Cgil, Cisl e Uil: “Contrasto alle gare al massimo ribasso. Questa sarà la nostra priorità nei prossimi mesi”

"Non mancano sul nostro territorio segnali positivi come il protocollo su legalità e trasparenza che abbiamo sottoscritto col gruppo Gesin Proges e il nuovo regolamento degli appalti approvato dal Comune di Fidenza"

Il mega ribasso del 10% sotto al costo del lavoro nel bando per l’integrazione scolastica per disabili aggiudicato dal Comune di Parma alle cooperative Ancora e Aldia (ndr: leggi tutti i dettagli) è stato sullo sfondo della conferenza stampa dei sindacati CGIL, CISL e UIL, rappresentati dai loro vertici provinciali Bussandri, Ghillani e Miano, contro le gare d’appalto al massimo ribasso.

“Non c’è solo il bando disabili a preoccuparci, ma la tendenza che si sta manifestando a proporre gare con basi d’asta sempre più basse e al massimo ribasso (o gare mascherate che sono al massimo ribasso nei fatti), che alla fine vengono aggiudicate senza neppure riuscire a coprire il costo del lavoro. Pensiamo, ad esempio, al bando sempre del Comune di Parma per la gestione degli impianti sportivi o di Iren per la della raccolta dei rifiuti. Quest’ultimo bando parte da una base d’asta inferiore del 15% rispetto alla precedente e ciò rischia di mette in crisi tutta la cooperazione sociale di tipo B” esordisce Massimo Bussandri, segretario provinciale della Cgil.

“Sul bando disabili, prosegue Bussandri, rileviamo la superficialità con la quale il Comune e i suoi uffici hanno gestito la vicenda. Ci schieriamo nettamente contro questi bandi al massimo ribasso che accettano la logica che possa vincere solo chi decide di lavorare in perdita. E sappiamo bene quali sono le aziende che possono lavorare in perdita… che non sono certo le cooperative serie che rispettano le leggi e la trasparenza. Tutto ciò dequalifica il lavoro e va a scapito della qualità dei servizi forniti agli utenti. Dobbiamo procedere nella direzione opposta, ovvero favorire le cooperative che applicano i contratti di lavoro e seguono un codice etico.

Lo diciamo molto chiaramente: il contrasto alle gare al massimo ribasso sarà l’impegno prioritario dei sindacati nei prossimi mesi. Su questo non molleremo.

Per fortuna in provincia ci sono già alcuni segnali positivi. Il primo è stato il protocollo siglato dei sindacati col Gruppo Gesin Proges, il principale gruppo cooperativo di Parma (leggi). Poi ci sono delle buone prassi, come il regolamento sugli appalti di recente adottato dal Comune di Fidenza (leggi).

Lanciamo la sfida e chiediamo a tutte le principali stazioni appaltanti del territorio (Comune di Parma, Provincia di Parma, Università, USL, Azienda Ospedaliera, etc) di imboccare questa nuova strada di contrasto al “lavoro povero” e al massimo ribasso. Ci siamo già attivati con l’Usl e l’Azienda Ospedaliera perchè nei prossimi appalti (che saranno gestiti a livello regionale da Intercenter) si facciano carico di fare inserire questa clausole.

Sulla stessa lunghezza il segretario della UIL Mario Miano: “Il massimo ribasso avvantaggia chi non ha etica, e svantaggia chi ce l’ha., approfittando della corruzione e della scarsa capacità di controllo degli Enti Pubblici. Un’indagine giornalistica ha concluso che solo il 5% degli appalti viene controllato da persone oneste e capaci. Col massimo ribasso le imprese, poi, arrivano a giustificare anche il Padre Eterno”.

Prosegue il segretario della CISL Federico Ghillani: “Gli enti locali che sono deputati a difendere il bene comune dimostrano un’incredibile leggerezza nel trincerarsi dietro alla formale correttezza procedurale. E’ evidente che la qualità del servizio dipenda dalla formazione, sicurezza e coordinamento dei lavoratori, e non dalle ore da limare per rientrare nei costi. Il massimo ribasso, che abbiamo cacciato dalla porta ma che si fa tornare dalla finestra in forme surrettizie, mercifica il lavoro e ciò che vuol dire ridurre diritti e stipendi. Questo sistema non è degno della storia del nostro territorio. Anche l’Ufficio provinciale del lavoro ha dei segnali negativi ed è preoccupato”.

E’ intervenuta anche Tilla Pugnetti (CGIL): “Dico solo che in alcune servizi comunali quali il front office dell’anagrafe e nelle biblioteche prima c’era una sola cooperativa… questo Comune è riuscito a spezzettare tutto e a mettercene 5, con contratti di lavoro da fame di 12 ore alla settimana”.

Paola Bergonzi (Cgil): “Come si fa a rientrare nei costi dopo gare al massimo ribasso? E’ facile, si applicano i contratti di lavoro più economici e così dei laureati che lavorano nelle biblioteche sono inquadrati con la retribuzione di chi fa le pulizie”.

Conclude Elisabetta Oppici della Cisl: “A fronte di questo quadro desolante, poi non ci si deve stupire che quando si chiede di verificare delle offerte alle amministrazioni comunali i controlli non vengano effettuati”.

PrD

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