Pagliari: “Dalla Cavandoli una lezione di cerchiobottismo”

Nel momento in cui anche l’ex Cavaliere festeggia il 25 aprile, ricordando il primo Hitler, l’on. Cavandoli dà una lezione di sottile cerchiobottismo (leggi): vado alla messa in onore dei Caduti della Resistenza, ma non al corteo perché non mi piace pensare alla liberazione come una “festa ideologica” e perché “dopo l’8 settembre in Italia c’è stata una guerra tra due fazioni mosse entrambe da convinzioni valide e giuste”.

Siamo seri!??! Senza il 25 aprile non ci sarebbero né la democrazia, né il suffragio universale, né la Costituzione. Davvero non sono almeno questi motivi di festa per tutti gli Italiani, uniti? Era giusta la difesa del fascismo e della dittatura, delle leggi razziali, del suffragio limitato, dei delitti politici, delle epurazioni? Si potrà anche pensarla così, ma al di là della distorsione dei fatti storici è chiara la scelta di campo che ciò presuppone: eufemisticamente, il lepenismo, ovvero il fascismo contemporaneo.

Prendiamo atto che non è solo Casa Pound che non festeggia, ma c’è chi giustifica il “vestirsi a lutto” come questi signori. D’altra parte, il pacato leader leghista dice si incontrerà di nuovo presto con Marine Le Pen, e parla di “passeggiata” su Roma qualora non gli venisse affidata la guida del governo come capo Cdx. E ciò sarebbe giustificato da uno “strappo democratico” come quello di non consentire al Cdx di governare! Mistificazione pura. Con il Rosatellum può dichiararsi vincitore solo chi abbia ottenuto il 51% dei seggi.

Diversamente, chi ha avuto più consensi ma insufficienti è il miglior perdente. Il che, in ogni sistema democratico, non si chiama vincitore! Peccato che la Lega (meno voti del PD alle ultime elezioni), abbia gridato allo” strappo” anche quando il Parlamento votò l’Italicum, una legge che consentirebbe ora di avere maggioranze chiare e solide e non più imbarazzanti ricerche di voti mancanti pur di governare.

Giorgio Pagliari

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