“Il lato oscuro dei Social: nuovi rischi, nuovi predatori”: dagli esperti un invito alla prudenza

Nella foto da sinista: Mazzali, Alfieri, Russo

E’ stato un incontro molto partecipato quello di ieri sera al Wopa su “Il lato oscuro dei Social: nuovi rischi, nuovi predatori” organizzato dalle associazioni femminili di Parma, Fidapa, Associazione mogli dei medici italiani, Moica, Club del Fornello e associazione italiana donne medico.

Hanno parlato dell’argomento Lucia Russo, magistrato, pubblico ministero nel caso Parmalat, protagonista di numerose inchieste sul tema della violenza sulla donna e Maria Grazia Mazzali, psichiatra e psicanalista.

Dopo l’introduzione del moderatore, il giornalista e scrittore Luigi Alfieri, la Russo ha evidenziato che “i reati in Rete contro il patrimonio e i diritti personali sono in crescita: frodi informatiche, dirottamento di telefonate su numeri a pagamento, truffe online, danni reputazionali, diffamazioni, illecito trattamento di dati personali, furti di identità, e ovviamente stalking che vede vittime per il 95% dei casi delle donne. Si diffonde sempre di più l’estorsione con la minaccia di pubblicazione di videoregistrazioni, ad esempio di atti di intimità, magari all’epoca riprese consenzienti che diventano pericolosissime qualora il rapporto delle coppia diventi conflittuale. Poi c’è il cyberbullismo che porta con sè derisioni e umiliazioni online: ricordo sempre il caso del ‘ragazzo dei pantaloni rosa’, un giovane omosessuale di 17 anni di Roma che non ha resistito all’assedio degli sbeffeggiamenti e si è suicidato. Per rimanere in tema, ci sono vari social network molto ‘aggressivi’ nei quali l’istigazione al suicidio è frequente.

La Procura diventa, quindi, il rimedio dei disperati, quando però il danno è già in atto. Le risposte repressive non bastano. Alla vittima non importa che l’aggressore telematico venga condannato tra tre anni, ma che sia attivata immediatamente un’azione di oscuramento del contenuto lesivo della sua reputazione. La normativa ha compiuto passi in avanti in questa direzione ma i problemi rimangono perchè i grandi provider stranieri non ritengono di dover rispondere alle leggi italiane o europee e quindi spesso il rapporto con loro è difficilissimo. Prevenire e la prudenza nei comportamenti online sono le risposte più efficaci se non si vogliono subire danni, magari per tutta la vita. Sì, perchè i dati immessi in Rete possono rimanere disponibili per tantissimo tempo, se non per sempre, e rilanciati in tutto il mondo dai motori di ricerca. Ciò fa di Internet il media più pericoloso. Il ‘diritto all’oblio’ è stato riconosciuto dalla Corte di Cassazione, ma anche qui ci si scontra con le resistenze dei provider esteri. E si sa che armonizzare a livello internazionale le leggi sia impresa ardua. Il web è uno strumento fantastico e straordinario, che ci ha cambiato la vita in meglio, ma bisogna fare molta attenzione a quello che facciamo quando lo utilizziamo.”

La Mazzali ha spiegato come mai una persona arrivi a mettere “mi piace”, ad esempio, su un video di un cane torturato: “Quelle persone sono dei perversi che provano piacere nell’aggredire. La perversione è far diventare buono ciò che è cattivo, e viceversa. Se non c’è educazione l’uomo è di per sè violento, come dimostrano i bambini che sono sadici. Il video diventa il luogo dove si può picchiare: la persona isolata e senza relazioni sociali, forte del suo anonimato in Rete, si rende protagonista di azioni deplorevoli. Del resto Internet ha reso tutti protagonisti in modo orizzontale. Fanno male le madri a dire ‘non guardo lo smatphone di mio figlio perche rispetto la sua privacy’: la madre deve svolgere una funzione educatrice, non essere quella figura di amica e confidente che oggi, purtroppo, va molto di moda.” AM

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