La riforma del codice antimafia. La Bindi a Parma invitata dal Borgo

Parma – scelta anche da Libera come sede regionale per il coordinamento della lotta alle mafie nella marcia dello scorso 21 marzo – è stata in questi giorni al centro del dibattito sulla lotta alla criminalità organizzata.

Il convegno del 16 marzo scorso con Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha permesso di delineare gli aspetti salienti della Riforma del Codice antimafia che rappresenta una pietra miliare nel percorso della lotta alla criminalità organizzata e nello sviluppo della cultura della legalità nel nostro Paese. Numerosa la presenza delle Istituzioni: dal Prefetto Giuseppe Forlani, al Sindaco Federico Pizzarotti, dal Rettore Paolo Andrei a Filippo Fritelli, Presidente della Provincia di Parma. Il convegno – sostenuto da AIGA, sezione di Parma e dai Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Parma – ha ottenuto il Patrocinio del Senato della Repubblica, della Prefettura, del Comune e della Provincia di Parma e dell’Ordine dei Commercialisti della nostra Città.

Venerdì 16 marzo 2018 si è tenuto nella nostra Città, presso il Palazzo del Governatore, il convegno dal titolo: “La Riforma del Codice antimafia – Per un futuro di legalità e giustizia”, promosso dal Circolo Il Borgo in collaborazione con l’Università di Parma. La giornata, moderata dalla professoressa Monica Cocconi, Associata di Diritto amministrativo all’Università di Parma e Delegata del Rettore all’anticorruzione e alla trasparenza, ha visto due sessioni di approfondimento, una al mattino e una al pomeriggio, che hanno permesso di illustrare il contenuto delle principali novità introdotte dalla riforma del codice antimafia. Particolare attenzione, nel corso del convegno, è stata dedicata all’analisi della situazione criminosa in Emilia-Romagna, con focus sul territorio parmense: sono stati oggetto di approfondimento la trattazione della disciplina dei beni confiscati e l’analisi dei casi di ricorso obbligatorio alla certificazione antimafia.

Partendo dalla analisi della cultura mafiosa, è stato dato inoltre dato ampio spazio alla presentazione degli strumenti che le istituzioni possono utilizzare per promuovere tra i giovani e nella società civile la cultura della legalità e ad esempi virtuosi di gestione di beni confiscati. Giuseppe G. Luciani, Presidente del Circolo Il Borgo ha aperto i lavori sottolineando come la promozione della cultura della legalità sia il vero antidoto alla corruzione, nel percorso di consolidamento della democrazia. Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, con riferimento alla presenza della criminalità organizzata in Emilia Romagna, ha sottolineato come le inchieste Aemilia e Stige abbiano svelato che nessun territorio del Paese, soprattutto se economicamente florido, può dirsi libero dalla presenza delle mafie. Oggi l’infiltrazione è concentrata sull’economia privata, più che su risorse pubbliche, per assicurarsi gli appalti. La maggiore consapevolezza del fenomeno è il presupposto per un maggiore contrasto al fenomeno da parte di tutti.

E’ quindi seguito l’intervento di Paola F. Ranieri, membro della Commissione Cultura e Politiche Giovanili del Comune di Parma che ha sottolineato come la Riforma preveda il maggiore intervento degli Enti locali nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno criminale mafioso, con l’introduzione di nuovi interventi normativi in ambito di trasparenza, anticorruzione, nuovo codice dei contratti pubblici e interdittive antimafia. La dott.ssa Ranieri ha, infine, ricordato che il Comune di Parma ha recentemente ottenuto il trasferimento gratuito di un bene confiscato alle mafia, con ridestinazione del medesimo a fini sociali ed il Consiglio Comunale ha recentemente approvato il piano triennale anticorruzione e trasparenza (2018-2020). E’ seguito quindi l’intervento di Stefania Pellegrini, Associata di Sociologia del diritto, Direttrice del Master di II Livello su Gestione e riutilizzo dei beni e aziende confiscati alle mafie Pio La Torre, Università di Bologna – Libera che ha sostenuto quanto sia importante mettere a disposizione i beni confiscati per farli diventare beni comuni e opportunità di lavoro. Giorgio Pagliari, Ordinario di Diritto Amministrativo dell’Università di Parma e relatore in Senato sulla riforma del Codice antimafia ha dichiarato come l’approfondita analisi dell’on. Bindi abbia consentito di percepire l’importanza della lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso anche per il nostro territorio.

Il focus del pomeriggio, moderato da Mario L’Insalata, avvocato, docente a contratto di Diritto penale, Università di Parma ha visto l’intervento di Massimo Mezzetti, Assessore alla cultura e politiche per la legalità – Regione Emilia Romagna, che ha affermato come sia importante che la riflessione venga proprio da Parma “contaminata” da infiltrazioni e dal radicamento delle organizzazioni mafiose. Vincenzo Pasqua, Viceprefetto di Parma ha illustrato la portata altamente distruttiva degli equilibri economici, produttivi e sociali del nostro territorio a causa della mafia e ha esaminato alcuni strumenti giuridici di prevenzione e contrasto disciplinati dal nuovo Codice antimafia.

Simona Cazzaniga, avvocato dello Studio legale Sutti di Milano, ha concluso i lavori illustrando l’esperienza del laboratorio “Riuso beni confiscati alla mafia”, realizzato in collaborazione con docenti e studenti dell’Università Statale e del Politecnico di Milano che ha permesso di avviare progetti virtuosi di gestione di beni sottratti al crimine organizzato di elevato spessore sociale ed autosufficienti sul piano economico.

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