6 gennaio 1907: Maria Montessori apre la sua prima scuola

Il 6 gennaio 1907 Maria Montessori apre la sua prima scuola e centro di cura per la classe operaia a Roma.

Maria Tecla Artemisia Montessori (Chiaravalle, 31 agosto 1870 – Noordwijk, 6 maggio 1952) è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo; fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.

Fin dai primi anni di studio questa colta ragazza manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con il padre, il quale avrebbe voluto avviarla alla carriera d’insegnante; la madre, invece, non smise mai di sostenerla. Maria Montessori non poté inizialmente iscriversi alla facoltà di Medicina, come era sua ferma intenzione, per la mancanza del diploma di maturità classica. Per superare la difficoltà all’iscrizione, s’iscrisse alla Facoltà di Scienze e dopo due anni poté trasferirsi presso la Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma, sostenuta dal ministro Baccelli ed anche da papa Leone XIII, che dichiarò: Tra tutte le professioni, quella più adatta per una donna è proprio quella di medico.

Per la Montessori, particolarmente importanti per il futuro impegno a favore dei bambini dei quartieri poveri di Roma, furono le lezioni di igiene sperimentale, tenute dal professor Angelo Celli, marchigiano come lei, che era fermamente convinto che alcune malattie molto diffuse, come la malaria e la tubercolosi, non erano dovute ad una incapacità della scienza medica, ma erano espressione di marginalità sociale e dunque si sarebbero potute debellare solo con l’impegno dello Stato.

Nel 1896, sarà la terza donna italiana a laurearsi in medicina, con la specializzazione in psichiatria. Maria si dedica con passione e metodo alla ricerca in laboratorio. Oltre ai corsi di batteriologia e microscopia, segue il corso di ingegneria sperimentale. Studia anche pediatria all’Ospedale dei bambini, le malattie delle donne nei reparti del San Giovanni (Roma), e quelle degli uomini al Santo Spirito (Roma).

Maria è una studentessa molto capace, tanto che vincerà un premio di mille lire dalla Fondazione Rolli per un lavoro in patologia generale. Nel 1895 Maria vince un posto di “aggiunto in medicina” degli ospedali con il diritto di entrare nella Società Lancisiana, riservata ai dottori e professori degli ospedali di Roma. Il suo curriculum risulta eccellente in igiene, psichiatria e pediatria, materie che saranno alla base delle sue future scelte. Negli anni che precedono la laurea, i suoi impegni di studio si orienteranno sempre più verso ricerche di tipo sperimentale in laboratorio e di osservazione nelle sale del manicomio dell’ospedale di Santa Maria della Pietà di Monte Mario (Roma). Durante la preparazione della sua tesi, frequenta le lezioni di Antropologia fisica (o biologica) tenute da Giuseppe Sergi. La tesi, che discuterà il 10 luglio del 1896, è a carattere sperimentale: quasi cento pagine scritte a mano che portano il titolo “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”.

Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma, in collaborazione con Giuseppe Ferruccio Montesano (con cui ha un sodalizio professionale e affettivo), dedicandosi al recupero dei bambini e delle bambine con problemi psichici, al tempo definiti anormali. Il lavoro in clinica la porta ad entrare materialmente in contatto con gli ambienti scientifici di Regno Unito e Francia. Nasce così il suo interesse per la letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento, e per gli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard (1765-1835). Attira inoltre la sua attenzione il lavoro svolto da Itard e dal suo collaboratore, Edouard Seguin (1812-1880), riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini e delle bambine anormali, attraverso un percorso di educazione adeguato. Proprio la partecipazione a numerosi convegni pedagogici, in varie città europee, le permetterà di entrare in contatto con la scuola di Itard e Seguin e di apprendere i loro metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali.

Contribuisce con il suo impegno all’emancipazione femminile. Partecipa al Congresso Femminile di Berlino nel 1896 in veste di rappresentante dell’Italia. È rimasto famoso un suo intervento in tale sede sul diritto alla parità salariale tra donne e uomini. In quell’occasione le donne operaie della sua cittadina natale, Chiaravalle, raccolgono una somma per contribuire alle spese di viaggio. Partecipa anche al successivo Congresso Femminile di Londra (1899).

Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e, dopo breve tempo, diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma. Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell’educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in filosofia. I suoi successi scientifici, conseguiti in un’atmosfera culturale fortemente influenzata dal positivismo, le valgono riconoscimenti e borse di studio, e la portano a partecipare a una ricerca sui bambini ritardati con un collega, Giuseppe Montesano, a cui si lega sentimentalmente. Dalla relazione con il Montesano nasce, nel 1898, un figlio, Mario, che Maria partorisce di nascosto e affida a una famiglia di Vicovaro (un paesino del Lazio), precisamente alle cure di Vittoria Pasquali, e successivamente lo fa iscrivere in un collegio. Dopo la morte di sua madre, Maria può prendere il figlio, ormai quattordicenne, a vivere con sé, dicendo che è un nipote (la verità fu rivelata solo nel suo testamento).

Successivamente, il rapporto con Montesano finisce in modo drammatico; dal momento in cui Maria Montessori apprende che Montesano avrebbe sposato un’altra donna, prende a vestirsi solo di nero, in lutto eterno per quell’amore finito. La rinuncia al figlio, unita alla fine della sua storia d’amore, segnano senza dubbio cambiamenti fondamentali nella sua vita.

Nel 1899 aderisce alla Società Teosofica, alla quale rimarrà legata negli anni a venire, tanto che si troverà a passare gli anni della seconda guerra mondiale ad Adyar, nella sede internazionale della società,[18] sia pure in domicilio coatto, essendo cittadina italiana e quindi di un paese bellingerante nemico. Come scrive Lucetta Scaraffia: «…non si trattò di un’adesione superficiale: il pensiero pedagogico della Montessori, i suoi scritti filosofico-femministi riportano notevoli tracce dell’influenza teosofica».

Nel 1903 viene nominata Medico Assistente di II Classe nei ruoli del Personale Direttivo della Croce Rossa Italiana con un grado militare assimilabile a quello di Sottotenente, a disposizione per i servizi degli Ospedali Territoriali della CRI.

Nel 1904 consegue la libera docenza in antropologia ed ha dunque l’opportunità di occuparsi dell’organizzazione educativa degli asili infantili. A tal fine, nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d’infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo corso di specializzazione (1909). Il testo viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo.

Al suo arrivo negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune la presenta come the most interesting woman of Europe (la donna più interessante d’Europa). Da quel momento, il suo metodo riscuoterà un buon interesse nel Nord America, col tempo poi affievolitosi, fino al ritorno in auge sostenuto da Nancy McCormick Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana. Dal successo dell’esperimento romano nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la “Scuola magistrale Montessori” e l'”Opera Nazionale Montessori”, eretta, quest’ultima, in Ente morale e volta alla conoscenza, alla diffusione, all’attuazione e alla tutela del suo metodo. Maria Montessori ne diviene Presidente onoraria.

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