Una canzone contro la mafia, nata dai beni confiscati a Parma

Studenti e pensionati hanno scritto una canzone contro la mafia.

È nata dall’ascolto della testimonianza di Margherita Asta, familiare di vittima di mafia, esempio di coraggio e di impegno, che da anni vive a Parma.

Il 2 aprile 1985 perse la madre Barbara Rizzo, di 30 anni e i fratelli gemelli Giuseppe e Salvatore, di 6 anni, nell’attentato al giudice Carlo Palermo. Durante il campo di Libera di quest’estate, nel bene confiscato di Salsomaggiore Terme, Margherita Asta ha raccontato la strage di Pizzolungo e ha spiegato che la mafia non guarda in faccia nessuno e colpisce tutti.

La canzone è stata composta dai pensionati dello Spi Cgil e dagli studenti dell’Udu – Unione degli universitari di Parma, durante il secondo laboratorio antimafia “Aria Pulita”, dentro la villa confiscata alla camorra di Berceto, che si è svolto l’11 e 12 settembre scorso. Il video del brano è stato presentato lunedì 20 novembre, nel palazzo dei congressi di Salsomaggiore Terme, durante l’iniziativa “La legalità si nota”, organizzata dal sindacato pensionati della Cgil, alla presenza dell’assessore regionale alla cultura e legalità Massimo Mezzetti, del segretario nazionale dello Spi Cgil Ivan Pedretti e del sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore.

La canzone è cantata da Victoria Oluboyo, studentessa di giurisprudenza, che ha partecipato per l’Udu a entrambi i laboratori di Berceto, da Gabriella Corsaro, il cui zio, Giuseppe Rechichi, è vittima innocente di mafia e da Paolo Bertoletti, segretario generale dello Spi Cgil di Parma. Chitarre e arrangiamento musicale di Corrado Turilli. Alla scrittura del brano hanno collaborato anche Enrica Pranteddu, Mirella Cerri e Luigi Bianchi.

 

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