Messa in sicurezza del torrente Baganza: il cantiere è in piena attività

Il torrente Baganza, dalla tangenziale al ponte dei Carrettieri è trasformato in un enorme cantiere, con macchine movimento terra impegnate ovunque a rafforzare ed alzare le arginature nel tratto più fragile, quello urbano che l’anno scorso ha portato all’allagamento del quartiere Montanara e di una parte del Molinetto.

Che i lavori stiano ora procedendo a pieno ritmo lo hanno potuto constatare nel pomeriggio di giovedì l’assessore regionale Paola Gazzolo, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il presidente della Provincia Filippo Fritelli, gli assessori comunali Michele Alinovi e Gabriele Folli, i dirigenti di Servizio Tecnico di Bacino, Aipo e Protezione Civile Regionale, e, insieme a loro un folto gruppo di cittadini in rappresentanza del Comitato Alluvionati, che hanno lamentato ritardi e sopratutto hanno chiesto certezze sui tempi dei lavori di messa in sicurezza del torrente in attesa della realizzazione della cassa di espansione, che rappresenterà la soluzione definitiva del problema.

“Come Regione – ha sottolineato l’assessore Paola Gazzolo – abbiamo investito nell’operazione di messa in sicurezza 3,6 milioni di euro, fra Servizio Tecnico di bacino, che agisce nel tratto urbano del Baganza, e AIPO, che ha già messo in sicurezza il torrente Parma dove era esondato fra il ponte della Ferrovia e il nuovo ponte a nord.. Siamo qui – ha ribadito Gazzolo – per rendere conto di ciò che stiamo facendo, dei tempi di attuazione dei lavori e soprattutto di come si stia operando per innalzare fin da quest’autunno il livello di sicurezza per i cittadini e costruire una rete di monitoraggio funzionale ed efficace. I tempi – ha ribadito l’assessore – sono in linea con quelli previsti dalle ordinanze, anche se si è dovuto fare fronte a qualche imprevisto per il rinvenimento di rifiuti e la verifica bellica che si è resa necessaria per aprire la luce delle arcate del ponte dei Carrettieri. Il tempo è per noi una priorità assoluta, e Parma non è lasciata sola”.

Le informazioni tecniche son state fornite da Francesco Capuano, direttore del Servizio Tecnico di Bacino, al quale fanno capo gli interventi in atto nel letto del Baganza: “Entro settembre, se non ci saranno bruschi peggioramenti climatici – ha affermato Capuano – potremo portare a compimento buona parte dei lavori di risezionamento degli argini, elevando così il grado di sicurezza in caso di piena. Bisognerà invece attendere almeno fino a novembre per aprire le luci delle arcate del ponte dei Carrettieri, operazione che consentirà di fatto di garantire una portata di 600 metri al secondo rispetto ai 450 attuali, quindi di evitare esondazioni se le piene non supereranno il livello degli ultimi cento anni”.

I lavori successivi di consolidamento del nuovo argine saranno portati a compimento all’inizio del 2016. Inoltre – come ha ribadito la Gazzolo – la cassa di espansione è già finanziata, anche se ancora manca il progetto esecutivo dell’opera, la cui concreta attuazione richiederà comunque diversi anni.

Il Comune – in particolare il sindaco Federico Pizzarotti e l’assessore Michele Alinovi (che ha sempre mantenuto il contatto con i cittadini e si è fatto promotore del sopralluogo) ha preso atto del concreto avvio dei lavori e degli impegni assunti dall’assessore regionale e dal Servizio Tecnico di Bacino, con l’auspicio che non arrivino piogge tali da dilatare i tempi di attuazione delle opere in atto, alle quali si aggiungerà in un futuro non lontano il ponte della Navetta, anch’esso già finanziato e oggetto di un concorso di idee, simbolo della rinascita di quella parte della città ferita dall’alluvione. Nel frattempo – ha informato ancora Alinovi – si farà una pista ciclabile sul nuovo argine fra il ponte dei Carrettieri e via Navetta, per consentire di portare a compimento il collegamento ciclabile diretto fra la città a il Campus Universitario anche in questa fase transitoria.

Ai primi di ottobre – come ha promesso l’assessore regionale Gazzolo – si farà un nuovo sopralluogo per verificare l’andamento dei lavori e dare tranquillità alle 9.000 famiglie insediate nella zona potenzialmente a rischio.

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