“Parma… chi? Parma risponde”: le associazioni si confrontano. Intervista ad Andrea Bertora

Andrea Bertora

Lunedì 30 novembre alle ore 20.45 presso la Camera di Commercio di Parma in via Verdi 2 si terrà l’incontro pubblico dal titolo “Parma chi? Parma risponde” promosso dal gruppo… Parma Chi?.

Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati aggregati di un questionario (scarica il questionario!) sul presente e futuro della città compilato da più di 100 associazioni cittadine (economiche, sociali, culturali, sportive…)  che hanno risposto alle domande su “come vedono Parma oggi”, “l’analisi della cause”, “le criticità”, “la visione futura”, “le caratteristiche del nuovo sindaco di Parma”.

Seguirà dibattito che sarà animato dalle associazioni stesse. Commenteranno i risultati tre esponenti dei diversi livelli istituzionali e dei principali schieramenti politici: il senatore del Pd Giorgio Pagliari, il consigliere regionale della Lega Nord Fabio Rainieri, il capogruppo del M5S di Parma Marco Bosi.

Abbiamo intervistato il coordinatore di “Parma… chi?”, Andrea Bertora.

Che incontro sarà “Parma chi? Parma risponde”?

L’incontro, in primo luogo, dà continuità al percorso iniziato a maggio scorso con l’incontro “Parma chi” (leggi), in cui persone con profili differenti – economisti, giornalisti, politici, imprenditori, ecc. – , dal palco e dalla platea, hanno avuto una – credo rara – occasione di confrontarsi sull’identità della città e sul suo presunto declino e su proposte e possibili soluzioni ai problemi rilevati.  L’evento ha sorprendentemente avuto un inatteso riscontro di pubblico che ha testimoniato quanto la città senta in bisogno di ragionare su se stessa e – al contrario del luogo comune che profila la cittadinanza parmigiana come disinteressata e “catatonica” rispetto alle problematiche ” di comunità – la disponibilità di parmigiani ad impegnarsi in momenti di, come dire… reazione civica.

Successivamente a tale incontro, infatti, diverse persone si sono in qualche modo spontaneamente avvicinate all’originario gruppo organizzatore, portando nuovo entusiasmo e sollecitando ulteriori iniziative. Quindi, sentendo la necessità di dare maggiore “profondità”, nitidezza e “peso” alle suggestioni ed istanze scaturite dal convegno, abbiamo pensato di individuare, come nuovi interlocutori, le associazioni della città di ogni tipologia: economiche, sociali, culturali, sportive, ecc., associazioni che, come “corpi intermedi”, rappresentano la cittadinanza sotto diverse angolature e profili, portando differenti visoni, letture e proposte, a seconda delle rispettive “mission”. E così abbiamo preparato e trasmesso loro un questionario sul presente e futuro di Parma.

I politici non saranno, per una volta, protagonisti, ma avranno il compito di recepire le problematiche ed i suggerimenti che emergeranno per elaborare, nelle istituzioni di cui fanno parte, risposte e soluzioni convincenti.

Che adesione c’è stata da parte delle associazioni alla compilazione del questionario?

Le associazioni hanno risposto in numero superiore alle attese: 100 associazioni tra cui alcune assai rilevanti nella vita e tradizione cittadina, si sono confrontate con il nostro questionario ed hanno dimostrato di essere interessate alla discussione sul loro territorio. E speriamo che, in questi ultimi giorni che mancano al convegno, altre se ne aggiungano (si può scaricare il questionario e inviarlo a parmachi.indagine@gmail.com) Peraltro, nella maggior parte dei casi, le risposte sono state assai accurate, originali e visibilmente frutto di una riflessione seria.

Qual è stato il criterio adottato per la selezione degli ospiti politici che interverranno all’incontro?

I politici, con l’esclusivo ruolo illustrato prima, sono stati individuati cercando di rappresentare, anche con una logica di par condicio, i tre maggiori schieramenti politici alternativi fra loro ed i tre livelli istituzionali esistenti (Stato, Regione e Comune). Certo, la lista di politici valenti e rappresentativi avrebbe potuto essere più lunga. In altre occasioni abbiamo invitato a parlare altri soggetti, e così potremo fare in successive occasioni.

Credi ci sia bisogno in città di questi momenti di confronto o ormai si fa tutto in Rete?

Ritengo che la Rete, se utilizzata bene, sia uno strumento formidabile, non solo per la diffusione delle idee, ma anche per la partecipazione attiva ed istantanea alla formazione di queste. Internet ci ha cambiato la vita, le abitudini, il linguaggio ed il modo di comunicare dandoci un luogo accessibile, gratuito, semplice, libero ed immediato per confrontarci.

Ciò, tuttavia, a condizione che non sia sostitutivo – ed il rischio indubbiamente c’è – dei luoghi di incontro e di confronto “dal vivo”: le relazioni virtuali non devono e non possono sostituire quelle reali. Anche perché la Rete, come si sente spesso denunciare, tende ad isolare i singoli soggetti – pur illudendoli di appartenere sedicenti comunità virtuali -, mentre gli incontri “reali” consentono un’aggregazione ed un’integrazione. Per noi, infatti, è stato così, come spiegavo prima: alcune delle persone che avevano semplicemente partecipato ad un convegno, una volta approfondita la conoscenza, anche personale, si sono sentiti di cooperare e promuovere nuove iniziative.

Anche per tal motivo riteniamo importanti questo tipo di iniziative, come momenti di discussione ma anche di aggregazione, di conoscenza reciproca e personale che, pur nella differenza di visioni, è presupposto per lo sviluppo di una comunità vera che può coordinare i propri sforzi per dare una risposta alle difficoltà, ed ancor di più se alcuni dei soggetti coinvolti rappresentano entità associative istituzionalmente portatrici di idee, interessi ed esigenze dei cittadini.  Anche perché (ed è un’anticipazione!) la necessità di “fare squadra” è una di quelle maggiormente sentite dai soggetti interrogati.

Ed il 30 novembre speriamo di avere un’occasione di creare i presupposti per iniziare a rispondere a tale esigenza.

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