Parma, economia in flessione ma prima in Regione

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26/01/2010
h.18.30

Parma è la provincia emiliana-romagnola che nel 2009 ha risentito meno della crisi, grazie soprattutto alla forte incidenza della filiera agroalimentare, tanto che il 2010 prevede una ripresa del valore aggiunto totale provinciale: è quanto emerge dalle stime realizzate da Unioncamere in collaborazione con Prometeia, e dai dati congiunturali elaborati dall’ufficio studi, presentati oggi dalla Camera di Commercio di Parma.
L’industria e l’artigianato manifatturieri, e il commercio al dettaglio, hanno infatti registrato una flessione che tuttavia è minore rispetto a quella regionale e nazionale. L’esportazione alimentare e l’industria delle costruzioni sono invece in controtendenza positiva rispetto agli altri settori e all’andamento regionale e nazionale.
«I numeri sono pesanti ma, letti complessivamente e comparati con gli ambiti regionale e nazionale, consentono di affermare che, ancora una volta, il sistema Parma ha mostrato solidità e ha dato segni di vitalità non riscontrabili altrove, nemmeno in province vicine e con una struttura economica diversa ma altrettanto forte.» dichiara il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari. “Esprimo un plauso ai cittadini, che stanno riprendendo fiducia e stanno facendo ripartire i consumi e alle imprese che stanno continuando a lavorare con determinazione e umiltà per superare la crisi”.

MANIFATTURIERO, COMMERCIO AL DETTAGLIO e COSTRUZIONI
I principali fattori congiunturali dell’industria manifatturiera, in calo rispetto al 2008, sono comunque migliori di quelli di Emilia–Romagna e Italia: decrescono il fatturato (il – 11,1% parmense comunque migliore del -15% regionale e del -14% italiano), in minor misura quello estero (-6,2% per Parma mentre in Emilia-Romagna è del -8,4% e il Italia -9,1%), la produzione e gli ordini.
Anche l’artigianato manifatturiero ha subito un andamento negativo, soprattutto in periodo primaverile per produzione (-12,1%) vendite (-12%) e domanda (-11,7%).
In continua flessione dal primo semestre 2008 è il commercio al dettaglio che ha registrato una contrazione del fatturato del 3,0%, ma si trova in linea con la situazione regionale (-3,2%) e con quella nazionale (-4,5%).
Solo l’industria delle costruzioni con +0,8% è in controtendenza, sia rispetto all’anno scorso (-2,1%) sia alla decrescita regionale (-3,9) e nazionale (-8,2%) .

CONSISTENZA DEL SISTEMA DELLE IMPRESE e SETTORI DI ATTIVITA’
Il numero delle imprese attive, che con 43.416 unità sono in calo rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente (43.799) è tuttavia, per valore assoluto, al quarto posto dal 2005 ad oggi. Dal saldo negativo tra iscritte e cessate emerge un calo drastico delle iscrizioni e un aumento progressivo delle chiusure soprattutto in termini di imprese individuali e di società di persone. Sono in crescita invece le società di capitale, motivate probabilmente da una necessità crescente di internazionalizzazione, formazione e ricerca che solo tale forma giuridica può garantire.
A Parma crescono le imprese di servizi (+0,3%) mentre calano quelle di agricoltura e industria (-2,0%) oltre al manifatturiero (-2,3%) ed edile (-2,0%) .
All’interno del settore manifatturiero se il comparto meccanico registra un bilancio più negativo, il settore alimentare conquista un + 0,8%. Spicca inoltre il trend positivo delle “attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e attività professionali e imprenditoriali” (1,9%). Nonostante il calo di registrazioni, il settore costruzioni rappresenta la maggioranza (56%) del comparto industria e il 19% delle imprese registrate nel Registro Imprese.

EXPORT
Anche l’export riduce la flessione: risulta da un confronto tra il terzo trimestre 2009 (-17,8%) e il primo (-23%). L’andamento – migliore di quello italiano (-23,1%), del Nord-est (-22,4%) e di quello regionale (-25,4%) – è dovuto alla tenuta del comparto alimentare (+ 1,8%) e alla crescita di quello farmaceutico (+33%). Le mete preferite nonostante la flessione rimangono l’Europa – verso cui va il 70,1% dell’export, diretto soprattutto in Francia (14,9%) e Germania (13,1%) – e l’Asia (verso cui si concentra il 12,8% dell’export). Si riducono maggiormente le esportazioni verso l’America (-24,2%) e per il 9,3% (nel 2008 era il 10%) l’export provinciale si dirige verso Stati Uniti e Canada. In crescita gli acquisti giapponesi che, con un + 28,9% ,passano dal 1,3% al 2% sul totale dell’export.
Nel 2009 Parma ha esportato per il 29% “Macchinari e apparecchiature”, per il 25,4% “prodotti alimentari“ e per il 7,9% prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici. In particolare a fronte di una rilevante flessione (-28,4%) del comparto metalmeccanico (corrispondente ad una diminuzione sul totale esportato da 51,4% a 44,8%) quello alimentare è passato dal 20,6% al 25,8% del totale.

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