre eccellenze, metterle in rete e aumentare il livello di competitività delle nostre comunità.
E lo faremo continuando a muoverci con concretezza ed efficacia.

Che sensazioni ha incontrando le persone in campagna elettorale? Pensa che la sua vittoria al primo turno sia un obiettivo alla portata?
Glielo accennavo già prima. Quando incontro le persone vedo che il lavoro che abbiamo fatto è stato apprezzato. Quando racconto i nostri progetti per i prossimi cinque anni, che cosa abbiamo in programma per completare il lavoro avviato vedo che c’è fiducia.
La vittoria al primo turno? Indubbiamente con otto candidati non è semplice, sarebbe un ottimo risultato, ma l’importante è vincere.

lombatti_mar24