“Sassi nello stagno” il 20 febbraio al Cinema Odeon di Salso

Dopo la selezione al Lecce Film Fest, il successo della prima nazionale tenutasi a Roma lo scorso 19 gennaio e la proiezione a Parma del 3 febbraio, arriva anche a Salsomaggiore Terme il documentario di Luca Gorreri, Sassi nello stagno, che ricostruisce la storia del “Salso Film e TV Festival”, uno dei più innovativi e sperimentali festival cinematografici degli anni Ottanta, nato da un’idea di Giuseppe Bertolucci e dal fermento culturale maturato nel Filmstudio di Roma. La proiezione si terrà lunedì 20 febbraio alle 21.00, nel Cinema Odeon (Via Valentini, 11 – Salsomaggiore), a ingresso libero. Stefano Gallone presenta e conduce il dibattito, cui prendono parte il regista Luca Gorreri e Stefania Pioli, che ha curato il montaggio, le luci, l’audio in presa diretta e il backstage del documentario.
Attraverso immagini e video di repertorio, documenti, interviste ad alcuni dei protagonisti (Adriano Aprà, Enrico Ghezzi, Patrizia Pistagnesi, Luciano Recchia, Christa Lang, Samantha Fuller) “Sassi nello stagno” ripercorre la parabola del “Salso Film e TV Festival” che ebbe sede proprio nella città termale di Salsomaggiore e fu una fucina di tutto ciò che si faceva di nuovo nel mondo dal punto di vista del linguaggio audiovisivo e che divenne, nel suo momento culminante, il terzo in Italia per importanza, dopo Venezia e Pesaro. Il titolo del documentario nasce dalla convinzione che il Festival di Salsomaggiore fu davvero un sasso nello stagno, una grande pietra miliare che scosse le acque placide della città termale che lo ospitava. Tra i protagonisti del Festival, registi e attori di fama internazionale come Bernardo Bertolucci, Wim Wenders, Jean-Luc Godard, Samuel Fuller, Jim Jarmusch, Pedro Almodovar, Aki Kaurismaki, Otar Ioseliani, Amos Gitai; al Festival parteciparono inoltre molti registi esordienti, ora noti al pubblico, come Silvio Soldini, Marco Tullio Giordana, Fiorella Infascelli, Marco Bechis, Silvano Agosti. Non facendo concessioni alla spettacolarizzazione, la manifestazione fu però tacciata di essere elitaria e destinata a pochi intellettuali. Il documentario, opera prima di Luca Gorreri (che ne firma soggetto, regia, produzione) vuole essere a sua volta un sasso nello stagno che, a venticinque anni di distanza, smuove l’oblio in cui è caduto questo innovativo Festival, mettendo in evidenza, con ironia e autoironia, alcune delle cause della chiusura e proponendo una riflessione sul ruolo culturale dei festival in generale.
L’ingresso alla proiezione è libero e gratuito.

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