Giustizia, via ai “processi in digitale”

06/10/2009

Processi più veloci grazie alle nuove tecnologie, facile consultazione dei fascicoli (non più soltanto cartacei ma anche digitali), più efficienza alla macchina della Giustizia, adeguata formazione del personale dei tribunali. Sono questi gli obiettivi di una sperimentazione – che prenderà il via nelle prossime settimane presso il Tribunale di Modena – per realizzare “processi in digitale”.
La sperimentazione sarà realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna (con un investimento di 200 mila euro, la metà del costo complessivo) e della Fondazione delle Casse di Risparmio di Modena, Carpi, Mirandola e Vignola (per i restanti 200 mila euro) e la collaborazione del Comune di Modena per la realizzazione degli interventi strutturali e logistici necessari al miglior funzionamento del sistema informatico.
L’assistenza tecnica sarà affidata al Cisia, il coordinamento interdistrettuale sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia: il progetto – elaborato dal presidente della sezione penale del Tribunale di Modena Flavio De Santis – si basa sul sistema Sidip di proprietà del Ministero della Giustizia.
“Si tratta di una prima sperimentazione che mi auguro funzioni e possa essere di stimolo agli operatori dello Stato ad estendere questa metodologia su tutto il territorio nazionale. E´ necessario contribuire a un sistema regionale della giustizia che recuperi e incrementi, in una logica di disegno nazionale e in coerenza con il piano triennale per l’informatica 2008-2010, le iniziative di collaborazione informatica sul territorio emiliano-romagnolo. Ciò per garantire l´indispensabile continuità dei servizi presenti e la sostenibilità nel tempo dei servizi che saranno messi in campo”, ha sottolineato l’assessore alla programmazione territoriale e alla cooperazione con le autonomie locali Gian Carlo Muzzarelli.
“Ridurre i tempi dei processi – ha aggiunto Muzzarelli – è un passo fondamentale per realizzare una maggiore trasparenza dell’azione pubblica, assicurando in un settore particolarmente delicato più qualità al servizio offerto ai cittadini. Puntiamo anche ad aumentare l´efficienza ed assicurare l´efficacia della giustizia anche valorizzando il personale e utilizzando al meglio le nuove tecnologie”.
E´ la prima volta in Italia che verrà attuata una digitalizzazione e dematerializzazione generale dei processi: le sperimentazioni avviate si sono limitate sinora a pochi processi mentre quella che sarà realizzata a Modena consentirà di digitalizzare tutti i giudizi che perverranno al dibattimento.

Come funziona la digitalizzazione di processi
Il sistema consiste nella gestione dei fascicoli relativi ai procedimenti penali in fase dibattimentale e nella creazione di un archivio informatico del settore penale del Tribunale di Modena.
Il progetto per la realizzazione del sistema Sidip consentirà di affiancare ai documenti cartacei (i soli su cui attualmente lavorano giudici, avvocati e personale di cancelleria – ogni anno pervengono e sono generate circa 1 milione di pagine processuali) documenti informatici che potranno essere facilmente consultati, trasferiti, modificati, integrati, sostituiti, sdoppiati, totalmente o parzialmente archiviati.
Di conseguenza, più uffici o più utenti (ad esempio giudice, avvocati e cancelleria) potranno consultare in contemporanea il fascicolo digitale: mentre un soggetto utilizza il fascicolo cartaceo, altri potranno avvalersi di quello informatico e tutti potranno contestualmente produrre atti o provvedimenti sia in formato cartaceo sia in formato digitale, sia giurisdizionali sia amministrativi. I giudici potranno avere immediata conoscenza del “fatto” processuale, e lo studio del fascicolo sarà velocizzato anche grazie ai sistemi di ricerca elettronica (ad esempio segnalibro, full text, indicizzazione automatica, eccetera). Non sarà più necessario quindi sfogliare interi faldoni alla ricerca di un singolo documento; la verifica della regolarità delle notificazioni sarà istantanea; lo studio delle deposizioni, delle perizie e delle consulenze verrà facilitato.
I fascicoli informatici, resi accessibili ai soli utenti autorizzati grazie ai sistemi di protezione, potranno essere “trasportati” in assoluta sicurezza: la loro consultazione sarà immediata (attualmente occorrono ore, spesso giorni solo per individuare il luogo ove un incarto processuale è custodito) e resa possibile in ogni aula, camera di consiglio, ufficio, nello studio dei giudici e nelle cancellerie e persino a distanza: negli studi professionali o dagli addetti a mezzo di computer portatili.
La domanda di completezza delle informazioni proveniente dai difensori (dopo la conclusione delle indagini preliminari gli avvocati possono accedere liberamente al contenuto degli atti) potrà essere pienamente e immediatamente soddisfatta attraverso l’invio di copie anche a mezzo del servizio di posta elettronica, previa riscossione dei diritti di cancelleria con sistema analogo a quello attualmente in uso per la trasmissione dei verbali d’udienza redatti in stenotipia.
Il lavoro della Cancelleria sarà agevolato e reso più rapido, con un personale formato e pronto alla nuova modalità di lavoro.
La realizzazione del progetto consentirà al Tribunale di Modena di dotarsi di un archivio informatico di tutti i procedimenti penali che si formerà automaticamente e sarà di facile e immediata accessibilità (attualmente le ricerche d’archivio sono estremamente difficoltose e richiedono tempi lunghissimi per la lontananza dei depositi e per la mancanza di archivisti professionali).
La sezione penale del Tribunale di Modena è composta da dieci giudici (coadiuvati da un giudice onorario) con problematiche impegnative. A loro disposizione sedici operatori amministrativi.
Le sezioni distaccate sono tre, due delle quali, Carpi e Sassuolo, di grande dimensione.
I procedimenti penali sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni: sono passati da 1917 processi iscritti nel 2002 ai 3140 processi iscritti nell’ultimo anno, con un incremento superiore al 60%. Sempre nell’ultimo anno sono stati celebrati 614 processi con rito direttissimo in cui gli imputati erano in stato d’arresto.

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