La Regione approva indirizzi per l’infanzia: meno tasse e liste d’attesa più brevi

La proposta della Giunta regionale sugli indirizzi di programmazione degli interventi in materia di servizi educativi per l’infanzia finalizzati alla creazione di un sistema integrato 0-6 anni nel triennio 2018-2020 arriva in Aula, ottiene il via libera, ma scatena lo scontro tra maggioranza e opposizione sul tetto per i contributi alle scuole paritarie e sul ‘fattore famiglia’ – l’accesso ai servizi riservato ai “residenti sul territorio dell’ente locale di riferimento da almeno tre anni” – inserito in un sub emendamento a firma di Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia), Andrea Galli (Forza Italia), Michele Facci (Gruppo misto-Mns), Matteo Rancan, Gabriele Delmonte e Andrea Liverani (Lega Nord).

La proposta del cosiddetto ‘fattore famiglia’ ha scatenato Silvia Prodi (Gruppo misto-Mdp), che ha sottolineato come “non si possa costringere gli stranieri a non fare figli e a non accedere a uffici comunali per i primi tre anni”. Ma ancora più duro Igor Taruffi (Sinistra Italiana): “Tutto questo sembra anticipare la leggi razziali e qui avrete solo ribellione”. Un emendamento che è stato bocciato ma che secondo Galli “da nessuna parte era specificato che era rivolto agli stranieri: si vedono cose che non esistono”. Alla fine, la proposta della giunta ha ottenuto il via libera in Aula, con il voto a favore del Partito democratico, ma l’astensione di Lega Nord, Movimento Cinque Stelle, Sinistra Italiana, gruppo misto-Mdp e Movimento nazionale per la sovranità. Il piano che prevede fondi statali per 14 milioni di euro e altri 7,5 milioni messi in campo ogni anno dalla giunta regionale.

Tra gli obiettivi che l’esecutivo regionale si pone ci sono, in particolare, la riduzione delle rette e delle liste d’attesa, come ha spiegato la consigliera dem Francesca Marchetti: “Un piano che è stato condiviso con gli enti locali e che consolida il sistema integrato per la prima infanzia. Inoltre- ha aggiunto l’esponente Pd- ci sarà una novità rispetto al piano precedente, visto che si potrà stabilire che la ripartizione delle risorse agli enti locali e alle loro forme associative assumerà come unico criterio il numero dei bambini iscritti o frequentanti”. Fondi che Tagliaferri (Fdi) ha chiesto di ripartire in base al numero dei bambini iscritti anche alle scuole dell’infanzia paritarie, “eliminando il limite del 10%”.

Inoltre, alla proposta della giunta si è aggiunto anche il tema dello stress da lavoro correlato, tema già anticipato in commissione e che è arrivato in un emendamento a prima firma Marchetti (Pd), seguita da Rancan (Ln), Paolo Calvano (Pd), Giuseppe Boschini (Pd), Manuela Rontini (Pd), Massimo Iotti (Pd), Nadia Rossi (Pd), Fabio Rainieri (Ln), Lia Montalti (Pd), Mirco Bagnari (Pd) e Katia Tarasconi (Pd), che prevede “formazione degli operatori dei servizi educativi” per garantire “qualità del servizio”. Un emendamento nato dopo che Rancan, anche in commissione, aveva sottolineato “la necessità di affrontare il tema, in particolare dopo i gravi episodi che si sono verificati anche in nostri asili e che non si devono più ripetere”.

Mentre da Michele Facci (Movimento nazionale per la sovranità) arrivano puntualizzazioni legate alla sicurezza e sull’edilizia scolastica: “Chiedo alla giunta se sia stata fatta una mappatura della situazione delle scuole su tutto il territorio regionale, visto che alcune credo non abbiano ancora un certificato antincendio, collaudi o certificati di agibilità”. Dal Movimento 5 Stelle, invece, è arrivata la richiesta di velocizzare i tempi per l’accreditamento dei nidi e che i fondi statali e regionali a scuole debbano rispettare “i criteri di trasparenza e partecipazione delle famiglie”, come ha sottolineato Andrea Bertani. L’assessore Elisabetta Gualmini ha approvato “la presentazione di un emendamento riguardante lo stress da lavoro correlato” e ha evidenziato come i circa 20 milioni di fondi che sono previsti ogni anno siano destinati “ai Comuni per abbassare le rette”.

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