I Carabinieri di Parma portano in carcere i condannati di Aemilia

Il 24 ottobre 2018 la Corte di Cassazione confermava le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Bologna, relativamente agli imputati nel rito abbreviato, che avevano presentato ricorso nell’ambito dell’inchiesta “ÆMILIA”. La Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna ha quindi emesso i relativi ordini di carcerazione nei confronti di 29 condannati che venivano eseguiti nei giorni seguenti in ambito nazionale dai Comandi Provinciale Carabinieri di Parma, Modena e Piacenza.

In particolare i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno dato esecuzione a 6 provvedimenti, tra i quali spicca quello nei confronti di LAMANNA Francesco, condannato alla pena di anni 25 di reclusione per i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, ritenuto il referente della cosca emiliana per le province di Cremona, Mantova e le zone di Salsomaggiore Terme e della bassa piacentina.

Gli altri arrestati sono:
VECCHI Giovanni, condannato alla pena di anni 4 e mesi 10 di reclusione, per i reati di intestazione fittizia di beni ed attività, impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa;
PATRICELLI Patrizia, condannata alla pena di anni 4 e mesi 10 di reclusione, per i reati di intestazione fittizia di beni ed attività, impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa;
GERACE Gennaro, condannato alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione, per i reati di estorsione, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa;
PALLONE Giuseppe, condannato alla pena di anni 5 e mesi 10 di reclusione, per i reati di impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa;
SILIPO Francesco, condannato alla pena di anni 3 e mesi 8 di reclusione, per i reati di estorsione, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

Tutti i predetti sono stai associati presso le Case Circondariali competenti per territorio, per l’espiazione della pena loro inflitta.

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