Psc, Manfredi risponde all’opposizione

24/06/2009
h.18.30

L’assessore all’Urbanistica Francesco Manfredi replica alla lettera di Giorgio Pagliari sul Psc: “La necessità di iniziare un percorso di variante al PSC scaturisce dalle motivazioni in gran parte indicate nell’atto di Giunta Comunale del 25.7.2008 e precisamente:
1.orientare gli interventi di trasformazione del territorio al rafforzamento dell’identità delle comunità di quartiere ed al loro protagonismo;
2.orientare gli interventi di trasformazione del territorio alla valorizzazione delle frazioni perseguendone la crescita sostenibile, l’integrazione città-campagna, le relazioni e gli scambi tra territori contigui, il posizionamento delle nuove funzioni e dei nuovi servizi;
3.orientare i processi di trasformazione del territorio al perseguimento della qualità urbana, architettonica e del paesaggio, e delle politiche di risparmio e produzione energetica, anche attraverso sperimentazioni innovative di “quartieri modello”;
4.orientare i nuovi interventi di riqualificazione urbana all’attrazione di funzioni innovative oltre quelle tradizionali e caratteristiche del nostro territorio, con particolare attenzione al tema dello sviluppo economico;
5.orientare la valorizzazione dei contenitori e dei beni storico-architettonici all’insediamento di nuovi servizi ed attività in grado di sostenere i processi di riqualificazione e rigenerazione urbana;
6.sostenere ed incentivare le dinamiche virtuose nel settore dei servizi, in special modo nei servizi commerciali, perseguendo nuove e diversificate strategie nei piani e nell’offerta”.
Oltre a questi temi, si sono aggiunti molteplici elementi, tra cui la riqualificazione delle zone produttive ormai a vocazione residenziale, la revisione delle schede norma e dei sub-ambiti di riqualificazione mai partiti, la cattura di valore lungo le infrastrutture per la mobilità e vicino alle infrastrutture pubbliche, la definizione delle aree per le infrastrutture di interesse pubblico, la revisione delle procedure per la delocalizzazione degli edifici incongrui, la disciplina per il recupero del patrimonio edilizio non tutelato in verde agricolo, la definizione aree per impianti energie rinnovabili.
A fronte di queste nuovi impulsi, che non trovano risposta nello strumento urbanistico vigente e non possono essere affrontati da strumenti urbanistici attuativi quali il POC o il RUE, è emersa la necessità di avviare uno studio che, oltre ad affrontare questi temi, provasse a “sondare” ulteriori criticità o potenzialità del territorio e, conseguentemente, provasse a risolverle o a svilupparle, anche comparando esperienze di successo a livello internazionale, nel nuovo contesto socio-economico che non poteva essere previsto e valutato da un PSC impostato nel 2005.
La definizione dei tempi è ovviamente dovuta alla necessità di dare risposta in tempi relativamente brevi ad importanti impulsi che sono già emersi o che sono in corso di evidenziazione. E’ comunque noto che le procedure urbanistiche – ed in particolar modo quelle relative alla variazioni di strumenti urbanistici generali – hanno per legge tempi di gestazione abbastanza lunghi e presuppongono diverse sedi di consultazione nelle diverse fasi di formazione degli stessi”.

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