Al via la nona edizione di Obesity Week

Al via la nona edizione di Obesity Week, sette giorni dedicati a combattere il problema del sovrappeso, che colpisce soprattutto i bambini (clicca qui per scaricare il programma completo). Ne hanno parlato, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore allo sport e politiche giovanili, Giovanni Marani, il professor Leone Arsenio promotore dell’iniziativa; la dottoressa Gabriella Raise in rappresentanza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma; Sereno Fanfoni, presidente Lions Club Parma Ducale, con loro anche il presidente della Croce Rossa Italiana di Parma, Giuseppe Zammarchi; il dottor Riccardo Campodonico che collabora con Cri come medico e si interessa alla salute dei migranti in arrivo a Baganzola, il professor Raffaele Virdis pediatra in pensione e Giuseppe Stirparo del segretariato degli studenti di Medicina.

“Grazie a chi, da 9 anni, si fa carico di un grande sforzo organizzativo legato al tema dell’obesità ed alle patologie correlate – ha precisato l’assessore Giovanni Marani -, dando vita ad una settimana densa di appuntamenti. Come Amministrazione abbiamo appoggiato questo tipo di proposta che ha come obiettivo quello di diffondere corretti stili di vita attraverso l’attenzione concreta ad un tema, quello del sovrappeso, che rappresenta un problema e che è legato in modo stretto anche al tema del movimento e della promozione dell’attività sportiva”.

“L’obesità – ha sottolineato il professor Leone Arsenio – è il problema sanitario numero uno al mondo, per questo c’è sempre maggiore attenzione verso questa tematica. Il problemi della sovralimentazione e della sottoalimentazione vanno visti in modo unitario e considerati in parallelo. Quello del sovrappeso è un problema che è stato recepito dalle strutture sanitarie, in particolare a livello provinciale e regionale. Esistono, poi, aspetti socio economici legati a questo tema di grande rilevanza in una realtà come Parma famosa per i suoi prodotti alimentari di qualità e per il cibo”.

La dottoressa Gabriella Raise ha portato i saluti del direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Massimo Fabi. “Il tema dell’obesità – ha spiegato – è molto importante tanto che viene trattato nel Piano della prevenzione regionale. Abbiamo creato tavoli locali per trattare questo tema in modo approfondito. L’attenzione è rivolta alle famiglie che sono strategiche nell’educazione alimentare dei giovani ed anche alle scuole”.

Sereno Fanfoni, presidente del Lions Club Parma Ducale, ha ricordato come Lions sia l’Associazione non governativa che distribuisce il maggior numero di fondi nel mondo. “Abbiamo patrocinato questa iniziativa – ha concluso – in quanto ci è sembrata molto efficace nel tema della diffusione di contenuti utili per la collettività in tema di corretti stili di vita”.

L’iniziativa vede il patrocinio del Comune di Parma, di Adi – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica -, Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Camera di Commercio di Parma, con il sostegno di Parmigiano Reggiano, Stardea e Parmalat.

Dal 2008 il professor Leone Arsenio, medico, scrittore, presidente ADI regione Emilia Ro­magna e direttore scientifico di Progress in Nutrition, organizza, nella sua città, con Federico Cioni (responsabile della Casa Editrice Scientifica Mattioli 1885 di Fidenza) sette giorni per sensibilizzare le persone ai vantaggi di modelli ido­nei ad assicurare non solo un’alimentazione buona e sana ma anche sostenibile, capace di tutelare la biodiversità e la salute del Pianeta, con la collaborazione di Comune, Università, Aziende sanitarie, ADI, LILT, Lions, Unione Industriale, Camera di Commercio, Centro Etica Ambientale, CRI ed altre associazioni.

L’idea nasce da una riflessione sul “Modello Parma”», come ha spiegato l’ideatore di O.W., si tratta di un progetto di educazione-formazione le cui principali aree tematiche sono articolate in conoscenza e comprensione delle interazioni tra Cibo – Salute – Agri­coltura –Territorio – Industria – Consumi; informazioni sul valore della produ­zione agroalimentare locale ed italiana, della sua storia e degli stretti legami con il territorio; prodotti tipici locali come alternativa alla omologazione dei sapori, come salvaguardia del territorio e della biodiversità e come valore economico aggiunto, modello che è riuscito a quasi dimezzare la presenza di bambini obesi nelle scuole della provincia di Parma rispetto alla media della Regione Emilia Romagna.

I recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnalano una crescita delle contraddizioni legate all’alimentazione. Nel 2014, da un lato il numero degli obesi è salito a 600 milioni; dall’altro sono oltre 200 milioni i minori affetti da crescita rallentata o troppo magri. In un anno, nei paesi po­veri muoiono 5 milioni di bambini per denutrizione; in quelli ricchi l’obesità infantile cresce del 30%. Il mondo è ‘malato’ di malnutrizione, sia nel senso di obesità e sovrappeso che di denutrizione e malattie croniche legate alla dieta. Come evidenziato dalla Dichiarazione di Milano, i problemi di sovralimenta­zione, carenza e sprechi si intrecciano in modo politicamente, economicamente, socialmente ed eticamente insostenibile.

Secondo i dati raccolti nel 2014 da Centers for Disease Control and Prevention (CDC) (USA) nella popolazione americana si evidenzia che circa il 41% delle donne e il 35% degli uomini sono obesi, e, soprattutto, circa il 6% degli uomini e il 10% delle donne degli Stati Uniti hanno un’obesità di classe III, la più grave, con un BMI di almeno 40. Inoltre, nello stesso periodo, il tasso di obesità per gli adolescenti è aumentato da circa il 17% al 21%. Una sola buona notizia, in questo drammatico bilancio, sembra provenire dall’evidenza che nei bambini da 2 a 5 anni, il tasso di obesità è diminuito da circa il 14% di dieci anni fa al 9%.

I dati italiani ISTAT, relativi al 2013, documentano fra il 2001 e il 2010 una cre­scita di circa 2 milioni del numero di persone in sovrappeso e di oltre 1 milione di persone francamente obese, per un totale di oltre 27 milioni di persone in eccesso ponderale. L’obesità è cresciuta in tutte le fasce di età e si evidenzia una più elevata prevalenza di obesità tra i 55 e i 74 anni di età.

L’obesità, a sua volta, è connessa alle quattro più diffuse patologie croniche: cancro, diabete, malattie respiratorie e cardiovascolari. In presenza di obesità, il rischio di sviluppare il diabete è 10 volte più alto. In Italia oggi sono 3,6 milioni le persone affette da diabete, per oltre il 90% di tipo 2, pari al 6,2% della popolazione; si stima, inoltre, che per ogni tre persone con diabete noto, ce ne sia una con diabete non diagnosticato e almeno un’altra ad alto rischio di svilupparlo, perché affetta da ridotta tolleranza al glucosio o alterata glicemia a digiuno.

Se la crescita della prevalenza della malattia continuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero essere oltre 6 milioni (9% della popolazione totale) le persone affette da diabe­te, con enormi implicazioni assistenziali, sociali ed economiche. Oltre al costo in termini di salute e qualità della vita, un altro problema, spesso trascurato, è rappresentato dal costo associato alla gestione e alla cura della malattia. A oggi il diabete rappresenta il 12% della spesa sanitaria globale. Secondo il Centro di valutazione economica Hta dell’Università di Roma Tor Vergata, il diabete costa al SSN circa 9 miliardi di euro ogni anno a cui vanno aggiunti oltre 11 miliardi di costi indiretti, in totale 20 mld di euro annui.

Il peso dell’obesità grava sulla bilancia, e quindi sulla salute, ma anche sul bilancio, e dunque sull’economia: le possibili risposte comprendono strategie di comunicazione e di informazione sanitaria focalizzate sui benefici di un’alimentazione sana e di una regolare attività fisica; misure fiscali per determinare, da un lato, l’aumento dei prezzi dei cibi con ingredienti non salutari e, dall’altro, ridurre il costo di alimenti sani ricchi di fibre; normative atte a potenziare l’informazione nutrizionale o limitare il mercato degli alimenti non salutari.

È, quindi, necessario far comprendere che la responsabilità deve coinvol­gere non solo scienziati, medici, manager e legislatori, ma anche il mondo della cucina, della ristorazione e del settore agro-alimentare. Perseguire il successo richiede uno sforzo congiunto. Per suggerire soluzioni a questi problemi di salute dei Paesi industrializzati, a Parma dal 4 al 16 ottobre 2016, si svolge OBESITY WEEK (www.obesityweek.info) che chiama a raccolta esperti di molte discipline, impegnati in incontri, convegni e momenti scientifici e divulgativi sullo scottante tema. L’iniziativa non poteva che nascere nella capitale della Food Valley, e, secondo l’Unesco, «Città creativa per la gastronomia».

perlavalbaganza