No, caro Azzali, nessun collaborazionismo con i sudcoreani nemici di Parma

Esprimo incondizionato sostegno all’iniziativa del Comune di Parma di presentare ricorso contro il rifiuto (unico al mondo) dell’Ufficio Marchi della Corea del Sud di registrare il marchio internazionale “Parma! Land of art music and fine food”.

Si ricorderà che tale marchio era stato depositato dall’Associazione Sistema Parma, nata con l’obiettivo di occuparsi di marketing territoriale, i cui soci sono il Comune di Parma, la Provincia di Parma, l’Università di Parma, la Camera di Commercio di Parma.

Il motivo di tale diniego? Come si legge nella determina del Comune (leggi), l’Ufficio Marchi della Corea del Sud ritiene detta dicitura “simile e confondibile” con una precedente registrazione di marchio nazionale denominato ‘Pizza Parma‘.

Dai sudcoreani ci si deve aspettare di tutto, ma davvero si fa fatica a comprendere come questi marchi possano essere considerati uguali.

Lo dico non per partigianeria essendo il sottoscritto uno dei pochi italiani fregiati dal Governo della Corea del Nord della spilla del Partito dei Lavoratori (leggi), ma ha fatto benissimo il Comune di Parma a citare in giudizio Seul.

A maggiore regione alla luce di questo fatto, stupisce oltremodo come un uomo dell’intelligenza del Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali Cesare Azzali, nella sua qualità di Presidente del Tavolo ParmForExpo, nel giugno 2015 abbia ricevuto il Ministro dell’Agricoltura e del Cibo della Corea del Sud Lee Dong-phil scorrazzandolo in vari prosciuttifici e caseifici della nostra provincia (leggi).

Caro Cesare, per una volta soprassederemo. Vedremo di dimenticarci di questo tuo passo falso, visto che non abbiamo difficoltà a riconoscerti come una delle più belle teste pensanti delle nostra provincia. Arriviamo persino ad apprezzare il tuo sforzo in favore dell’economia di Parma di vendere qualche prosciutto o forma di parmigiano a Seul. Non ti chiediamo quindi nessuna pubblica autocritica. Però adesso, a maggiore ragione dopo lo sfregio alla nostra città per il mancato riconoscimento del marchio, basta.

No, Cesare, nessun collaborazionismo con i nemici di Parma!

Andrea Marsiletti

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