La Dda sequestra una cava a Noceto, il caso arriva in Regione

Il sequestro da parte della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, nell’ambito di un’indagine su un traffico di rifiuti pericolosi provenienti da numerose aziende disseminate sul territorio nazionale, della cava denominata “Ghiaie di mezzo” nel Comune di Noceto, è oggetto di una interrogazione presentata da Yuri Torri, primo firmatario, e Igor Taruffi (Sel).

La cava, spiegano i consiglieri, all’interno della quale sarebbe ancora attiva l’attività estrattiva di inerti, si trova a ridosso del Parco regionale del Taro e del corso del fiume, in una zona delicata dal punto di vista idrogeologico e a poca distanza dal centro abitato e dall’autostrada A15. Inoltre, riportano nell’atto ispettivo, “la cava/discarica farebbe capo al Gruppo Bellicchi Dante s.r.l. attraverso due sue consociate, la B.S.B prefabbricati s.r.l. e la Atlas s.r.l., e tale gruppo sarebbe stato diffidato più volte dal servizio Ambiente della Provincia di Parma per comportamenti non conformi alle autorizzazioni”.

Torri e Taruffi ricostruiscono poi le tappe più importanti dell’attività dell’azienda. Nel 1999 realizza un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, cioè ceneri pesanti e scorie provenienti dalla termodistruzione di rifiuti solidi urbani trasformate e inglobate in sottofondi e calcestruzzi per usi edili. Nel 2011, si legge sempre nell’interrogazione, ottiene l’autorizzazione dalla Provincia di Parma a smaltire rifiuti per 80 mila tonnellate annue. Nel 2014, infine, la consociata B.S.B prefabbricati s.r.l. vince un appalto di IREN Ambiente spa per il servizio di trasporto e trattamento delle ceneri pesanti e delle scorie dell’inceneritore di Parma per 3 anni, con un corrispettivo di circa 500 mila euro.

Pertanto, i consiglieri chiedono alla Giunta “se le citate società figurino iscritte nella cosiddetta white Iist della Prefettura di Parma, se l’attività estrattiva nella cava sia stata regolarmente autorizzata dalla Provincia di Parma e dal Comune di Noceto e per quali quantitativi e se l’attività di discarica di rifiuti speciali, pericolosi o non pericolosi, sia stata regolarmente autorizzata dalla Provincia all’interno della cava, nonostante la vicinanza al fiume Taro, e per quali quantitativi”.

Domandano, infine, “se la gara d’appalto per lo smaltimento delle ceneri e delle scorie dell’inceneritore di Parma sia stata aggiudicata al massimo ribasso, se i gestori dei servizi pubblici siano tenuti ad escludere dalle gare le aziende non iscritte nelle white list e quante volte e per quali motivi le società del Gruppo Bellicchi Dante S.r.l. siano state diffidate dalla Provincia di Parma e quali sanzioni ne siano eventualmente seguite”.

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