Aviaria, individuato focolaio in un allevamento di tacchini a Sorbolo

Un focolaio di aviaria è stato individuato in un allevamento di tacchini a Sorbolo, in provincia di Parma. Per evitare ogni possibile rischio di diffusione del virus, è stato disposto, con ordinanza del sindaco, il sequestro dell’allevamento e l’abbattimento – a partire da domani, venerdì 4 agosto – degli animali.

Intanto, è già alla firma del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’ordinanza che dispone l’istituzione delle zone di protezione (ZP) nel raggio di tre chilometri dall’allevamento e di zone di sorveglianza (ZS) a 10 chilometri, e l’adozione di una serie di misure. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, non vi è alcun rischio collegato al consumo di carni avicole.

Tutto è partito da un improvviso aumento della mortalità tra gli animali dell’allevamento, dove sono presenti 24.000 tacchini. Il Servizio veterinario dell’Azienda Usl di Parma è intervenuto tempestivamente: sono stati effettuati gli accertamenti clinici e gli esami di laboratorio previsti, e il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha confermato che si tratta del virus dell’influenza aviaria.

Le misure di prevenzione
La Regione Emilia-Romagna dispone, attraverso l’ordinanza alla firma del presidente Bonaccini, tutte le misure necessarie per isolare il fenomeno, mentre l’Azienda Usl di Parma sta attivando i protocolli operativi per prevenire e contrastare la diffusione del virus. Oltre all’istituzione di zone di protezione e sorveglianza nel territorio dove si trova l’allevamento (con censimento di tutti gli allevamenti e degli animali presenti, prelievi, accertamenti clinici e campionamenti da parte dei veterinari e controlli straordinari, divieto di movimentazioni di volatili e prodotti), l’ordinanza prevede anche misure da applicare su tutto il territorio regionale.
Nello specifico, è sospeso l’utilizzo, nell’attività venatoria, di uccelli acquatici come richiami vivi. Inoltre, dev’essere mantenuta una netta separazione tra il pollame domestico e quello selvatico, sia a livello commerciale (per le aziende che vendono animali e prodotti) che rurale (chi li alleva per sé). In particolare, gli animali presenti negli allevamenti all’aperto vanno tenuti all’interno di capannoni. Nel caso in cui ciò non sia possibile, le aree di alimentazione e abbeveraggio del pollame non devono essere accessibili ai volatili selvatici.

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