Nomine del Teatro Regio: la Procura indagando per abuso d’ufficio

La Procura di Parma sta indagando per abuso d’ufficio sul Teatro Regio sulle nomine di Anna Maria Meo, direttore generale, e Barbara Minghetti, consulente per lo sviluppo e i progetti speciali.

Nessuno (per ora) risulta iscritto nel registro degli indagati. Lo scrive oggi la Gazzetta di Parma. Certo è che nelle scorse settimane gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Finanza hanno fatto incetta di documenti. Le scelte furono deliberate dal cda della Fondazione Teatro Regio, presieduto dal sindaco Federico Pizzarotti.

Scrive la Gazzetta: “L’amministratore esecutivo Carlo Fontana e il direttore artistico Paolo Arcà si dimettono a luglio, ma portano avanti l’attività fino al 31 dicembre.

A settembre si apre il «bando per la ricognizione esplorativa» per l’incarico di direttore generale, che si chiude il 4 ottobre: 30 le domande arrivate. La valutazione spetta a una commissione di tre esperti.

Verso la fine d’ottobre la polemica comincia però a infiammarsi: il senatore del Pd, Giorgio Pagliari, denuncia pubblicamente «interferenze» dell’assessore alla Cultura, Laura Ferraris, nei lavori della commissione. E poco dopo sarà sempre l’esponente dem ad andare in procura per segnalare il caso.

A novembre la commissione seleziona una rosa di sette nomi da sottoporre al cda: Carmelo Di Gennaro, Angela Spocci, Giuseppe Morassi, Emanuele Masi, Marco Tutino, Alessandro Borchini e Angelo Curtolo. Il 19 gennaio, però, la Fondazione Teatro Regio, seguendo le deliberazioni del cda, fa sapere ai candidati che avevano regolarmente presentato la domanda che la «ricognizione esplorativa» si era chiusa senza esito.

E una settimana dopo il cda nomina la Meo e la Minghetti.

Già il giorno prima Pagliari aveva parlato di «selezione per mascherare quella che in realtà sarebbe stata una scelta diretta».  Ora, però, spetterà agli inquirenti scoprire se c’era qualcosa di fosco dietro a quelle nomine”.

Il sindaco Pizzarotti dichiara che “quello per la nomina del direttore generale del Regio non fu un bando, ma si decise di procedere con una manifestazione di interesse da parte dei candidati. Era una procedura, dunque, non vincolante, e poi il cda ha fatto le sue scelte“.

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