Cgil Emilia Romagna: “In Regione sempre più reati per lavoro irregolare e truffe fiscali”

Rispettando una lunga tradizione ferragostana, il Viminale ha emesso il Report che riassume l’attività di prevenzione e repressione alla criminalità, svolta nell’anno passato dal 1° agosto 2017 al 31 luglio 2018.

Alcune decine di cartelle che descrivono crescite nei risultati relativi alla più grave criminalità organizzata, a fronte di un calo sul versante dei “delitti comuni” (180.000 in meno), omicidi e rapine.

Nessun cenno agli urgenti e necessari bandi di concorso per l’avvio delle assunzioni indispensabili di poliziotti, carabinieri e finanzieri, i cui organici sono in rosso e le anzianità medie più elevate in Europa. Considerando le forze dell’intero comparto sicurezza, la carenza media degli organici è arrivata al -14,5%.

A livello nazionale aumenta il numero dei mafiosi arrestati rispetto l’anno precedente (+ 35) e dei “latitanti di massima pericolosità catturati (n° 53)”.

Sono cresciuti gli “accessi ispettivi antimafia nei Comuni (n° 26)” e le “gestioni commissariali per infiltrazioni sospette (n° 34)”.

Nell’anno trascorso, si registrano 32.270 atti di sequestri e confische, di cui 1.545 riguardano aziende per oltre 7,7 miliardi.

Un ferragosto 2018 che fotografa, anche per l’Emilia-Romagna, il dato significativo della lotta alla criminalità organizzata, con un complessivo totale di 719 beni sequestrati/confiscati, assegnati alla gestione della Agenzia nazionale, di cui 626 sono beni immobili e 93 sono imprese.

Di questi, ad oggi, solo 156 sono beni “restituiti alla collettività”: 143 immobili e 13 aziende.

Una lunga e pesante storia che racconta di una certa efficacia nel contrasto alla economia malavitosa, ma, allo stesso tempo, la evidente necessità ed urgenza di snellire e concretizzare le procedure per l’assegnazione sociale nei territori dei tanti beni ripresi alle mafie, specie se imprese in funzione.

Risultati che in Emilia Romagna si stanno inseguendo con la positiva prassi dei Protocolli territoriali ed il sostegno concreto, aperto con la legge regionale sul Testo Unico per la legalità. E per quanto riguarda la grande evasione / truffa fiscale – dati Qui Finanza – se l’imponibile evaso in Italia nell’anno è cresciuto del 4,7%, il Nord “sviluppato” evade con queste percentuali: Lombardia +6,3%, Veneto +5,4%, Liguria e Piemonte +4,8%, Emilia-Romagna +3,8%.

Con dati sconvolgenti sulle categorie dei grandi evasori: il 76% delle società di capitali, il 33% delle imprese industriali, seguiti dal 30% di bancari / assicurativi e, più in basso, commercianti per l’11,8%, professionisti con il 7,5%.

Infine, molto strano e singolare che nel Report di questo ferragosto 2018, il neo Ministro e vice premier, abbia voluto aggiungere un “allegato” che riporta i risultati ottenuti con la sua gestione bimensile: 1 giugno – 31 luglio 2018! Latitanti arrestati n° 6; accessi ispettivi antimafia nei Comuni n° 4, poi, sopratutto, n° 22 espulsioni per sicurezza, solo 5.116 immigrati sbarcati nei due mesi!
Ancor più strano, ed inaccettabile per il sindacato, è che poco prima dello stesso Ferragosto (il 25 luglio) il Ministero del Lavoro, diretto dall’altro vice premier, pubblica il report semestrale sugli esiti ispettivi contro il lavoro irregolare/illegale, con solo i dati generici e riassuntivi nazionali, dicendo che nello scorso semestre “[…] in Italia si sono riscontrate il 65% di irregolarità sul lavoro”.

Non vengono cioè più resi noti i dati distinti per ogni regione e per ogni provincia, sul totale dei lavoratori in nero, sui reati di sicurezza, di caporalato, evasione fiscale / contributiva, sul numero delle denunce penali distinte per i diversi settori produttivi e per ogni territorio.

Dati essenziali per fare, non a parole, un po’ di reale contrasto mirato e di prevenzione!

Dati complessivamente negativi e crescita preoccupante, che rafforzano la convinzione e l’iniziativa del sindacato Cgil per l’attivazione ed il sostanziale funzionamento dei Tavoli territoriali, degli strumenti e sedi di confronto previsti dal Testo Unico regionale su “Legalità e Appalti”, oltre alle previsioni del nuovo Codice Antimafia. Ciò al fine di rafforzare l’analisi e la possibile attività di prevenzione dei sempre più gravi fenomeni di illegalità economica radicati anche nei nostri territori, convergendo l’impegno delle istituzioni locali e delle parti sociali.

Franco Zavatti
Coordinamento Legalità Cgil Emilia-Romagna

perlavalbaganza