Legionella al Montebello, Cavandoli: “Tante inadempienze”

“Troppe sono le domande cui non è stata data risposta sull’epidemia di legionella nel quartiere Montebello, – dichiara la candidata sindaco di centro destra Laura Cavandoli – ma soprattutto non è noto se il Comune di Parma si è adoperato per attuare quelle operazioni per la prevenzione in città di un nuovo contagio. Abbiamo visto e sentito Pizzarotti rispondere, anche in modo stizzito, alle lamentele rivolte al Comune, oltre che agli altri enti competenti, per la gestione dell’epidemia”.

Un’epidemia che ha colpito 42 persone in un’area circoscritta della città ed è stata la più importante di quel particolare genere in Italia almeno da 25 anni. Come riporta l’Ausl, il 2016 è stato particolarmente critico sul fronte delle malattie infettive. La causa di quel contagio, dovuto necessariamente a un fattore ambientale, molto probabilmente rimarrà sconosciuta. Infatti, come riferisce la relazione finale dell’unità di crisi costituita dalla Regione Emilia-Romagna per approfondire questo specifico caso, le indagini ambientali su diverse torri di evaporazione dalle quali il batterio responsabile dell’epidemia si sarebbe potuto diffondere, hanno dato esito negativo perché quando sono stati effettuati i controlli erano già state spente o bonificate.

“Ad oggi non si hanno notizie che il Comune di Parma si sia attivato per redigere il catasto di tutte le torri di evaporazione della città come indicato dalle linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi, – aggiunge Cavandoli – operazione che peraltro non aveva fatto quando è esplosa l’epidemia del Montebello rendendo più difficoltosa la ricerca della sua causa, si sarebbe dovuto provvedere subito. Da notare è infine come, anche su questa vicenda dove le scelte amministrative di Pizzarotti si confondono con quelle di spettanza di enti collegati alla Regione governata dal PD, anche il PD locale con il suo candidato sindaco, non sia particolarmente loquace”.

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