Lotta biologica contro la vespa cinese del castagno

09/06/2009
h.16.10

No all’utilizzo di prodotti chimici di sintesi, sì all’utilizzo di un parassita per combattere la vespa cinese del castagno, insetto in grado di provocare seri danni alla castanicoltura.
E’ questa la strada scelta dal Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia e l’Istituto di Entomologia dell’Università di Torino, per individuare nemici naturali di questo insetto dannoso.
Lo studio ha consentito di identificare e studiare un piccolo imenottero, il Torymus sinesis, in grado di parassitizzare le larve di vespa.
Il primo lancio sperimentale del parassita è stato effettuato ad aprile in un castagneto a Carpineti (Re), sulla base delle indicazioni fornite dal Professor Alberto Alma dell’Università di Torino.
Il parassita non può essere allevato in laboratorio in grandi quantità; di conseguenza è necessario favorirne l’adattamento e la proliferazione nei nostri ambienti montani. Per questo i ricercatori dell’Università di Torino hanno liberato gli adulti del parassitoide nei pressi di giovani castagni, facilmente controllabili per le ridotte dimensioni della chioma, sulle quali si sono sviluppate le galle, segno inconfondibile della presenza della vespa.
Nel prossimo autunno-inverno si procederà alla raccolta di tutte le galle che, nel frattempo, si manifesteranno sulle piante interessate dal lancio; da queste saranno raccolti nuovi esemplari di Torymus che, nella prossima primavera, potranno essere diffusi in altri castagneti.
La strada intrapresa richiede ancora numerose verifiche per poter essere utilizzata in modo generalizzato sull’intero territorio regionale: i primi risultati, però, appaiono – a giudizio dei tecnici – sicuramente confortanti.

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