Raccolta differenziata: il suicidio dei tigrotti grillini

In questi anni l’Amministrazione Pizzarotti ha curato alcune malattie della nostra città, a partire dai conti dissestati delle società partecipate del Comune di Parma che le sono stati consegnati in eredità.

Ciò premesso, devo dire che da quando seguo la politica non ho mai visto nessuna Amministrazione comunale “vendersi” così male e “buttarsi via” come quella di Pizzarotti. In particolare la pratica e la difesa ad oltranza della raccolta differenziata porta a porta sta affossando la popolarità della giunta. Per rendersene conto basta interrogare i parmigiani che rispondono all’unisono: “La città è sporca. C’è degrado”. La rimozione dei cassonetti, la conseguente esposizione/abbandono dei rifiuti lungo le strade, le scomodità e inefficienze di questo servizio sono di gran lunga le principali critiche rivolte al Comune. L’insofferenza cresce ed è diventata per tanti esasperazione, se non ostilità.

I 5 Stelle stanno suicidandosi in difesa di un loro vessillo ideologico.

Mi ricordano i tigrotti di Sandokan che per difendere l’isola di Mompracem si lanciavano a torso nudo con un coltello in una mano e la bandiera con la tigre sull’altra contro i Rangers di James Brooke, il Rajah di Sarawak, che, armati fino ai denti, gli sparavano contro e li abbattevano tutti. Un massacro.

Con una differenza non di poco conto: mentre i tigrotti morivano sulla spiaggia per un ideale alto, ovvero difendere la loro isola e la loro libertà dall’imperialismo inglese, i 5 Stelle di Parma si stanno facendo falcidiare neppure per assaltare l’inceneritore ormai inespugnabile (che sarebbe una causa giusta e una morte gloriosa) ma per far crescere la raccolta differenziata dal 60% al 70-80%.

Non ci vuole un sociologo per realizzare che, al di là della ristretta cerchia dell’ortodossia grillina, ai parmigiani non può fregargliene di meno di questo incremento del 15%. Il 60% ottenibile con metodologie più pulite e meno invasive la vita della gente va più che bene, è già sufficientemente “etico”, a maggior ragione se questi sforzi e costi del porta a porta ottengono il risultato di una tariffa di smaltimento maggiorata da Iren ed il parziale svuotamento dell’inceneritore di Ugozzolo per fare spazio ai rifiuti di Reggio Emilia e di altre provincie della regione. Una beffa, una provocazione, una presa per i fondelli.

Morire in battaglia per una bandiera è eroico. Ma quella bandiera deve valere il sacrificio di sangue che comporta la sua difesa perchè in essa si rispecchia un popolo.

Immolarsi per esporre dei sacchi di rudo lungo i marciapiedi è una morte inutile. Autoreferenziale. Forse anche ingiusta.

Andrea Marsiletti

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