“Essere genitori omosessuali in Italia”, presentazione al WoPa

Si è tenuta ieri pomeriggio, negli spazi del Workout Pasubio, la presentazione del libro “Genitori come gli altri e tra gli altri. Essere genitori omosessuali in Italia”, durante una tavola rotonda, moderata da Chiara Cacciani, che ha visto la presenza della vicesindaco Nicoletta Paci, della curatrice del volume Marina Everri, di Laura Fruggeri, professoressa ordinaria di Psicologia Sociale all’Università di Parma, e dei rappresentanti delle associazioni e professionisti dei servizi sociali ed educativi.

“Per le tematiche affrontate da questo volume l’Amministrazione Comunale ha sempre espresso vicinanza e attenzione – ha introdotto la vicesindaco Nicoletta Paci. “Si tratta di argomenti sensibili, al centro di un dibattito nazionale, in grado di risvegliare contrasti e accese discussioni. E’ tuttavia utile e necessario che ci sia un confronto: questo libro riporta punti di vista diversi, di varie persone, che possono portare a un proficuo scambio di opinioni”.

Laura Fruggeri, professoressa ordinaria di Psicologia Sociale all’Università di Parma, ha sottolineato l’importanza dell’attenzione da parte delle Istituzioni per queste tematiche: “è necessario interrogarsi su quanto la burocrazia e il linguaggio delle Istituzioni continui a “soffrire” di eterosessismo. Un percorso fondamentale da intraprendere è proprio quello di eliminare dal linguaggio e dagli atti dei servizi più quotidiani le espressioni di pregiudizio”.

La curatrice Marina Everri ha spiegato i contenuti e la genesi del volume, sottolineando come l’obiettivo della pubblicazione sia stato, oltre all’approfondimento della tematica dell’omogenitorialità, quello di “mettere in contatto tra loro mondi troppo spesso lontani, come quello delle Istituzioni, dell’Università, delle associazioni e dell’attivismo, ma anche quello professionale, di educatori, psicologi e assistenti sociali che per primi intercettano i nuovi bisogni delle persone”.

Il volume:

“Genitori come gli altri e tra gli altri”, edito da Mimesis Edizioni, è il primo tentativo di raccogliere in modo sistematico e organico ricerche, esperienze, riflessioni da parte di ricercatori, professionisti, e rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni politico-legislative sul tema dell’omogenitorialità; un tema certamente attuale che ha avviato un feroce dibattito mediatico, in particolare in questo ultimo anno, sulla scia della discussione, e successiva approvazione, della normativa parlamentare sulle unioni civili.

Il volume nasce a seguito di un evento realizzato nel maggio 2014 presso l’Università di Parma, con il supporto del Comune di Parma e dell’Associazione Italiana di Psicologia, finalizzato a riunire la comunità scientifica, professionale e politica per discutere come studiare, lavorare e riconoscere i diritti delle famiglie omogenitoriali che vivono in Italia.

Marina Everri ha raccolto e integrato i contributi di vari autori che a diverso titolo si occupano di omogenitorialità, con l’intento di fornire uno strumento utile su diversi versanti: decostruire gli stereotipi verso i genitori omosessuali e i loro figli, fornire strumenti operativi per condurre ricerche e realizzare interventi idonei, dare voce a rappresentanti delle istituzioni politico-legislative e delle associazioni per riflettere sui cambiamenti necessari per fare fronte alle crescenti diversità che caratterizzano l’assetto socio-culturale del nostro paese.

In diverse parti del volume si sottolinea come l’omogenitorialità rappresenti solo una delle possibili forme familiari dentro le quali oggi si può manifestare la genitorialità. Infatti accanto alle forme familiari tradizionali troviamo madri single, famiglie migranti, famiglie adottive e affidatarie, famiglie ricomposte, ecc.

Le famiglie omogenitoriali obbligano ricercatori, professionisti, e la nostra società in generale, a interrogarsi sulla diversità in senso ampio e quindi a sfidare preconcetti, modelli di teorici e metodologie di ricerca ormai obsolete, e infine, pratiche di intervento che, se non adeguatamente adattate ai nuovi bisogni delle famiglie contemporanee, rischiano di escludere e marginalizzare invece di includere, accogliere e curare.

 

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