La mostra “Le donne e la Grande Guerra” inaugura sabato

Nell’ambito del 70° del voto alla donne e della Costituzione, l’Istituto Alcide Cervi prosegue nel suo lavoro di scavo, di ricerca, ma anche di divulgazione del ruolo che le donne hanno avuto nella costruzione delle Istituzioni democratiche. Si inseriscono in questo percorso anche le Celebrazioni della Grande Guerra, che sono in questo senso uno stimolo per verificare e approfondire come già durante inizio secolo gli eventi tragici legati alla guerra abbiano modificato in profondità la storia sociale, i costumi, quando le donne per la prima volta diventano parte attiva della economia e della società collettiva, chiamate a fare fronte all’assenza di molti uomini chiamati a combattere, con conseguenze molto pesanti a livello economico e sociale.

La mostra si compone di pannelli che ricostruiscono la Prima Guerra dal punto di vista dei ruoli che le donne vi esercitarono. In questo senso la mostra avvalora la teoria ormai storicamente acquisita del collegamento fra la I e la II guerra mondiale, e della II guerra come conseguenza delle dinamiche sociali e politiche che seguirono alla I guerra. Un focus particolare verrà dedicato al Congresso Internazionale delle Donne per la Pace che si tenne all’Aia nel 1915, che bene mette in evidenza il ruolo attivo e articolato che le donne si stavano ritagliando in quei tempi bui.

Dal 1915 infatti i posti di molti contadini ed operai furono lasciati vuoti e vennero coperti da chi era restato e non sarebbe mai stato chiamato al fronte: le donne appunto. Non che le donne fossero del tutto nuove a questo tipo di esperienza: molte di loro erano già abituate a contribuire al lavoro nei campi mentre, a livello industriale, la loro presenza era già stata registrata nel settore tessile. Ma adesso il loro numero aumentava in modo sensibile, portandole ad essere presenti in settori del tutto nuovi come la metallurgia (riconvertita alle esigenze belliche), la meccanica, i trasporti e mansioni di tipo amministrativo.

Le donne presero il posto dei propri mariti (o figli) anche in quelle faccende domestiche tipicamente maschili come le questioni burocratiche, gli acquisti o le vendite di prodotti agricoli ed i problemi di natura legale. Si è trattato di una prima “emancipazione”lavorativa cui non corrispose però una maggiore libertà a livello personale, perché nelle famiglie rimanevano gli uomini più anziani, mentre le diffidenze diffuse (soprattutto nei confronti delle ragazze più giovani, che sempre più spesso si spostavano dalla loro casa per trovare un’occupazione) non favorivano l’avvio di un vero processo di emancipazione. E però vero che proprio da questo momento si modificò il ruolo delle donne nella società e ci fu una spinta decisiva al processo di emancipazione femminile.

La mostra è anche l’occasione per contestualizzare il ruolo che le donne contadine, come Genoeffa Cocconi, la madre dei Sette Fratelli Cervi, andavano sempre più articolando all’interno della famiglia e nel contesto esterno, e per richiamare anche il diritto al voto esercitato per la prima volta dalle donne in Italia nel 1946 e la partecipazione della Donne Costituenti alla stesura della Carta Costituzionale.

In occasione dell’inaugurazione del 25 marzo alle ore 16, gli interventi di Albertina Soliani, Presidente Istituto Cervi, Carla Nespolo, Vicepresidente Anpi Nazionale, e Carlo Perucchetti, Centro Studi Musica e Grande Guerra, metteranno in luce i temi della mostra, evidenziando il collegamento fra gli eventi della I^ guerra e gli anni immediatamente precedenti alla II^ guerra, attraverso il ruolo, la partecipazione e il protagonismo che le donne andavano costruendo.

La mostra rimarrà allestita nelle sale del Museo dal 25 marzo al 21 maggio 2017. Verranno proposti per questa occasione percorsi di visita appositamente studiati per le scuole, con attenzione agli eventi storici a partire dalle riproduzioni di documenti esposti.

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