Immobili per fini sociali, il Comune mette ordine

Non è impresa facile mettere ordine nella giungla dei canoni applicati a circoli e associazioni per l’uso di locali di proprietà comunale.

Nel tempo si erano create le situazioni più diverse, specialmente dopo la chiusura degli uffici decentrati delle circoscrizioni: c’era chi pagava prezzi simili a quelli di mercato e c’era chi non pagava nulla, semplicemente in attesa che il Comune decidesse di mettere ordine nella materia. E in mezzo tante situazioni diversificate con applicazioni di canoni risalenti ad epoche diverse, in parte applicati sulla base dei criteri allora individuati, in parte più o meno arbitrari, a volte frutto di accordi antichi non formalizzati, oppure spazi utilizzati senza formale concessione.

Analoga anche la situazione dei consumi, in diversi casi rimasti in carico al Comune.

Ora il Comune ha ultimato il censimento, fissato precisi e obiettivi criteri di trattamento, predisposto nuovi contratti in sostituzione di quelli scaduti o nuove stipule per chi non ne era in possesso.

Sostanzialmente si tratta di una operazione di riordino e di equità di trattamento.

“Abbiamo rivisto tutti i contratti in essere relativi agli immobili destinati a fini sociali – ha annunciato Nicoletta Paci, vicesindaco con delega al patrimonio – e abbiamo individuato 41 situazioni con contratti scaduti o inesistenti. A tutti gli occupanti proponiamo nuovi contratti con canoni determinati secondo i criteri oggettivi che ci siamo dati, che prevedono sconti importanti rispetto agli affitti calcolati a base di mercato, diversificati a seconda del tipo di ruolo sociale svolto dalle associazioni. L’obiettivo non è quindi quello di fare cassa – ha precisato Nicoletta Paci – bensì di introdurre parametri oggettivi ed equi. Gli altri contratti in essere, tuttora operativi, verranno aggiornati alla scadenza utilizzando gli stessi criteri”.

A questo punto saranno applicati i nuovi canoni determinati dall’Ufficio tecnico in base ai parametri UTE, con gli sconti previsti a seconda delle categorie, e tutti gli inquilini dovranno avere utenze a loro carico.

Ci saranno associazioni che cominceranno a pagare il canone, altre che pagheranno più di prima, ma anche altre ancora (e non sono poche) che vedranno ridotto l’importo del canone annuale.

Le associazioni e cooperative sociali inquiline del Comune risultano essere in tutto 175 di cui 41 quelle a cui è stato proposto il rinnovo del contratto.

Le riduzioni medie applicate rispetto al canone di mercato sono circa del 63%, con uno sconto medio più elevato per le associazioni (64%) rispetto ai circoli (57%).

Nella precedente disciplina si applicava il 60% di sconto solo ai soggetti che operavano in ambito socio sanitario direttamente sulla persona, tipo AVIS, AIL, ADAS, mentre la grande maggioranza delle associazioni si limitava ad avere lo sconto del 40%.

Pertanto, l’applicazione del nuovo Regolamento ha portato ad un considerevole aumento generale degli sconti da applicare a tutti i soggetti senza scopo di lucro, operanti all’interno dei locali comunali e conseguentemente un ribasso dei canoni di concessione dovuti. In alcuni casi, il nuovo canone ricalca quello precedente, in considerazione del fatto che si stanno trattando contratti stipulati in media tra i 10 e i 6 anni fa e che quindi i valori immobiliari dell’Agenzia del Territorio, utilizzati per i calcoli degli affitti, sono sensibilmente cresciuti negli anni e che il vigente Regolamento ha provveduto a calmierare.

Nicoletta Paci ha anche reso noto che, dopo questa operazione di riordino, si sono rese libere circa una ventina di unità immobiliari di diversa tipologia e dimensione, che verranno messe a disposizione delle associazioni interessate tramite un bando pubblico, applicando gli stessi criteri per determinarne i canoni: “Anche questa – ha sottolineato al vicesindaco – è una novità rispetto al passato, tutti avranno le stesse opportunità”.

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