Olocausto, lo spettacolo “Kinder” (Bambini) va in scena a Lenz

La ricerca drammaturgica sui temi della Resistenza e dell’Olocausto ha dato vita a Kinder (Bambini), testo originale di Francesco Pititto sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista. La storia della persecuzione antiebraica attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 è nota, ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici anni per i bambini italiani. Soprattutto per quelli ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori, quando non della distruzione e dell’eliminazione fisica della propria famiglia.

Il regime fascista iniziò ad attuare la discriminazione proprio dal mondo della scuola: e i bambini ebrei – prima separati, poi esclusi, espulsi e infine internati – furono vittime tra le vittime. Con la promulgazione delle leggi razziali anche gli ebrei di Parma furono allontanati dalle scuole pubbliche, dalle università, dagli impieghi statali, dagli incarichi politici. Cinque giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia, il Ministero dell’Interno disponeva il rastrellamento degli ebrei stranieri, ordinandone l’internamento in campi di concentramento o il confino in numerose località italiane.

Per l’internamento degli ebrei venivano utilizzati i seguenti campi: il castello di Scipione (Salsomaggiore Terme); il campo ubicato nel castello di Montechiarugolo; l’albergo “Terme” a Monticelli Terme. Settantaquattro furono gli ebrei deportati dal Parmense, sia italiani sia stranieri. Delle ventitré vittime dello sterminio, sei furono bambini e la loro storia è entrata nella memoria collettiva di Parma. La storia raccontata ha inizio nel 1938, quando il governo fascista emanò leggi che colpirono i diritti di cittadinanza degli ebrei in Italia, e si concluse nell’aprile 1944, con la deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz di buona parte della comunità ebraica di Parma. Le vicende riguardano in particolare un gruppo di bambini, protagonisti, loro malgrado, di quella tragica vicenda.

Donato e Cesare della Pergola (nati nel 1932 nel 1934) il 12 dicembre 1943 furono catturati e condotti con la madre, le zie e la nonna nel campo di concentramento di Monticelli Terme, dove rimasero tre mesi, prima di essere trasportati a Fossoli. Liliana (classe 1934) e Luciano Fano (classe 1932) erano nati a Pellegrino Parmense dove i loro genitori si erano trasferiti nel 1931. L’intera famiglia, compresi il piccolo Roberto nato nel 1942 e i due nonni, fu prelevata il 7 dicembre 1943. I due nonni furono rinchiusi nel carcere di San Francesco, il padre a Scipione e la madre coi figli nel campo di Monticelli Terme. Roberto Bachi (classe 1930) e il padre, rifugiati a Torrechiara furono arrestati il 16 ottobre 1943 da una pattuglia di SS e trasferiti prima a Salsomaggiore Terme poi nel carcere di San Vittore a Milano. Nessuno di loro tornò da Auschwitz.

Oggi di loro rimangono le lapidi al cimitero della Villetta, nel parco intitolato ai fratelli Fano e Della Pergola. Rimangono i documenti che hanno permesso la ricostruzione del loro arresto e della loro deportazione.

Lenz Teatro

27-28 Gennaio ore 21

29 Gennaio ore 18

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