PTR, “un libro di brutti sogni”

03/02/2010
h.19.30

“Il PTR dell’Emilia-Romagna è un libro di brutti sogni”. Così ha definito il Piano Territoriale Regionale approvato oggi in Assemblea legislativa regionale, il Vice Presidente della stessa Assemblea, Luigi Giuseppe Villani. Secondo il Consigliere regionale del PDL il piano che dovrebbe definire le strategie territoriali generali per lo sviluppo di tutta la regione “non solo disegna scenari irrealistici me è anche profondamente errato sia nei suoi presupposti che nelle sue conclusioni.
Esso è infatti finalizzato a riproporre un sistema amministrativo e di potere ormai autoreferenziale, quello del centrosinistra con il PD al vertice, che è gravemente in crisi e non più in grado di migliorare la qualità della vita degli emiliano romagnoli figurarsi se capace di rendere questa regione attrattiva.
Quello che ci sarebbe voluto era invece un piano coraggioso, capace di ispirare cambiamenti nel modello organizzativo territoriale regionale con i quali risolvere i pesanti problemi di quello attuale. Invece ci ritroviamo una programmazione che punta a concentrare funzioni sul capoluogo regionale, fulcro del sistema che ha bisogno di essere rianimato (il titolo dello stesso PTR “Bologna capitale” è stato infatti cambiato in “Una regione attraente” solo formalmente perché la sostanza delle scelte è rimasta sempre la stessa), mentre si trascura nei fatti, al di parole, la valorizzazione dell’eccellenze delle altre realtà presenti in un territorio che è storicamente e culturalmente policentrico.
Ben inteso così non si fa nemmeno il bene della stessa Bologna che è illusorio possa competere nel giro di pochi anni con altre realtà metropolitane italiane e soprattutto europee non essendola adesso e non essendola mai stata. Puntare realmente sul policentrismo e non fintamente come si è fatto negli ultimi venti anni era l’unica scelta possibile per sostenere lo sviluppo equilibrato di tutta l’Emilia-Romagna. Ma non solo geograficamente è sbagliato il PTR lo è anche nei suoi contenuti, perché propone una regione schiava del suo passato e vittima del suo presente: nulla fa ad esempio per risolvere l’eccesso di regolamentazione che imbriglia la vita dei suoi cittadini dalla culla alla tomba.
Altri errori macroscopici che esso contiene sono la discriminazione della famiglia naturale, quella della Costituzione usata dalla sinistra solo quando gli fa comodo, l’abbandono sia dell’agricoltura sia delle imprese piccole ed artigianali e il non vedere nemmeno la necessità di puntare su una politica rigorosa dell’accoglienza dei cittadini stranieri che non entri in conflitto con la difesa dell’identità degli Emiliano-Romagnoli”.

perlavalbaganza