L’Amnic: “Parma faccia come Bologna: istituisca il disability manager”

Oggi a Parma l’incontro tra la vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini e Alberto Mutti, presidente dell’Anmic. Due i temi affrontati: barriere architettoniche e legge “Dopo di noi”. La più grande associazione di tutela dei disabili auspica l’istituzione anche nella nostra città della nuova figura, sull’esempio del capoluogo

Oggi a Parma, la vicepresidente e assessore regionale a Welfare e Politiche abitative della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini, ha incontrato Alberto Mutti, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Anmic, la più grande associazione italiana di tutela dei diritti dei disabili. Due i temi principali affrontati durante l’incontro, alla quale ha partecipato anche il consigliere regionale del Pd Barbara Lori: barriere architettoniche e “Dopo di noi”.

Sul primo fronte, quello dell’accessibilità, dall’Anmic è stato accolto con favore lo stanziamento di 1,6 milioni di euro a livello regionale, che risponderà per intero alle 52 richieste giunte dal territorio di Parma e provincia per interventi negli edifici privati. Rimane, tuttavia, il problema dell’accessibilità degli edifici pubblici, come ricordato da Mutti: “La legge ne impone l’eliminazione dal 1971: di tempo ne è passato, ma rimangono ancora tantissimi problemi”. “La Regione, da due anni, riesce a soddisfare i bisogni dei cittadini, per chiara volontà dell’amministrazione – ha sottolineato la vicepresidente Gualmini -. Per quanto riguarda gli edifici pubblici, invece, il nostro ente può fare un’attività di sollecitazione sulle amministrazioni comunali per l’accessibilità dei luoghi pubblici. A Bologna, per esempio, è stata introdotta la figura del disability manager”. E proprio il disability manager è quanto l’Anmic auspica per la città di Parma: “È una figura necessaria – spiega Mutti -, perché è il garante che tutti gli interventi che un’amministrazione fa siano nel pieno rispetto delle esigenze e dei diritti delle persone con disabilità, non solo per quanto riguarda le barriere architettoniche. Tra l’altro, proprio dalla nostra città nacque l’idea di una figura di questo tipo, che però viene prevista, con ottimi risultati, in altre città ma non qui”.

Altro argomento affrontato, la legge 112/2016 “Dopo di noi”, a sostegno delle persone con disabilità grave senza sostegno famigliare. “Ora ci aspettiamo ascolto dalla Regione, a cui spetta l’attuazione del provvedimento sul territorio – auspica Mutti -: una faccenda delicata, perché la legge, pur essendo una importante conquista, ha dei limiti. Serve molto buon senso>. <Oltre ai finanziamenti, 6,5 milioni per la nostra regione, ci sono i tempi e gli spazi per l’ascolto del mondo dell’associazionismo e dei loro bisogni per assicurare ai disabili non autosufficienti la miglior assistenza”, ha concluso la vicepresidente regionale Gualmini.

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