Freddi: “La politica si dimentica dei ladri e si avvita su Giorgi…”

MarcoMaria Freddi

La domenica mattina è il tempo del relax, dedico a me stesso quel piccolo spazio staccando la spina da lavoro e impegno politico.

Poi, trovo l’iPad aperto in cucina e sono attratto dai commenti sulla nomina a DG del Comune di Parma di Marco Giorgi.

Sono anni che non mi stupisco più di nulla e più nulla mi sorprende.

Scorrendo i vari commenti ancora una volta mi chiedo come sia possibile che destra e sinistra che sul consociativismo e le clientele hanno costruito le fortune di generazioni di politici, abbiano il coraggio di argomentare la nomina di Marco Giorgi nei termini che ho letto.

Nessun Paese a democrazia evoluta avrebbe mai avuto politici eletti “democraticamente” in consiglio comunale dopo essere stati parte di una esperienza politica, come l’amministrazione Vignali. Non avrebbero mai avuto il pudore politico di ripresentarsi, eppure, come in altre parti d’Italia, anche a Parma è accaduto. Esperienza politica che oltre ad essere stata ladra, ha lasciato un’eredità di debito spaventosa alle attuali e prossime generazioni di parmigiani, abili, disabili, anziani, giovani…

Ciò accade poiche il sistema non-democratico partitico Italiano, a tutti i livelli, centrale o locale, che sulla spartizione economica affonda le sue profonde radici, crea consenso clientelare tramite partecipate, associazionismo, cooperative e terzo settore.

Essere eletti “democraticamente” avendo costruito consenso clientelare non dà dignità all’eletto e all’elettore.

Non mi stupisco più di nulla, non mi sorprendo più per l’assenza di memoria storica o per la fin troppa memoria interessata di chi inneggia su facebook alle passate amministrazioni guardando solo ed esclusivamente al proprio interesse specifico.

D’altro canto, la sinistra non è diversa, vive degli stessi riflessi.

La scontata e banale capacità politica propositiva è debole quanto forte è il suo radicamento sui territori in termini di controllo economico e finanziario.

Impressionante nella mia memoria è il consiglio comunale che vedeva schierate destra e sinistra nel voler mantenere un bene che più che “comune” era privatissimo per la rilevanza in termini spartitori e di consenso.

Il “Baistrocchi” è un piccolissimo, insignificante esempio del sistema dei partiti italiani, un votificio a chiamata diretta.

Quel sistema che vede Renzi impegnato nel suo smantellamento ma che trova continui ostacoli sia interni che esterni.

Sono un Europeista federalista convinto, spero che le politiche europee comuni in fatto di rapporti tra partiti e cittadini, costringano la politica italiana a non occupare più economia e finanza, per dare, finalmente, alla politica la sola ed unica dimensione nel pensare al bene comune, al bene dei cittadini, producendo leggi, verificandone la loro applicazione. La più grande fonte di corruzione, di clientele, sta nel gestire, da parte delle amministrazioni comunali o regionali, società economiche o essere parte nelle fondazioni bancarie.

Non mi stupisco più di nulla, non mi sorprendo più di nulla, ciò che è triste è vedere tanta “brava gente” aver perso il senso del proprio futuro ed una politica locale che si avvita su se stessa o sulla nomina di Marco Giorgi per mancanza di politica, quella vera…

MarcoMaria FreddiRadicale di Parma

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