Consegnato il Premio Nesi alla 91enne Liana Fiorani

Aula magna di via del Prato gremita con educatori e studenti per celebrare la consegna del Premio Nesi a Liana Fiorani, parmigiana oggi 91enne, che ha intrapreso la sua carriera scolastica a 55 anni, dopo la pensione, ottenendo la laurea in pedagogia nel 1990, con una tesi su Don Lorenzo Milani, e con il professor Angelo Scivoletto in veste di relatore.
Il conferimento della laurea è stato per Liana il coronamento di un sogno, rimasto per 40 anni nel cassetto, dal giorno in cui, finite le elementari, ha ricevuto il diploma di migliore studentessa della provincia di Parma con la croce al merito dei balilla. Quel diploma non esiste più. Liana lo ha buttato nel camino, forse il giorno stesso, dopo che i genitori le avevano comunicato che nel suo futuro, diploma o non diploma, non c’era posto per la scuola, ma era necessario rimboccarsi le maniche e darsi da fare per sostenere la famiglia.
Oggi Liana ha portato a casa un’altra pergamena, quella del Premio Nesi, ricevuta, insieme ad un assegno, dal Presidente della Fondazione Nesi Rocco Pompeo, a riconoscimento del suo mezzo secolo di lavoro dedicato all’educazione e in particolare all’opera del prete di Barbiana. E questa – c’è da esserne sicuri – resterà appesa ben visibile nel suo studio.
Alla cerimonia è intervenuta, in rappresentanza del Comune la vicesindaco Nicoletta Paci, che ha sottolineato la necessità di affermare, anche oggi come ai tempi di don Lorenzo Milani e di don Alfredo Nesi, che furono compagni di scuola, la centralità dell’istruzione pubblica come fatto sociale di primaria importanza: “Cogliamo l’occasione di questa cerimonia per una concittadina di cui ci sentiamo orgogliosi – ha detto Nicoletta Paci – per riflettere sul valore sociale della cultura e dell’istruzione, per affermare il ruolo essenziale della scuola pubblica che vive un periodo di difficoltà e fa fatica a mantenere il suo carattere di universalità, conquistata anche grazie a educatori come don Milani e don Nesi. Gli studenti non sono clienti, sono cittadini che hanno diritto a vedere riconosciuti i loro meriti e la loro fatica. Questo ci insegna anche una donna straordinaria come Liana Fiorani e questo ci ha detto don Nesi quando ha definito la cultura come “fatto educativo e rivoluzionario”, ricordando che l’esperienza del quartiere Corea di Livorno nasce “dalla passione della lotta di Liberazione, che non si è chiusa con il 25 aprile 1945”.
Prima di lei è intervenuto Damiano Felini, docente dell’Università di Parma che, elogiando il lavoro di ricerca della Fiorani, ha ripercorso le tappe del lavoro dei due preti, Alfredo Nesi e Lorenzo Milani, che, con le loro esperienze al quartiere Corea e a Barbiana hanno segnato tappe importanti nel pensiero e nella pratica pedagogica, lasciando a noi insegnamenti ancora oggi di assoluta attualità: “C’è ancora bisogno di progresso sociale, che riguarda anche noi della ricca Italia”, ha affermato Damiano Felini, “ma attenzione – ha specificato pensando al “facchinaggio” dell’itinerario educativo – la scuola deve essere considerata una fatica necessaria, non può ridursi ad essere considerata un’animazione ludica e divertente come talvolta viene intesa oggi”.
A conclusione dell’incontro, il presidente Rocco Pompeo, dopo aver rievocato i passi principali dell’azione di don Nesi e la sua appassionata dedizione per dare un futuro agli orfani di guerra di Firenze e ai ragazzi delle case popolari del quartiere Corea di Livorno, ha consegnato pergamena e assegno a Liana Fiorani. “Vivere come un animale non pensante a 12 anni non mi andava – ha detto la Fiorani – ho dovuto aspettare oltre mezzo secolo, ma alla fine ce l’ho fatta, e voglio ringraziare don Lorenzo Milani, che mi ha dato la forza di realizzare un sogno”.

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