INTERVISTA – Rossi: “Ogni controllo sulla Laminam è stato attivato”

Intervista a Diego Rossi, sindaco di Borgotaro, sul futuro del Comune della Valtaro e sulla spinosa questione della Laminam.

Qualche giorno fa abbiamo intervistato l’on. Zanichelli del M5S (leggi) che ha dichiarato che il futuro di Borgotaro non è quello di produrre mattonelle ma produrre dolci di qualità e turismo. La vostra visione qual è? 

Quello espresso da Zanichelli mi pare un approccio molto parziale. Borgotaro ha una storia importante di cittadina di servizi e di lavoro per un territorio più ampio dei suoi confini comunali. Per fare ciò è necessaria la giusta combinazione di piccola e media industria, artigianato, servizi, commercio, turismo. Solo così si riesce a mantenere sul territorio una popolazione che risiede, lavora, utilizza servizi (tra cui l’Ospedale e le Scuole Superiori) e li rende disponibili per una vallata di 20.000 abitanti. Anche per questo negli ultimi anni tutti si sono concentrati per recuperare centinaia di posti di lavoro nel settore ceramico che, dopo la crisi iniziata nel 2008, sembravano persi.

Questo mix è la condizione strategica che differenzia un Comune di montagna come il nostro rispetto ad altre situazioni appenniniche, anche dell’Emilia Romagna. L’Appennino si spopola e perde servizi dappertutto. Viceversa Borgotaro ha saputo, con grande difficoltà e pure qualche criticità, mantenere una capacità di attrazione importante. Basti pensare che nel 2017 abbiamo ricevuto 191 richieste di trasferimento di residenza a Borgotaro contro 120 in uscita: un indicatore da tenere in considerazione, ultimo e unico argine al calo demografico.

Quindi il turismo non basta? 

No, sebbene i dati attestino un raddoppio delle presenze turistiche a Borgotaro, che sono passate da circa 10.000 del 2011 a più 20.000 nell’ultimo anno registrato. Il turismo è un settore importante, che va a integrarsi con gli altri, da solo non è sufficiente per mantenere i servizi che abbiamo. Le esperienze migliori dei territori montani rivelano che è la combinazione dei fattori economici a essere vincente e consente un futuro alle Comunità dei territori appenninici.

Le attività produttive, però, generano problemi… penso ad esempio alla Laminam? 

E’ chiaro che quando parliamo di mix, il presupposto è la compatibilità, prima di tutto dal punto di vista sanitario e ambientale. Va detto che, opportunamente,  in questi ultimi anni la normativa ambientale a cui devono attenersi le attività produttive si è evoluta in modo positivo e attento, nell’interesse dell’ambiente e della salute. Borgotaro aveva già una ceramica dalla metà degli anni ’70; è evidente che le condizioni emissive di allora, così come quelle di Fincuoghi nel 1995, erano molto diverse da quelle molto più restrittive di oggi.

Ma allora perchè tante polemiche sulla Laminam? 

Il caso Laminam si è aperto perchè in diverse zone del paese i cittadini avvertivano odori intensi. Li ho sentito io stesso, e alla fine del 2016 segnalai il problema ad Arpae. Ci siamo subito attivati e nel febbraio 2017 abbiamo chiesto la modifica dell’autorizzazione integrata ambientale dell’azienda per intervenire sull’aspetto specifico dell’odore per ridurlo e, se possibile, eliminarlo.

Nell’agosto del 2017 sono stati installati filtri contro gli odori. I dati pubblici certificati da Arpae attestano nel febbraio-marzo 2017 le emissioni contenevano circa 20.000 unità odorigene per “normalmetrocubo”, oggi una media tra 1000-1500. Questa riduzione è confermata anche dai cittadini e dal numero delle loro segnalazioni.

Siamo consapevoli che in una parte della cittadinanza rimangono preoccupazioni che devono essere sciolte. Ad oggi i dati di controllo forniti sono confortanti e dobbiamo essere capaci di comunicarli in modo corretto. L’importanza del dialogo è innegabile: la serenità sociale è un elemento della qualità della vita. Abbiamo commesso degli errori di comunicazione, non li neghiamo. Vogliamo andare avanti insieme, recuperando il coinvolgimento di tutti gli attori sociali coinvolti e auspicando la massima collaborazione.

Però le segnalazioni di irritazioni permangono? 

Sì, proprio per questo abbiamo chiesto il coinvolgimento dell’Istituto Superiore di Sanità per fugare qualsiasi dubbio. In dieci mesi la Laminam è stata oggetto di più di 60 controlli da parte di Arpae e Ausl, controlli che stanno continuando con esiti che sono regolarmente pubblicati. Non sono rilevati sforamenti dei limiti di legge. Nonostante ciò ho chiesto all’Ausl se fossero necessari ulteriori provvedimenti: l’Autorità sanitaria  mi hanno messo nero su bianco che, sulla base dei dati e dei riscontri sanitari attuali, non ci sono neppure deboli indizi di correlazione tra le emissioni e i disagi segnalati e che, ad oggi, non si rendono necessari altri provvedimenti.

Un altro elemento importante, di ulteriore garanzia per tutti, consiste nell’indagine aperta a marzo 2017 dalla Magistratura, il soggetto terzo per eccellenza, che è stata in ditta, ha inviato tecnici e analizzato le carte e sta facendo tutto quello che deve fare. Ogni controllore è stato attivato.

Che funzione ha il Tavolo sulla Laminam? 

Insieme alla Regione stiamo istituendo un Tavolo di garanzia aperto alle Istituzioni, agli Enti di controllo ma soprattutto ai Comitati, associazioni ambientaliste, l’Azienda, i sindacati. Ciascun aderente nominerà propri rappresentanti all’interno di un Comitato Tecnico Scientifico, supportato anche dall’Istituto Superiore di Sanità e dal CNR. La funzione del tavolo sarà quella di condividere valutazioni tecniche e interventi futuri, nel modo più trasparente e partecipato possibile. Spero che i Comitati aderiscano, perchè ciò va nell’interesse di tutta la Comunità e della migliore definizione della situazione.

Andrea Marsiletti

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