Primarie, Alimadhi si presenta: “Parma per scelta. Una città non solo per chi vi è nato ma anche per chi la sceglie”

Questa mattina il candidato alle primarie del centrosinistra, Gentian Alimadhi, si è presentato alla città con una conferenza stampa tenuta sul terrazzo del circolo Giovane Italia.

Alimadhi è un cittadino italiano di origine albanese di 43 anni, arrivato in Italia da clandestino nel 1993 e poi diventato avvocato penalista e immigrazionista conosciuto in città.

“Questa candidatura è arrivata quasi spontanea, faccio quasi fatica a rendermi conto di questa opportunità che mi è stata data. La mia candidatura è stata voluta dai nuovi parmigiani in senso ampio, da persone non italiane ma anche da calabresi, siciliani, persone che hanno vissuto difficoltà analoghe quando sono arrivati a Parma…” esordisce Gentian. “I politici attuali ragionano come quart’anni fa, e non si accorgono che questa città è in continua trasformazione, demografica e culturale. A Parma ci sono 30.000 immigrati ma io, tengo a precisare, non sono qui per rappresentare esclusivamente i loro diritti: non abbiamo complessi di inferiorità, ci sentiamo parmigiani a tutti gli effetti, i nostri figli hanno nomi italiani”

“Oggi alla politica manca una visione visione lunga che vada oltre il mandato amministrativo. Questa visione possiamo portarla noi nuovi parmigiani. Propongo una rivoluzione culturale che smuova le coscienze di coloro che ritengono che questa città sia dominata dai soliti politici benchè nativi. Noi non vogliamo sostituirci a loro, ma aggiungerci. Nella sua storia Parma ha dimostrato di essere una città molto aperta, che sa cogliere le novità, governata più volte da persone da fuori Parma” prosegue Alimadhi.

Qualche punto saliente del programma elettorale. “Io appartengo a questa città, ed è proprio sul senso di appartenenza che dobbiamo puntare. Cultura, lavoro e senz’altro sicurezza. La cultura non deve più essere intesa in modo un po’ svilente come mera promozione del territorio… della serie ‘Verdi, prosciutto e formaggio’. La cultura deve avere un significato più ampio; deve essere produzione culturale intesa come sostegno logistico, investimenti, Festival Verdi per il quale dobbiamo trovare una giusta collocazione a livello europeo, ma soprattutto formazione dei cittadini, di Parma e stranieri. E’ così, coltivando il senso di appartenenza e non con delle fioriere che si risolve il problema della sicurezza di Parma, seguendo l’esempio delle migliori democrazie europee.

Chi insegna ai nuovi arrivati la storia e la cultura di comuneparma5Parma? Dovrebbe farlo il Comune con dei corsi di formazione specifici che potrebbero coinvolgere i nonni parmigiani come docenti. Si potrebbe pensare anche dei premi e/o agevolazioni agli stranieri che superano questi corsi a pieni voti. I nuovi arrivati devono essere orgogliosi della città nella quale hanno deciso di abitare. Non a caso il nostro slogan è ‘Parma per scelta’ sta a significare che coloro che hanno scelto di abitare questa bellissima città possono contribuirle a renderla più bella, più sicura e più degna per i nostri figli.

Non voglio che i parmigiani nuovi e nativi abbandonino questa città, ed io in primis non voglio condividere la stessa sorte dei miei genitori i quali vivono lontani dai propri figli e nipoti. In altre parole voglio diventare nonno in questa città in modo da poter insegnare ai miei nipoti la mia storia personale intrecciata con quella di questa città” conclude Alimadhi. “Io non parlerò mai di ‘voi’ ma sempre di ‘noi’. Questo è un concetto fondamentale, evidentemente non chiaro a chi predica bene ma razzola male…”. AM

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