Immigrazione, il centrosinistra infierisce su se stesso (di Andrea Marsiletti)

Ormai lo hanno capito tutti: non è sull’articolo 18, sui voucher, sui diritti civili o sulle tasse che il centrosinistra si è ucciso, ma sull’immigrazione. A giudicare dalla sua azione politica di queste settimane, però, si deduce che non è ancora sazio, e continua a infierire sul suo cadavere. Del resto si sa, il male che riusciamo a infliggerci da soli è spesso superiore a quello che ci infliggono gli altri.

Un breve riepilogo.

Il Pd è stato al Governo negli anni più segnati dall’immigrazione incontrollata. Il Ministro degli Interni Alfano fu incapace di gestire il fenomeno, al punto che Gentiloni lo rimosse affidando l’incarico a Minniti. Questi, da vero comunista, non ci mise molto ad accordarsi con le milizie libiche demandando a loro il blocco di quel flusso di profughi e migranti economici. Mentre Minniti cercava di limitare gli arrivi, costi quel che costi, nel centrosinistra si levavano forti le voci che accreditavano questa immigrazione come una risorsa per il Paese, indispensabile per compensare il calo demografico e pagare le pensioni alle future generazioni. Messaggi incoerenti tra loro.

Il 4 marzo arrivarono le elezioni politiche con l’esito elettorale che conosciamo.

“L’immigrazione è stata la causa della nostra sconfitta”, “Abbiamo perso i voti delle periferie per l’immigrazione”, “Abbiamo sottovalutato l’impatto dell’immigrazione sulle classi popolari”, “L’immigrazione si è saldata con la disoccupazione e il disagio sociale e ci ha distrutto”, ecc. Erano queste, a riguardo, le analisi autocritiche post voto elaborate dal Pd.

Poi Salvini è diventato Ministro degli Interni.

Il leader leghista ha iniziato ad assumere posizioni molto determinate che hanno spiazzato il centrosinistra, che per anni aveva ripetuto che il fenomeno migratorio fosse “un processo storico inarrestabile”.

Salvini ha chiuso i porti, un barcone è stato costretto a prendere la direzione della Spagna, un altro di Malta, ha messo fuori gioco le ONG, ha interdetto lo sbarco a una nave che solo l’intervento del Presidente Mattarella ha sbloccato… e il centrosinistra è andato in confusione. Invece di rivendicare i meriti di Minniti, ha iniziato ad attaccare Salvini su tutti giornali e TV bollandolo come razzista, fascista, nazista, colui che abusa dei suoi poteri di Ministro, anzi che se ne arroga in modo autoritario altri che la Costituzione non gli attribuisce. L’Italia sta entrando in un nuovo Ventennio fascista.

Ma più loro si scagliano contro di lui perchè si oppone agli sbarchi, più il dibattuto politico si sposta per la quasi totalità sul campo dell’immigrazione, e Salvini inizia a volare nei consensi, al punto di raddoppiare i voti in soli pochi mesi. Pur di contrapporsi a lui, da partner delle milizie libiche il Pd è diventato il partito che definisce inumano costringere la nave Aquarius ad andare nel porto spagnolo che voleva accoglierla, di fatto negando il principio di buonsenso della redistribuzione dei migranti e avocando a sè l’esclusiva europea degli sbarchi, senza limiti. Una follia!

Il centrosinistra ha adottato il motto maoista “Sostieni tutto quello che il nemico combatte”. E quindi i nemici di Salvini, i migranti, sono diventati la nuova bandiera della sinistra italiana, la nuova resistenza contro il fascismo. Nelle battaglie del Pd i migranti hanno preso il posto degli operai. Gli operai che oggi votano in massa Salvini e Di Maio.

Se prima, sopratutto per l’azione di Minniti, poteva rimanere qualche dubbio su “chi vuole che cosa” e su “chi ha fatto che cosa”, oggi non ce ne sono più, anche perchè per farsi riconoscere meglio si sono messi la maglietta rossa.

A pensarci bene un dubbio rimane: questi politici che stanno disintegrando il centrosinistra e facendo volare la Lega, sono a libro paga di Salvini o lo fanno gratis?

Andrea Marsiletti

perlavalbaganza