Rete Ambiente Parma: “Il secco no di sindaci e popolazione alla cassa di espansione del Baganza di Aipo”

Positiva assemblea giovedì 25 al cinema di Felino: tanta gente, tanti sindaci della val Baganza, politici come il deputato Giuseppe Romanini del Pd ed anche Cesare Azzali dell’Upi.

Ma, soprattutto, interventi veri sulla cassa d’espansione, sul torrente Baganza, sull’alveo disastrato e sui problemi della valle, dei suoi versanti boscati.

Organizzata dal Comitato del Casale, da Rete Ambiente Parma e dall’opposizione di sinistra in consiglio comunale, l’incontro ha messo subito al centro la discrepanza tra un manufatto così impattante sul territorio e un’asta di torrente abbandonata a se stessa nella sua parte montana.

Come volere testardamente mettere insieme una scarpa e una ciabatta.

Come se l’alluvione non fosse arrivata proprio dai pendii, da quei versanti ripidi e soggetti a taglio raso, da quel profilo di torrente il cui alveo si è abbassato lasciando terrazzi pensili non più inondabili dalle piene, in cui si è costruito e sottratto spazio all’acqua.

Quello che manca nel progetto Aipo è proprio l’assenza della valutazione dell’impatto territoriale dell’opera.
Gli ingegneri ci hanno frastornato di dati, slides e numeri per raccontarci quanto sia perfetto il loro manufatto, la loro cattedrale nel deserto, ma il problema vero è che non hanno messo nel progetto la riqualificazione dell’alveo del torrente.

Non hanno spiegato come ripristinarlo per metterlo in grado di affrontare le piene di un futuro in cui il cambiamento climatico si farà sentire.

Non hanno tenuto conto minimamente della gente, della necessità di informarla e consultarla in corso d’opera, mentre cresceva l’impianto progettuale.

E soprattutto si è omessa la comparazione tra il loro progetto e altri studi alternativi esistenti, come quello della Provincia del 2015, che prevede 3 casse lungo l’alveo, di impatto minore e con metà spesa.

Ma se il SIA (lo studio di impatto ambientale) è stato così platealmente insufficiente, come’è possibile arrivare a chiudere la VIA (la valutazione di impatto ambientale) con delle semplici osservazioni?

I sindaci sono stati invitati a portare il loro contributo e la risposta è stata un netto rigetto del progetto Aipo di una sola cassa, come mai prima avevano fatto, sostenendo invece lo scenario delle tre casse di espansione.

Perché non dirlo prima? I sindaci hanno risposto di non avere le competenze per contraddire i progettisti e per scegliere diversamente.

Ma il principio di precauzione è lo strumento affidato proprio a loro per limitare i rischi di salti nel buio. I sindaci non possono delegare le decisioni sull’ambiente del loro territorio solamente a tecnici.  Devono acquisire i pareri e sulla base di quelli decidere, consultando i cittadini.

La consigliera regionale Barbara Lori non ha saputo spiegare perché non sia stato posto all’assemblea dell’Emilia Romagna il contrasto tra l’opinione del territorio e il progetto di cassa. Giuseppe Romanini ha espresso l’opinione che a questo stadio dell’iter sia difficile tornare indietro, manifestando così la confusione di posizioni che ci sono all’interno del PD parmense nell’avallare un progetto dettato in ultima analisi dalla Regione.

Un esponente del Comitato alluvionati del Montanara si è detto d’accordo con la posizione degli organizzatori dell’assemblea e disponibile a fare fronte comune nei confronti della Regione.

Con l’appoggio del Comitato alluvionati ora è possibile dispiegare con più forza l’opposizione alla cassa AIPO, presentando in Regione l’istanza sull’alternativa, controfirmata dai sindaci del territorio e divulgata pubblicamente attraverso i mezzi di informazione.

Finalmente è emersa pubblicamente l’opinione diversa del territorio sul progetto della cassa di espansione Aipo.
Un secco no dei sindaci e della popolazione che ora deve essere tenuto in seria considerazione.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma, salvaguardia e sostenibilità del territorio locale

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