La Guardia di Finanza scopre numerosi lavoratori in nero e irregolari

La Guardia di Finanza di Parma ha portato avanti, nel corso del 2018, un’importante attività a contrasto del sommerso da lavoro. L’attività di controllo economico del territorio e l’analisi delle banche dati in uso al Corpo ha consentito ai finanzieri di individuare una diffusa e consistente rete di soggetti dediti all’evasione fiscale e contributiva, realizzata mediante l’impiego di lavoratori completamente in nero ovvero impiegati in maniera irregolare.

Nel corso dei circa venticinque controlli, eseguiti in diversi settori economici, sono stati individuati complessivamente 14 lavoratori in nero e 51 lavoratori irregolari.

Le ispezioni, svolte anche in collaborazione con funzionari dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, hanno riguardato, tra gli altri, due prosciuttifici della provincia di Parma dove è stata rilevata una interposizione abusiva di manodopera e l’irregolare gestione di 33 lavoratori. In particolare, i soci lavoratori di alcune cooperative, con le quali i prosciuttifici avevano stipulato formali contratti di appalto di opere e servizi, erano completamente inseriti nel ciclo di produzione del prosciutto, svolgendo, in sostanza, una attività di lavoro dipendente direttamente dall’azienda in cui erano impiegati. Pertanto le cooperative, di fatto, svolgevano una attività di somministrazione di lavoro, che la legge Biagi (D.Lgs. n. 276/2003) riserva alle Agenzie di lavoro, aventi determinati e specifici requisiti, autorizzate dal Ministero del Lavoro ed iscritte in apposito albo.

All’esito dei controlli, sono state constatate irregolarità in materia di IVA e di IRAP per un importo di imposte evase di oltre 100.000 euro. Quattro persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Parma per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

A Fidenza, invece, nel corso di una verifica fiscale, è stato accertato l’irregolare utilizzo di 16 lavoratori in quanto, il datore di lavoro, operante nel settore della lavorazione della plastica, aveva riportato sul Libro Unico del Lavoro importi inferiori rispetto ai compensi realmente elargiti ai dipendenti. In particolare, dall’esame del materiale informatico acquisito all’atto dell’accesso, è stato riscontrato come l’impresa effettuasse regolarmente il backup delle timbrature dei cartellini dei lavoratori dipendenti e poi modificasse, all’interno del programma di rilevazione, l’orario effettivo di entrata ed uscita di detti lavoratori. In questo modo, il datore di lavoro inseriva nella propria contabilità solo il numero di ore minime giornaliere previste dal contratto e, conseguentemente, versava minori imposte e contributi rispetto al dovuto.

L’evasione contributiva e l’utilizzo di manodopera in nero e irregolare è un fenomeno presente in diversi settori di produzione manifatturiera. Esso causa consistenti danni allo Stato sotto forma di riduzione del gettito fiscale e delle entrate pubbliche e penalizza chi paga regolarmente, producendo effetti distorsivi sulla libera concorrenza.

Gli evasori, infatti, non versando imposte e contributi, sostengono costi inferiori rispetto ai contribuenti onesti ed ottengono un ingiusto vantaggio competitivo.

L’attività condotta testimonia il forte impegno e la trasversalità della Guardia di Finanza, quale baluardo di legalità, a contrasto dell’evasione fiscale e contributiva e di ogni forma di illecito economico.

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