Nasce una White List per le Case Famiglia

Nasce la White List delle Case Famiglia: ne entrano a far parte solamente i Gestori che s’impegnano a operare nel rispetto della legge e del Regolamento Comunale in materia.

La Casa Famiglia potrà richiedere l’inserimento nella White List sottoscrivendo e accettando alcuni impegni fra cui la pubblicizzazione del numero telefonico dedicato per segnalazioni, maltrattamenti o altre situazioni di degrado; la garanzia di formazione adeguata del personale dipendente deputato all’assistenza; la collaborazione con i “Punti di Comunità” o presidi di Comunità del quartiere, attivandosi e costruendo azioni progettuali con i volontari delle associazioni coinvolte, favorendo altresì la frequentazione dei volontari alla struttura stessa.

L’accordo fra Comune di Parma e Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil vuole mettere ordine nel mondo privato di assistenza agli anziani e incentivare una politica locale dove il ruolo del sistema pubblico diventi, sempre più, di governance del sistema privato, così da monitorare l’offerta dei servizi, controllarne la qualità, incentivare processi migliorativi e svolgere verifiche a tutela di persone fragili, pur nel rispetto di scelte private e di modelli privati di assistenza.

Il sistema delle Case Famiglia necessita di valutazione e di attenzione, e il Comune, così come altre Istituzioni deputate, è incaricato di svolgere attività di vigilanza e controllo sulle strutture, così come previsto dalla legge, dal regolamento comunale e dalle relative norme procedimentali.

“Il Comune di Parma in accordo con le Organizzazioni sindacali e, in particolare, con le relative categorie dei Pensionati e della Funzione Pubblica – ha sottolineato l’assessore al Welfare Laura Rossi – fa un ulteriore passo in avanti: una proposta di regolazione e di monitoraggio ulteriore di un sistema privato utile alla popolazione anziana e alle famiglie che, se non controllato, rischia di implodere, dimostrando situazioni di gravissimo disagio che vogliamo prevenire ed evitare”.

“Si tratta di un accordo – hanno detto i rappresentanti sindacali, Massimo Bussandri per la Cgil, Angela Calò per la Cisl e Maria Tarasconi per la Uil – che nasce da lontano, in particolare dopo alcune delle tristi vicende parmigiane che hanno riguardato alcune strutture, e che ha trovato subito l’interesse e l’operatività dell’Amministrazione Comunale. L’accordo vuole dare una governance pubblica ad un settore per il quale, da normativa, non sarebbe prevista, così da diventare una garanzia per la qualità del

servizio, per la tutela degli ospiti, dei famigliari e dei lavoratori, che per la prima volta vedranno riconosciute le agibilità sindacali e godranno di momenti formativi qualificanti”.

Per far emergere la parte meritevole del sistema privato, il Comune realizza la White List, un elenco di cui possono far parte solo le strutture che rispettano la normativa e dimostrano la qualità dei servizi erogati. Il Comune s’impegna a tenere periodicamente aggiornato l’elenco, provvedendo a inserimenti e cancellazioni, a darne informazione periodica alle Organizzazioni Sindacali firmatarie del protocollo e a rendere pubblica la White List con cadenza annuale.

Allo stesso tempo il Comune di Parma istituirà un numero di servizio a cui potranno rivolgersi gli ospiti delle Case Famiglia ed i loro familiari per segnalare carenze nell’erogazione del servizio e ricevere supporto e indicazioni in caso si verifichino episodi di maltrattamento o situazioni problematiche.

Nel contempo le Organizzazioni Sindacali firmatarie s’impegnano a informare il personale dipendente sulle esigenze ed opportunità formative per svolgere adeguatamente questa tipologia di servizio e ad attivare i confronti con i Gestori su tale materia e a fornire informazioni, a ospiti e famigliari che ne facciano richiesta, in merito ai diritti, alle agevolazioni e alle opportunità previste per la popolazione anziana.

Che cosa sono le Case Famiglia

Sono attività economiche che nascono su iniziativa privata e si caratterizzano come comunità di tipo familiare, con sede in una civile abitazione e con funzioni di accoglienza e assistenza, che ospitano fino a un massimo di 6 persone anziane. Costituiscono un’offerta, a latere del sistema pubblico, per una categoria di bisogni di assistenza “leggera” rispetto ai quali il ruolo del pubblico è quello di governance e di stimolo di crescita in termini di qualità dei servizi offerti.

La Legge n.328 del 2000 e la DG Regionale n.564 del 2000 annoverano le Case Famiglia tra le strutture non soggette all’obbligo preventivo di autorizzazione al funzionamento, per le quali è prevista la sola comunicazione di inizio attività.

La filosofia portante delle Case Famiglia e della loro organizzazione deve basarsi sulla centralità e sul sostegno dell’anziano che viene accolto e inserito in modo da mantenere integri i legami con la sua famiglia, la sua casa, i suoi amici. La struttura deve, infatti, farsi carico dell’anziano nella sua globalità e, oltre a garantire un soggiorno e un’assistenza di ottimo livello, deve promuovere le potenzialità di salute, di benessere, di affettività e di vita relazionale degli assistiti.

Il Comune con Deliberazione di Consiglio Comunale n.43 del 30.06.2015 ha approvato il “Regolamento per la disciplina, la valorizzazione e la qualificazione delle case famiglia per anziani e per l’esercizio delle attività di vigilanza e controllo” e con Delibera di Giunta Comunale n.54 del 24.02.2016 ha approvato le relative “Norme procedimentali e organizzative relative all’avvio ed alla gestione delle case famiglia per anziani e all’esercizio delle attività di vigilanza e controllo” con l’obiettivo, attraverso la definizione di requisiti strutturali, assistenziali, organizzativi e funzionali minimi e delle modalità di esercizio delle attività di vigilanza e controllo, di pervenire a una gestione corretta e omogenea delle Case Famiglia per anziani, nel quadro normativo vigente, e di tutelare in misura più completa le persone accolte e assistite presso tali strutture.

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