5 dicembre 1925: prima de La corazzata Potëmkin di Ėjzenštejn

Il 5 dicembre 1925 va in scena la prima de La corazzata Potëmkin di Sergej Ėjzenštejn.

Si tratta di una delle più note e influenti opere della storia del cinema, e per i suoi valori tecnici ed estetici è generalmente ritenuto fra i migliori film di propaganda nonché una delle più compiute espressioni cinematografiche. Prodotto dal primo stabilimento del Goskino a Mosca.

Il film è ambientato nel giugno del 1905; i protagonisti della pellicola sono i membri dell’equipaggio della nave da battaglia russa che dà titolo all’opera, ed è strutturato in cinque atti. I fatti narrati nel film sono in parte veri e in parte fittizi: in sostanza si può parlare di una rielaborazione a fini narrativi dei fatti storici realmente accaduti e che portarono all’inizio della Rivoluzione russa del 1905. Infatti – ad esempio – il massacro di Odessa non avvenne sulla celebre scalinata, bensì in vie e stradine secondarie, e non avvenne di giorno ma di notte.

Il significato del film è la rappresentazione simbolica di un episodio della storia nazionale allo scopo di prendere in esame l’intera situazione del paese in un quel periodo storico.

Infatti durante quegli anni in Russia la sproporzione tra lo stile di vita dei nobili e quello del popolo era impressionante a causa di una pessima gestione delle risorse agricole. La popolazione viveva di stenti e spesso non riusciva ad assicurarsi un pasto quotidiano, mentre il sovrano e la sua corte spendevano grandi somme per il proprio sostentamento e intrattenimento e non si occupavano di rispondere al popolo affamato; questa situazione nel 1905 portò alla rivolta contro la tirannia del sovrano. Oltretutto nel 1905 la Russia si trovava ormai da un anno in guerra con il Giappone; una guerra che stava perdendo, a costo di numerose vite tra i coscritti e i marinai, e che sembrava sempre più insensata e inutile al popolo (costretto anche a fare ulteriori sacrifici) e all’intellighenzia. Si trattava infatti di un conflitto tra due imperialismi, che avevano in palio lo sfruttamento coloniale di Corea, Manciuria e Cina settentrionale.

Nel film ogni tema è una rappresentazione di una condizione reale. Il cibo non commestibile simboleggia la condizione disumana inaccettabile in cui erano costretti a vivere i lavoratori, e si contrappone allo status degli ufficiali (rappresentanti della nobiltà e dei ceti alti) che invece vivono nel lusso e non accettano di condividerlo con nessuno poiché ritengono di averlo ottenuto per diritto divino in quanto appartenenti a una categoria superiore.

L’ammutinamento e la conseguente repressione incarnano i coraggiosi tentativi da parte dei ceti svantaggiati di ottenere una giustizia sociale più equa e vantaggiosa per tutti soffocati nel sangue dalle durissime repressioni militari ordinate dallo zar. La bandiera rossa che i marinai issano sulla nave rappresenta il successo della rivolta, simbolo di un cambiamento inevitabile che non poteva più aspettare di essere realizzato.

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