Stu Pasubio, Commissione Audit: “Danno erariale cospicuo”

In relazione alla questione Stu Pasubio, sulla quale opportunamente la Gazzetta di Parma ha fatto riferimento all’esposto inoltrato dalla Commissione di audit, riteniamo opportuno richiamare quanto in esso si segnalava.

L’Esposto in questione, inviato in data 22.10.12 alla Procura della Corte dei Conti, nonché al Sindaco, all’Assessore al bilancio, e al Segretario generale del Comune di Parma, avente a oggetto “Pasubio-Stu SpA. Approvazione schema di contratto di cessione”, formulava alcuni importanti rilievi nei confronti della Delibera del Consiglio comunale n.29 del 2.10.12 in quanto:

1. violava la normativa regolante le Stu, per la quale è prevista la partecipazione “obbligatoria “ del Comune, che invece ha ceduto il suo pacchetto di maggioranza, per l’evidente necessità di tutelare il rilevante interesse urbanistico, nonché la riqualificazione dell’area;
2. rispetto al precedente studio di ristrutturazione urbanistica, fu richiesto di apportare ben cinque tipologie di varianti, per effetto dei cui “miglioramenti”, venivano incrementati i vantaggi economici per la Società, con evidenti incrementi dei prezzi di vendita.
Tali modifiche sono state concordate nell’Accordo transattivo del 21.5.12 intercorso tra la Società e Comune, a seguito della Delibera voluta da Ciclosi, a cui mancavano peraltro il parere tecnico dell’Ufficio competente;
3. il bando ricollegava le modifiche di prezzo alle modifiche urbanistiche, arrecanti vantaggi economici, richieste con l’accordo. Aggiudicataria come si sa fu l’unico partecipante alla gara, la Remilia, società collegata alla Unieco, che ha eseguito i lavori nella Stu;
4. è derivato un grave danno al Comune e alla collettività tutta dalla vendita delle azioni.
Le azioni avevano un valore nominale di 639.000 euro.
E’ stata ceduta alla STU un’area di mq 11.655.000, già valutata attorno ai 5.385.000 euro, ma il cui valore avrebbe potuto realisticamente corrispondere a 10 mln
Il prezzo “base” di vendita fu fissato sui 4.013.000 euro, dei quali 181.159 fissi garantiti e la residua tranche di 3.831.873, versabile nel 2015 solo a condizione che venissero apportate alla normativa urbanistica le ben cinque modifiche previste alle lettere a),b), c), d),e), dell’accordo. La tranche sarebbe scesa in corrispondenza del numero di varianti concesse.
Tale scelta fu molto grave: si mercificava la progettazione, oppure si incassavano solo 181.000 euro.
5. La Commissione di audit ha quindi denunciato il danno erariale certo derivante dall’operazione di almeno 14 milioni, derivante dalla perdita della somma equivalente all’area ceduta, nonché dalle cospicue spese di progettazione, oltre agli oneri corrisposti;
6. Il Comune peraltro non poteva delegare alla Stu l’effettuazione della gara, ma doveva effettuarla in proprio con bando sulla G:U:, oltre che sulla stampa, garantendo così un procedimento consono ai principi di economicità, imparzialità, trasparenza, garanzia della segretezza e tempi più utili alle manifestazioni di interesse.
Dichiarammo nell’Esposto che l’operazione configurava possibili responsabilità penali oltre che erariali;
7. molto grave fu peraltro la mancata quantificazione economica delle modifiche urbanistiche per valutarne l’incidenza sul prezzo-base.
Il prezzo di cessione della Società, demandato ad un arbitrato, era assolutamente privo di criteri di riferimento e dunque privo di certezza.

E’ stato detto che occorreva abbandonare la Società e il progetto perchè il mantenimento degli impegni sarebbe stato insostenibile. Non c’è dubbio
Ma perchè Ciclosi prima e l’Amministrazione comunale poi hanno omesso di compiere la prioritaria, indifferibile indagine sui danni derivanti al Comune dall’operato della SpA, omettendo la ricerca del danno erariale che sarebbe ricaduto su tutta la città?
Crediamo che tale procedura sia stata illegittimamente seguita mancando ogni presumibile motivo di urgenza.
La Commissione di audit non era contraria al recesso della Stu da parte del Comune, ma al mancato controllo della stessa sulle procedure, le forme, le condizioni, i tempi cessione delle azioni.
Ribadiamo oggi, come allora, che l’attuale Amministrazione comunale ha erroneamente omesso di quantificare il danno economico derivante alla città dell’operato delle Società ad essa collegate, dell’enorme debito pubblico prodotto dagli scellerati governi di centro destra precedenti, relativamente alla sua composizione, alle sue cause, alla sua natura.
Se l’indagine sul debito illegittimo fosse stata condotta l’Amministrazione comunale avrebbe potuto rifiutarsi di pagare la parte odiosa e perseguirne i responsabili, anziché scaricare il suo presunto ripianamento sui cittadini incolpevoli attraverso maggiore prelievo fiscale, tagli della spesa pubblica, cessione dei beni comuni.
Vantarsi di aver “ripianato il debito”(che peraltro non corrisponde a verità), anziché di averne indicato i responsabili, e averlo fatto pagare ai cittadini, attraverso un’operazione ragionieristica, e non mettere al primo posto i bisogni reali delle persone, costituisce la più grave responsabilità politica di questa Amministrazione.

Commissione di audit sul debito pubblico di Parma

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