Pagliari (Pd): “Lo Ius soli per minori stranieri è una legge di civiltà”

Il disegno di legge sullo “Ius soli” è approdato nei giorni scorsi in aula al Senato. E’ una legge di civiltà che dà la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana ai figli dei migranti regolarizzati nati o cresciuti nel nostro Paese, se rispondono a determinati requisiti di integrazione come, ad esempio, il completamento del ciclo scolastico.

Oggi chi nasce in Italia da genitori stranieri resta straniero fino alla maggiore età. Parliamo di un milione di ragazzi nati nel nostro paese o che vi sono arrivati quando erano ancora molto piccoli. Oggi a scuola, gli alunni stranieri sono oltre 814mila, per la metà ragazze. Immigrati di seconda e terza generazione che sono e si sentono italiani ma per la legge non lo possono ancora essere, appesi come sono a un permesso di soggiorno e senza il riconoscimento di diritti fondamentali, a cominciare da quello di voto.

Contro lo “Ius soli” si è scatenata una campagna di opposizione violenta, fondata su luoghi comuni, demagogia e vere e proprie falsità. Della riforma della legge sulla cittadinanza si parla da 25 anni, e da 10 la legge sullo “Ius soli” naviga in Parlamento senza arrivare mai alla meta, osteggiata dall’ostruzionismo delle forze politiche più conservatrici e di destra, alle quali, da ultimo, si sono aggiunti anche i Cinquestelle, annunciando la loro astensione sul provvedimento, che al Senato equivale al voto contrario.

Occorre sfatare le indecorose bugie sulla cittadinanza ai minori stranieri alimentate dalle destre e dai Cinquestelle. La nostra legge sulla cittadinanza è una delle più restrittive d’Europa. Per non parlare di paesi come USA e Brasile, dove la cittadinanza si acquisisce, automaticamente, con la nascita. Con lo “Isu soli” la legge viene modificata, prevedendo la concessione della cittadinanza ai bambini e ai giovani, nati in Italia o giunti prima dei dodici anni, figli di immigrati regolari, già da anni residenti in Italia con permesso di soggiorno: nessuna apertura, dunque, ai figli di immigrati irregolari.

Il disegno di legge prevede due canali per la concessione della cittadinanza dei minori.
Il primo, denominato “Ius soli temperato”, stabilisce che la cittadinanza italiana può essere concessa al nato in Italia con almeno un genitore con permesso di soggiorno permanente, che si può ottenere dopo almeno 5 anni di soggiorno continuativo.
Il secondo, denominato, “Ius culturae”, prevede due requisiti per l’acquisizione della cittadinanza:

– può ottenerla il minore straniero nato in Italia, o che vi ha fatto ingresso entro i 12 anni, che ha frequentato regolarmente in Italia, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale;

– può ottenerla il minore che ha fatto ingresso nel territorio nazionale prima del compimento della maggiore età, se risiede in Italia da almeno sei anni, se ha frequentato regolarmente un ciclo scolastico e se ha conseguito un titolo di studio conclusivo, ovvero una qualifica professionale attraverso un corso di formazione professionale triennale o quadriennale.

Con queste regole, l’Italia si allinea alla legislazione attualmente vigente nei grandi paesi dell’Europa occidentale: Francia, Germania, UK, Spagna.
Non è vero, infine, che la cittadinanza verrà concessa in modo incondizionato. Bisogna ricordare, a questo proposito, che non avrà la cittadinanza italiana il minore con precedenti penali o che risulti pericoloso per la sicurezza della nostra Repubblica. E non è vero che i genitori stranieri del minore acquisirebbero automaticamente la cittadinanza una volta che il figlio l’avesse ottenuta: per gli adulti resta il requisito di 10 anni di permanenza continuativa, sempre che non abbiano avuto nel frattempo condanne e che non risultino soggetti a rischio per l’ordine pubblico.

Senatore Giorgio Pagliari
Capogruppo Pd Commissione Affari Costituzionali del Senato

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