Sexting, FdI-AN: “Priorità è investire sulla sicurezza dei giovani”

L’allarme lanciato pochi giorni fa dalla Polizia di Parma impone una riflessione sul fenomeno e sulle modalità di contrasto.
Il sexting è una pratica sessuale molto frequente: una ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2014 ha evidenziato come l’80% degli intervistati dichiarasse di inviare e ricevere foto a sfondo sessuale. Anche in Italia il fenomeno è in costante crescita.
Il sexting è un libero esercizio della propria sessualità, ma davvero comprendiamo pienamente le conseguenze delle nostre azioni online? A giudicare dal numero crescente di denunce e da fatti di cronaca gravissimi sembra di no. Non siamo abituati a pensare in termini di effetti, a maggior ragione quando a postare certe immagini sono dei minorenni.
Fino a marzo 2016, il sexting per i minori di anni 18 era una condotta penalmente rilevante, poiché il materiale prodotto si configurava come pedopornografico. Attualmente, una recente sentenza, non considera più questo materiale evidenza di un reato: ma allora è finita anche la pericolosità di questo comportamento? Certamente no. Gli adolescenti faticano a pensare che tutto ciò che pubblicano non potrà mai essere cancellato e che non potremo mai sapere come viene utilizzato il materiale che postiamo. Le relazioni presuppongono una dose importante di riservatezza che oggi pare non essere più un valore condiviso: è invece importante continuare ad insegnare ai ragazzi che il loro corpo e l’immagine di esso sono un dato privato che va tutelato. Le derive del sexting (come la sextorsion, la pornorevenge e il cyberbullismo) impongono spesso alle vittime di dover cambiare vita, trasferirsi, perdere il lavoro o arrivare a comportamenti autolesivi estremi.
La prevenzione è l’unica via efficace per aiutare i ragazzi a conoscere i mezzi, le azioni, le conseguenze dell’uso improprio delle tecnologie. Poter apprendere strategie efficaci per riconoscere le situazioni di rischio ed evitarle sono fattori cardine di un intervento preventivo che sia efficace, sul quale le istituzioni devono investire senza indugio.

Dott.ssa Elisa Guareschi

Referente per Parma del Dipartimento Tutela Vittime FdI-AN

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